giovedì 6 aprile 2017

Oceano non molto “Pacifico”: la reazione della Russia alle manovre militari USA

I caccia-intercettori MiG-31 e MiG-31BM sono stati coinvolti all'inizio di questa settimana in esercitazioni militari su larga scala del Distretto Militare Orientale.

Come riportato dall'ufficio stampa del ministero della Difesa russo, i piloti hanno sorvolato più di 2mila chilometri, dalla Kamchatka alle basi militari dell'Aviazione nel Primorsky Krai, dove sono state compiute oltre 30 missioni di addestramento e combattimento nella zona della Baia di Pietro il Grande nel Mare del Giappone.
"A turno gli equipaggi dei caccia-intercettori a velocità supersoniche hanno elaborato le manovre per intercettare velivoli nemici in lontananza, — comunica l'ufficio stampa del ministero della Difesa. — Durante le esercitazioni i piloti hanno elaborato evoluzioni con alto grado di inclinazione, sono stati simulati combattimenti aerei e atterraggi e decolli in condizioni di luce e di notte."
Al ministero della Difesa hanno aggiunto che i MiG-31BM possono combattere non solo contro aerei nemici, ma sono in grado di neutralizzare i missili da crociera e balistici a qualsiasi quota e con qualsiasi gittata.
Pertanto questi aerei sono la prima linea di difesa aerea e missilistica delle coste russe dell'Estremo Oriente, che dopo l'Europa è il luogo più probabile di eventuali operazioni militari in caso di conflitto.
Sin dall'inizio dell'anno la presenza delle forze navali statunitensi nella regione è notevolmente aumentata. Il 18 febbraio nel Mar Cinese Meridionale è entrato un gruppo navale d'attacco guidato dalla portaerei "USS Carl Vinson". Da allora i marinai americani quasi ogni settimana effettuano esercitazioni militari con gli alleati della Corea del Sud e del Giappone, assolvendo vari compiti: dal potenziale combattimento contro i sottomarini nemici alla difesa delle forze navali da attacchi missilistici.
I funzionari del Pentagono ed i dicasteri militari alleati degli Stati Uniti sottolineano che queste manovre si svolgono per contenere la Corea del Nord, che ha accelerato il suo programma nucleare.
Tuttavia molti analisti militari vedono nell'aumento della presenza americana nella regione soprattutto il desiderio di contenere la Cina, che ha aumentato in modo significativo negli ultimi anni i fondi per lo sviluppo della sua flotta militare. Allo stesso tempo la Russia non è trascurata da queste manovre americane.
L'interesse della Marina statunitense per le infrastrutture militari russe in Estremo Oriente è noto da tempo ed è facile da spiegare: la Flotta del Pacifico, insieme con la Flotta del Nord, dispone di sottomarini nucleari con missili balistici in grado di raggiungere gli Stati Uniti. I vertici militari russi sono consapevoli di questo interesse americano e ne tengono conto.
Nel corso degli ultimi 2 mesi, il ministero della Difesa ha decisamente incrementato il numero di esercitazioni nel Primorsky Krai ed ha schierato forze aggiuntive in varie zone strategicamente importanti.
Fonte: qui

Bollori di Guerra tra USA e Cina nel Mar Cinese Meridionale?

