domenica 13 giugno 2021

FOCOLAIO IN UNA PALESTRA DI MILANO DOVE DIECI PERSONE SONO RISULTATE POSITIVE AL COVID: UN CLIENTE, CONTAGIATO CON LA VARIANTE INDIANA, ERA STATO VACCINATO

 

IDENTIFICATI I 140 FREQUENTATORI DELLA PALESTRA CHE HANNO AVUTO CONTATTI CON ALMENO UNO DEI CASI RILEVATI: TUTTI DOVRANNO FARE UN TAMPONE E…

Da "www.leggo.it"

 

Palestre CovidPALESTRE COVID

In una palestra di Milano, che aveva riaperto lo scorso maggio, è scoppiato un focolaio Covid con 10 casi accertati di cui uno da variante indiana. A rendelo noto è stata ATS Città Metropolitana di Milano, la quale ha spiegato che è stato richiesto il sequenziamento per gli altri 9 casi dato che uno di essi ha evidenziato un'infezione da variante indiana.

 

Per i contagiati è stato imposto l'isolamento e l'Agenzia ha specificato anche di aver identificato 140 frequentatori della palestra che dal 24 maggio (data di apertura della palestra) al 31 maggio (data di presenza dell'ultimo caso) hanno avuto contatti con almeno uno dei 10 casi rilevati. Sono stati tutti invitati a eseguire un test antigenico o molecolare presso la rete dei punti tampone e dei drive through di ATS. La persona contagiata dalla variante indiana (detta anche Delta) del covid pare fosse già vaccinata: lo riporta il Corriere della Sera.

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Virgin Active: «Rispettate tutte le misure»

«In merito alla notizia riguardante i casi di contagi rilevati presso il club Virgin Active di Milano Città Studi, il brand conferma di rispettare all'interno delle proprie strutture tutte le misure igienico sanitarie previste dal Governo, sia nell'allenamento individuale che nello svolgimento di classi collettive».

 

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Lo riferisce in una nota Virgin Active in merito alla notizia del focolaio con un caso di variante indiana segnalato dall'Ats milanese. «Virgin Active Italia si è resa da subito disponibile con l'Ats condividendo i dati richiesti rispetto alla frequentazione del Club per le opportune verifiche, con l'obiettivo di tutelare nel modo più rigoroso la salute dei propri collaboratori e clienti», spiega ancora.


Fonte: qui


IL GOVERNO BRITANNICO STA VALUTANDO UN RINVIO DI 4 SETTIMANE DELL’ULTIMA TAPPA DI USCITA DEL PAESE DALLE RESTRIZIONI DEL LOCKDOWN: A METTERE A REPENTAGLIO IL "LIBERI TUTTI" FISSATO PER IL 21 GIUGNO È LA VARIANTE DELTA (EX INDIANA) CHE HA PORTATO A UN’IMPENNATA DEI CASI 

I NUOVI CONTAGI SONO RISALITI A 8MILA AL GIORNO, UN NUMERO CHE NON SI TOCCAVA DA FEBBRAIO E…



Da "www.lastampa.it"

 

boris johnsonBORIS JOHNSON

Il governo britannico di Boris Johnson sta valutando concretamente un rinvio della quarta e ultima tappa di uscita del Regno Unito dalle restrizioni del lockdown di 4 settimane rispetto alla data inizialmente evocata del 21 giugno. Lo riportano fonti ufficiose citate dalla Bbc, confermando che il premier - alle prese in questi giorni con il vertice G7 in Cornovaglia - appare intenzionato a seguire le raccomandazioni di diversi esperti, preoccupati per il rimbalzo causato dalla variante Delta (ex indiana) dei contagi risaliti nel Paese ieri a oltre 8000 giornalieri: rimbalzo il cui impatto su casi gravi, ricoveri in ospedali e morti è per ora contenuto - ma parzialmente - dall'effetto accelerato di una campagna di vaccini giunta sull'isola a oltre 70 milioni di dosi somministrate. 

 

tamponi regno unitoTAMPONI REGNO UNITO

Siamo all’aumento dei contagi più alto da febbraio, nelle ultime 24 ore i casi sono 8.125 contro i 7.393 del giorno precedente. I decessi sono 17, a 28 giorni da un test positivo, contro i sette di ieri e nell'ultima settimana i casi sono aumentati del 90 per cento pari a 30 mila unità. Alimentato dalla contagiosa variante Delta (ex indiana) responsabile del 90 per cento dei nuovi infettati con una trasmissibilità superiore del 60 per cento a quelle precedenti, il rimbalzo dei contagi si impenna a ogni nuova rilevazione. Secondo le stime ufficiali diffuse oggi, le infezioni giornaliere stanno ora aumentando dal 3% al 6% in tutto il Paese con un tasso di crescita che non si vedeva da quando i casi hanno iniziato a salire alla fine dello scorso anno. Alla luce degli ultimi dati la British Medical Association (Bma) ha lanciato un appello a ritardare l'allentamento delle ultime restrizioni ancora in vigore, a causa del «rapido incremento dei casi».

BORIS JOHNSONBORIS JOHNSON

 

Il 21 giugno è la data stabilita per l'allentamento delle restrizioni, ma il governo del premier Boris Johnson si era già lasciato un margine di manovra, precisando a più riprese che l'esecutivo non prevede in linea di massima la necessità di rinvii ma non la esclude nemmeno fino all'ultima verifica dei dati fissata per lunedì 14. Ma suonano come un serio campanello d'allarme le dichiarazioni di ieri della Bma sul fatto che l'allentamento delle rimanenti restrizioni non dovrebbe andare in porto fino a a quando non ci sarà una «migliore comprensione delle implicazioni» dell'aumento dei casi nei prossimi giorni. E secondo i media il premier si prepara a rinviare di due o quattro settimane la fase quattro, che prevede la riapertura dei locali notturni e la revoca delle restrizioni su spettacoli, matrimoni e altri eventi pubblici.

 

vaccinazioni anti covid nel regno unitoVACCINAZIONI ANTI COVID NEL REGNO UNITO

Continua intanto a ritmo sostenuto la campagna di vaccinazione che riesce a frenare la gravità della malattia. Sono finora 70.253.625 le dosi di vaccino somministrate in tutto il Regno Unito, pari a oltre la metà degli adulti over 16 dell'isola. Di queste, 41.088.485 sono prime dosi, con una crescita nelle 24 ore di 201.607 inoculazioni. Coloro che hanno invece completato il ciclo vaccinale con entrambe le somministrazioni sono 29.165.140, con un incremento rispetto al giorno precedente di 308.038. Ma, afferma l'agenzia statale Public Health England, quasi due terzi delle persone infettate dalla variante Delta non ha ricevuto alcun vaccino.

 

boris johnson col vaccinoBORIS JOHNSON COL VACCINO

E anche se il numero degli ospedalizzati è ancora molto basso (1.058) il rischio di un rimbalzo anche su questo fronte è concreto: «Se si infettano molte persone, si avrà un aumento dei ricoveri», ha avvertito il vice presidente dell'Associazione dei direttori della Sanità pubblica Jim McManus. E la paura è destinata a crescere in un Paese che ha avuto finora 4.550.944 casi totali e 127.884 morti. Fonte: qui

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