sabato 13 giugno 2015

Riprende la guerra nel Donbass, i media occidentali tacciono

di Eric Draitser

I recenti bombardamenti su Donetsk e le aree confinanti, compiuti dalle forze militari di Kiev, hanno di fatto messo fine al cessate il fuoco e a qualsiasi illusione fosse rimasta riguardo agli accordi Minsk 2. Se è vero che si erano verificati atti violenti anche prima, l’intensità del bagno di sangue è però senza dubbio aumentata.

Sebbene l’esercito ucraino e le milizie paramilitari mirino ai civili (il che è un flagrante crimine di guerra), da parte dei media occidentali c’è un quasi completo blackout. Nel frattempo gli Stati Uniti continuano a sostenere che “la stragrande maggioranza delle violazioni del cessate il fuoco” è dovuta all’attività dei ribelli anti-Kiev, senza fornire alcuna prova di quest’affermazione completamente falsa. Nel mezzo di una guerra sanguinaria mossa da Kiev contro il popolo del Donbass, Washington continua a presentare il presidente Poroshenko e il suo governo di oligarchi come una forza per la pace.

Kiev intensifica la guerra, i ribelli rispondono

Nonostante la continua propaganda contraria, la realtà è che le forze di Kiev hanno posto fine al cessate il fuoco e ripreso il bombardamento di obiettivi civili e militari. Ci sono dozzine di testimonianze di come Kiev stia attaccando la città di Donetsk e le cittadine vicine alla “linea di contatto” (la zona di separazione concordata durante i negoziati di Minsk). Il punto importante è che questi attacchi sono stati continui e non sono soltanto la ripresa delle ostilità nella scorsa settimana.

Bombardeo de Gorlokova
Sebbene non sia disposta a riconoscere e condannare pubblicamente le violenze, l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) ha di fatto documentato un numero sconcertante di violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze di Kiev. Ad esempio, secondo la tavola riassuntiva della Missione di Monitoraggio Speciale (SMM) dell’OSCE, il 23 aprile gli osservatori hanno documentato che il fuoco di artiglieria pesante proveniva soprattutto dal territorio controllato da Kiev, e che tutti i colpi provenienti da parte ribelle erano di risposta. L’esame attento della tempistica rivela che quasi tutto il bombardamento del primo mattino proveniva dal territorio controllato da Kiev, indicando che l’attacco era partito dall’esercito ucraino, bombardato solo successivamente dai ribelli.

Ovviamente bisogna stare attenti a non tirare troppe conclusioni dai dati incompleti dell’OSCE, perché il loro ambito è limitato e la SMM è stata reticente nell’assegnare la responsabilità alle forze di Kiev, perfino quando la loro aggressione era palese. In aprile, l’esercito ucraino e/o le forze paramilitari hanno bombardato l’ospedale 21 della città di Donetsk, senza fortunamente provocare feriti perché l’edificio colpito non era in uso. Come riportato da Roger Annis dopo essere tornato da Donetsk in aprile: (newcoldwar.org/from-the-war-zone-of-eastern-ukraine/)

“A causa dell’intensificazione dei bombardamenti nelle scorse settimane, adulti e bambini stanno ancora una volta passando le notti sotto terra in rifugi malsani e sovraffollati. Abbiamo girato per un quartiere vicino alle rovine dell’aeroporto di Donetsk mentre le granate stavano cadendo a pochi chilometri di distanza. La ripresa dei bombardamenti giornalieri è una novità.”

[…] Vi sono resoconti sparsi di notevoli vittime in tutta la regione di Donetsk, mentre l’esercito ucraino e le milizie paramilitari hanno entrambi ripreso a bombardare e avanzare oltre la linea di contatto. La settimana scorsa il bombardamento di Donetsk è avvenuto diverse volte, compreso il 3 giugno, quando almeno 5 civili sono stati uccisi e altri 24 feriti. In seguito al bombardamento, il primario dell’ospedale del distretto Petrovsky, Igor Rutchenko, ha affermato che i pazienti erano stati evacuati a causa del persistente bombardamento delle forze ucraine, mentre i feriti venivano portati in fretta nella struttura.

Secondo un testimone oculare nella città di Maryinka (Hunternews.ru), nel mattino del 5 giugno “un uomo di 52 anni era a casa… quando un gruppo di soldati ucraini, circa 8, è entrato nel cortile… I soldati hanno cominciato a ispezionare i documenti [passaporto] e poi [l’uomo] è salito dalla cantina. Gli ucraini gli hanno puntato contro i mitragliatori e hanno aperto il fuoco… E’ morto sul colpo.” Tali flagranti crimini di guerra (esecuzioni sommarie) vengono totalmente ignorati dai media occidentali.

