lunedì 28 giugno 2021

LA POLIZIA AMERICANA SPARA A UN UOMO POI AVVISA TUTTI: "CALMI, PERCHÈ LA VITTIMA NON È NERA!"

 

LA PRECISAZIONE DEL CAPO DELLA POLIZIA (NERO) DI PORTLAND DOPO CHE ERA SCOPPIATA LA PROTESTA 

"LA VITTIMA NON È NERA". 

E TUTTO FINISCE. 

IL POLIZIOTTO CHE HA SPARATO C’È DA SCOMMETTERE PERÒ CHE NON FARÀ LA FINE DELL’AGENTE BIANCO DEREK CHAUVIN, CONDANNATO A 22 ANNI DI CARCERE PER AVERE UCCISO GEORGE FLOYD. 

D’ALTRONDE HA SOLO SPARATO A UN BIANCO ALLA SCHIENA...

Carlo Nicolato per Libero Quotidiano

PORTLAND POLIZIAPORTLAND POLIZIA

Immaginatevi un’America al contrario, quella in cui un poliziotto di pelle nera, cioè un afroamericano, spara a un bianco inerme alla schiena e lo ammazza. Nell’America reale, a parti invertite, la cosa avrebbe creato un certo rincrescimento, le proteste (di quei gruppi corrotti) di Black Lives Matter, degli antifa e di tutto il mondo della sinistra, e così infatti è stato, ma non perché la polizia ha ammazzato una persona che scappava sparandogli alla schiena, ma perché inizialmente si era sparsa la voce che tale persona fosse un nero e che il poliziotto invece fosse ovviamente un bianco.

 

Nel mondo al contrario la tensione si è dissipata quando il capo della polizia, nero anche lui, è apparso in video e con un certo rasserenante compiacimento ha spiegato che l’uomo ucciso era bianco e che quindi non era il caso di preoccuparsi. Le proteste degli antifa sono subito rientrate e nessuno è sceso in strada a spaccare le vetrine.

 

polizia usaPOLIZIA USA

La cosa, per onor di cronaca, è successa a Portland, nell’Oregon. I fatti sono quelli di mille altre storie come questa negli Stati Uniti, che ci siano di mezzo bianchi, neri, marroni (ispano-americani) o chissà quale altra categoria di cromatismo umano. Una chiamata alla centrale che denuncia di un tentativo di suicidio tra Northeast Holladay Street e Grand Avenue fuori da un motel, l’arrivo degli agenti che hanno convinto il potenziale suicida a farsi portate in ospedale, la tentata perquisizione di rito, l’improvvisa opposizione dell’uomo che estrae il cacciavite da una tasca, la fuga e gli spari, alla schiena. Il trasporto in ospedale e la morte. L’arrivo di almeno 12 auto della polizia, della folla e dei manifestanti.

 

Sui social compaiono i primi messaggi che assicurano che la vittima era nera. All’incrocio dove sono successi i fatti e sotto le finestre dell’ospedale iniziano le proteste con lanci di oggetti e momenti concitati. Sul posto arriva anche Chuck Lovell, il capo della polizia di Portland. Lovell è nero, è stato è stato messo a capo del bureau della città nel giugno

Chauvin e FloydCHAUVIN E FLOYD

scorso dopo le dimissioni del suo predecessore, Jami Resch, donna e bianca, accusata di aver usato una “forza inappropriata” per contenere le proteste scoppiate dopo l’uccisione di George Floyd.

 

Chuck Lovell dunque non è un capo della polizia qualsiasi. Non c’è dunque da stupirsi se all’arrivo al suddetto incrocio si sia premurato innanzitutto di registrare un messaggio video in cui ha spiegato che non c’era niente per cui protestare, in quanto la persona uccisa dalla polizia era solo un bianco.

 

La polizia di Portland ha poi twittato: «Possiamo confermare che la persona coinvolta è un maschio adulto bianco. E nessun altro è rimasto ferito». Respiro di sollievo. La folla, quella reale, se n’è tornata a casa, mentre quella virtuale ha smesso di inguettare rabbiosamente.

 

Poi si è venuto a sapere che il poliziotto che ha sparato, proprio come nel mondo al contrario, è nero e come da “pratica standard” è stato messo in congedo amministrativo retribuito. C’è da scommettere però che non farà la fine dell’agente bianco Derek Chauvin, condannato a 22 anni di carcere per avere ucciso Floyd. D’altronde ha solo sparato a un bianco alla schiena. Fonte: qui

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