martedì 18 aprile 2017

Una Pasqua di "fake news" e... principi di guerra mondiale

Nell'ultimo periodo le fake news sui media ufficiali occidentali sono andate aumentando sempre più di pari passo all'escalation della crisi internazionale

Quella che stiamo vivendo è una Pasqua di forte crisi internazionale.
Ma anche di tante “fake news” riguardo la crisi stessa.
Cominciamo da quest'ultime.
Innanzitutto agenti dell'Intelligence americana hanno dimostrato che Assad non ha compiuto nessun attacco chimico.
I bombardamenti governativi infatti hanno colpito depositi di armi chimiche dei ribelli, secondo le fonti sopracitate.
Tutti infatti sanno che Assad non ha più armi chimiche dal 2013, mentre i ribelli ne usano senza soluzione di continuità sin dall'inizio del conflitto.
Né il Rais di Damasco è così sciocco da fare un bombardamento chimico autolesionista nei confronti dei propri interessi.
E se lo dice l'Intelligence americana…
In secondo luogo l'oramai famosa “MOAB”, “la madre di tutte le bombe”, gettata dagli americani in Afghanistan, non ha colpito l'Isis, come si ostinano a sostenere i media occidentali, italiani in primis: la MOAB ha colpito i canali ed i rifugi sotteranei dei Talebani; canali e rifugi stessi che furono finanziati dalla CIA negli anni '80 per sostenere gli stessi Mujaheddin contro l'esercito sovietico!
Non solo, gli Stati Uniti, in questo momento, non stanno combattendo l'Isis, ma lo stanno favorendo: infatti tanto quanto in Siria Assad, insieme alla Russia, sono gli unici che veramente combattono il sedicente Stato Islamico, tanto quanto i Talebani sono gli unici in Afghanistan a combattere veramente il Califfato.
Ma questo dai media nostrani è completamente taciuto.
Veniamo adesso ai principi di Guerra Mondiale.
Ci ha pensato prima Obama, con le sue “operazioni sotto copertura” a destabilizzare l'intero pianeta.
Sta terminando il lavoro Trump.
Gli americani sono sempre gli stessi.
Non sono mai cambiati.
Anzi, con Obama, sono persino apparsi opposti a quello che in realtà sono sempre stati.
Trump sta rendendo di nuovo evidente la vera natura dei “gringos americanos”, i “gendarmi del mondo”, i “cow-boy del pianeta”, i quali Stati Uniti, sin dalla loro formazione, 1776, sono in guerra da 222 su 239 anni della loro esistenza (dati fino al 26 febbraio del 2015): in pratica, non solo gli USA sono stati in guerra il 93% del loro tempo di vita, nessun presidente americano è mai stato un presidente di pace.
Ma non solo esistono una spinosa situazione siriana ed una spinosa situazione afghana, esiste una ancor più spinosissima situazione coreana.
Gli Stati Uniti stanno letteralmente provocando il dittatore nordcoreano, il quale, come scrivo da tempo, sta facendo i suoi test balistici per puri scopi difensivi.
Lo scopo di Kim Jong Un è, infatti, quello di avere, con i suoi missili, una sorta di “assicurazione sulla vita”.
Non vorremmo che gli Stati Uniti ci portassero ad una escalation senza precedenti, che potrebbe persino portarci ad un conflitto nucleare.
Gli Stati Uniti, infatti, fanno sempre guerre, in primo luogo per testare il proprio arsenale bellico; in secondo luogo per tenere in esercizio il proprio esercito; in terzo luogo, soprattutto, per i propri interessi economici e geopolitici; in quarto luogo affinché i presidenti non perdano il proprio consenso.
E Trump, in questo momento, ha bisogno di riacquistare consenso nel proprio Paese…
Speriamo che per un capriccio personale del presidente Trump, non nasca un conflitto mondiale e che questa Pasqua non sia ricordata come la più amara…
Fonte: qui

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