Negli ultimi giorni è arrivato da Donetsk un video di potente impatto che mostra il risultato dei bombardamenti sulle case e le imprese (Vedi:  Youtube.com/watch).
Secondo Eduard Basurin, portavoce della Repubblica Popolare di Donetsk, “L’attacco più intenso delle forze ucraine è stato al villaggio di Shirokino. Sono stati sparate più di 150 granate da 82mm e 120mm.” Il fatto che un simile bombardamento sia stato iniziato e portato avanti indica che l’aggressione dell’esercito di Kiev è salita di livello.
Ma a tale proposito bisogna notare un punto importante. Mentre da parte anti-Kiev si continua a riportare di civili uccisi con i bombardamenti e in altro modo, non ci sono resoconti equivalenti da parte dell’esercito ucraino. Di fatto, come notato da Reuters, il portavoce dell’esercito di Kiev, Andriy Lysenko, ha dichiarato che “Nelle ultime 24 ore 3 soldati ucraini sono stati uccisi, e altri 4 feriti negli attacchi dei separatisti filo-russi nell’est.” Notate la differenza. Mentre a Donetsk l’esercito ucraino uccide i civili, Kiev non può riportare un simile massacro. Sembra davvero che tutte le vittime nella parte controllata da Kiev siano militari, mentre da parte ribelle sono sia militari che civili. Questo semplice fatto, interamente omesso dalla narrativa occidentale, è indicativo della natura del conflitto. La falsa equivalenza presentata da quei media è a dir poco ingenua.

La narrativa di guerra e pace

La copertura mediatica del conflitto in Ucraina orientale è stata cattiva fin dall’inizio. Tuttavia, negli ultimi giorni l’omissione di fatti e le evidenti storture hanno raggiunto un nuovo livello di insidiosità e disonestà. Perfino quando l’intensificazione dell’offensiva di Kiev guadagna una minima attenzione dai media occidentali, essa non viene chiamata per quello che è: aggressione dell’esercito ucraino.

Prendiamo ad esempio l’articolo dell’8 giugno 2015 del propagandistico Voice of America, intitolato: “A Donetsk, i frequenti bombardamenti alimentano la sfiducia”. Già dal titolo si viene colpiti da un chiaro offuscamento dei fatti, ovvero che il bombardamento provoca “sfiducia”, ma nessun accenno a chi stia bombardando o chi sia sfiduciato.

Di fatto in tutto l’articolo non c’è una sola menzione al fatto che sono le forze di Kiev a bombardare.
Si leggono invece frasi del tipo: “molti tendono ad incolpare le autorità di Kiev”: chiara evasione della frase molto più diretta, semplice e accurata: “Kiev ha la colpa” o: “il bombardamento da parte delle forze di Kiev”. Ma ovviamente lo scopo non è di informare, piuttosto di assolvere l’esercito ucraino dalla diretta responsabilità per crimini di guerra, e di dipingere invece la Russia come l’aggressore, nonostante i fatti.

Leggendo attentamente questo articolo si viene colpiti dalle numerose immagini di donne e bambini che si rifugiano nei seminterrati, supplicando i media di raccontare le loro storie, implorando il governo ucraino di fermare i bombardamenti. Il pezzo mette in evidenza le numerose donne e famiglie ridotte senza casa e vittime degli attacchi militari, eppure non c’è la minima traccia di frasi come: “gli attacchi dell’esercito ucraino” o simili. Si potrebbe ben pensare che il bombardamento delle case di queste donne sia stato un atto di Dio, anziché un deliberato bombardamento di civili.
Perfino quando vengono citate frasi delle vittime che incolpano le autorità di Kiev, l’articolo le definisce come loro “opinioni”. Voice of America però si prodiga a dedicare tutta l’ultima sezione dell’articolo a un residente di Kramatorsk che afferma di aver visto “un paio di soldati russi quando è cominciato tutto”, così da suggerire che il resoconto di un testimone oculare non verificato, risalente a più di un anno fa, giustifichi in qualche modo l’aggressione alle donne evidenziata nella sezione precedente.

Questa è deliberata propaganda di VoA, per legittimare e giustificare indirettamente l’aggressione presentandola come difesa dai “soldati russi”.
Una breve scorsa ad altri media, alcuni non direttamente legati al governo USA come Voice of America, rivela la faziosità esplicita e implicita dei resoconti. Prendiamo ad esempio il titolo di International Business Times: “Notiziari russi affermano: l’esercito ucraino spara 150 colpi di mortaio ai ribelli di Donetsk”, titolo chiaramente fuorviante. La frase “Notiziari russi affermano” è pensata per screditare il fatto riportato, sfruttando la radicata sfiducia per qualsiasi informazione venga riportata dai media russi: sfiducia coltivata scrupolosamente e promossa dai media occidentali.
Ciò che viene, guarda caso, omesso è il fatto che solo i media russi stanno riportando i bombardamenti effettuati da Kiev. Ne segue che qualsiasi resoconto dovrebbe essere per forza di cose “affermato dai media russi”. L’idea è allo stesso tempo di riportare quanto sta accadendo e di screditarlo.

La narrativa di guerra è colma di simili resoconti disonesti. Purtroppo, però, la disonestà e l’insensibilità si spingono molto oltre, allo stesso linguaggio usato e alle campagne di pubbliche relazioni utilizzate per annacquare i crimini di Kiev. A settembre 2014, mentre le forze militari ucraine stavano attaccando Donetsk e Lugansk, il presidente Poroshenko era a Washington a parlare al Congresso USA e ricevere le lodi del presidente Obama.Come dichiarò Obama:
“Voglio congratularmi con il presidente Poroshenko per aver aiutato non solo a mediare un cessate il fuoco, ma anche a far passare una legislazione molto difficile che darà all’Ucraina orientale la percezione di essere pienamente rappresentata e capace di decidere su molte delle sue questioni locali con sicurezza. E quelle che il presidente Poroshenko ha fatto passare non erano leggi facili, ma credo indicassero il suo impegno per un’Ucraina inclusiva, il suo impegno per un’Ucraina decentrata che dà potere alle comunità locali… Ho molta fiducia che il presidente Poroshenko stia trovando l’equilibrio tra molte variabili diverse in una situazione molto difficile. Del resto è l’uomo giusto per il lavoro… E quindi, presidente Poroshenko, congratulazioni per l’eccellente lavoro svolto. Ha un grande amico non solo in me personalmente, ma, credo, come ha visto oggi al Congresso, ha un forte appoggio bipartisan qui negli Stati Uniti.”

Nessun accenno, ovviamente, ai vergognosi crimini di guerra di Poroshenko, nemmeno quelli riconosciuti dallo stesso colonnello generale del Corpo Ufficiali Ucraino, Vladimir Ruban, che due appena settimane prima aveva non solo ammesso il deliberato bombardamento di civili a Donetsk da parte dell’esercito ucraino, ma l’aveva anche giustificato suggerendo: “Forse se lo meritavano… Capiscono di essere bombardati. Una cosa è quando qualche gruppo col mortaio mobile guida per la città bombardando, nel qual caso si può dire che è la provocazione di una terza parte; un’altra cosa è quando viene colpito l’aeroporto da sistemi di artiglieria: nessuno dirà che sono i separatisti che si bombardano da soli.” Quindi, il presidente Obama loda Poroshenko come “l’uomo giusto per il lavoro”, mentre i suoi comandanti ammettono apertamente di commettere orribili crimini di guerra.

In questa luce le recenti voci che circolano online, secondo cui gli Stati Uniti vorrebbero usare la loro influenza per far assegnare il premio Nobel per la pace 2015 a Poroshenko, sono davvero preoccupanti, se non ridicole. Se è vero che le prove addotte, compresa la lettera attribuita a Volodymyr Groysman, presidente del parlamento ucraino, non possono essere verificate come autentiche, nondimeno sono certamente credibili, vista sia la lode che Poroshenko ha ricevuto da Washington, sia il completo disinteresse per la pace effettiva mostrato in passato dal comitato per il Nobel.

Si dovrebbe ricordare che lo stesso Obama ha vinto il premio Nobel per la pace, nonostante abbia iniziato o allargato numerose guerre separate (Libia, Afghanistan, Ucraina, Siria, ecc.), usi una lista di obiettivi da assassinare con i droni in luoghi come Pakistan e Somalia (http://www.nytimes.com/2012/05/29/world/obamas-leadership-in-war-on-al-qaeda.html?_r=0 ), e supporti tacitamente o apertamente molte altre guerre (Yemen, Gaza, ecc.). Quindi non è impensabile che gli USA facciano pressione per l’assegnazione del premio per la pace a un criminale di guerra.
Parafrasando Marx: “la storia si ripete, prima come tragedia, poi come farsa”. Seppure sia senza dubbio così, la guerra nel Donbass è allo stesso tempo una tragedia e una farsa. Mentre è in corso una tragedia umanitaria a Donetsk, Maryinka e altre città e villaggi, la copertura dei media resta una farsa. Questa è forse la tragedia più grande della regione. Perché mentre uomini, donne e bambini soffrono e vengono distrutte le famiglie, i media occidentali continuano a distorcere apertamente la realtà, trasformandola in farsa. Purtroppo, nessuno con un minimo di umanità può ridere.

Fonte: qui

Traduzione: Anacronista
Nella foto in alto: effetti del bombardamento dell’Esercito di Kiev sul mercato nella città di Kuybyshevsky, Donetsk
Nella foto al centro: incendi a Gorlovka a seguito dei bombardamenti (vedi video: Youtube.com/watch/)

Nessun commento:

Posta un commento