di   James  Holbrooks
TheAntiMedia.org
Secondo un articolo della Reuters di martedì scorso, nel sud-est asiatico, stanno buttando benzina sul fuoco: la Cina ha “praticamente completato la costruzione delle sue infrastrutture militari sulle isole artificiali che ha costruito nel Mar Cinese Meridionale”, ed ora la superpotenza asiatica “è pronta a schierare aerei da combattimento e mezzi militari pesanti in qualsiasi momento”.
Dalle immagini satellitari analizzate dalla Asian Maritime Transparency Initiative, del Centro di Studi Strategici e Internazionali, di Washington DC, in una agenzia di stampa si legge che “ sono in corso lavori sulle strutture difensive aeree, navali e radar su Fiery Cross, Subi e Mischief Reefs nelle isole Spratly ”.
Attenendosi a quello che dicono i main-stream la Cina è un paese aggressore, nel rivendicare i suoi diritti sovrani per la maggior parte del Mar Cinese Meridionale, il portavoce del Pentagono comandante Gary Ross dice che le nuove immagini confermano quanto i militari degli Stati Uniti già sapevano.
“Il fatto che la Cina continui a costruire nel Mar Cinese Meridionale dimostra che sta continuando a prendere delle azioni unilaterali che fanno salire il livello di tensione nella regione, atteggiamento da ritenere controproducente per un soluzione pacifica delle controversie”, ha riferito il portavoce alla Reuters.
La Cina, come sempre, ha minimizzato questa affermazione ed è rimasta ferma nella posizione dichiarando che si tratta di semplici infrastrutture difensive all’interno dei suoi confini, come farebbe qualsiasi altra nazione.
“Se la Cina stia costruendo o se non stia costruendo delle necessarie strutture difensive territoriali sul proprio territorio, è una questione che rientra nell’ambito della sovranità cinese”, ha detto , martedì scorso in una conferenza stampa, la portavoce del ministero de Ministero degli Esteri, Hua Chunying.
Malgrado commenti di questo genere – e che la Cina non abbia assolutamente invaso nessuno – tutta la stampa ufficiale si è buttata su questa notizia e sulle nuove immagini.
Forbes, per esempio, ha pubblicato un pezzo dove sostanzialmente elenca tutti i motivi per cui la Cina sia da considerare il vero problema per la regione, e sulla CNN c’è stato un talk con alcuni analisti che hanno spiegato come il rafforzamento militare sulle isole artificiali sarà graduale e come la Cina continui ad esercitare la sua autoritaria influenza sui paesi confinanti.
Questi sono i fatti. Se volete crederci
Ma la realtà della situazione nel Mar Cinese Meridionale – a parte tutte le analisi di geopolitica – è che questo posto sta diventando un inferno con tutte le infrastrutture militari che galleggiano in quelle acque.
Come ha riferito Anti-Media, nella regione ci sono già forze militari USA che stanno prendendo parte a esercitazioni congiunte, con l’alleato Corea del Sud, che dureranno fino alla fine di aprile. Poi, all’inizio di maggio, il Giappone – altro alleato americano – manderà la più potente nave da guerra della marina giapponese a navigare nel Mar Cinese Meridionale in un tour di tre mesi.
Questo significa che, proprio quando finiranno le esercitazioni congiunte con la Corea del Sud – in cui, per inciso, partecipano contemporaneamente unità della Delta Force, dei Navy Seals e degli Army Rangers – il Giappone manderà una nave da guerra nelle acque che vengono rivendicate dalla Cina.
Se la coincidenza temporale può sembrare un po’ curiosa, si consideri che gli Stati Uniti hanno appena piazzato il loro sistema di difesa missilistica Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) in Corea del Sud, di cui né la Cina, né la Russia si sono preoccupate troppo.
Con la Cina che non accenna nemmeno a rivedere la sua posizione nel Mar Cinese Meridionale – sia ideologicamente che fisicamente – e con i media main-stream pronti e vogliosi di raccontare tutto il “male Cina” mentre l’esercito USA cerca di farne tesoro, sembra che la rotta di collisione – a lungo temuta- con la Cina possa essere non troppo lontana all’orizzonte.
Written by James Holbrooks
Fonte: qui
Traduzione: J.Manuel de Silva

Le forze USA/NATO si sono predisposte con reparti corazzati a 700 Km. da Mosca. 

Provocazione o strategia d’attacco?


Le forze USA/NATO si sono predisposte con reparti corazzati a 700 Km. da Mosca. Provocazione o strategia d’attacco? La Russia prepara le sue difese
I veicoli corazzati statunitensi si trovano a poca distanza da Mosca, la capitale della Russia, un fatto  senza precedenti, come mai prima era accaduto nella Storia. Questa informazione è stata riportata questa Domenica da Murad Gazdíev, il corrispondente militare dell’agenzia di Informazioni russa, RT News.
Le autorità militari russe seguono con molta attenzione i movimenti delle brigate corazzate USA/NATO che si trovano in prossimità dei propri confini e calcolano la distanza sulla base del numero di ore necessarie alle forze USA per raggiungere gli obiettivi miltari che presumibilmente sarebbero oggetto di una attacco delle forze USA/NATO. Gli specialisti militari calcolano che i carri armati USA potrebbero raggiungere la capitale russa in 24 ore di marcia di avanzamento.
Da parte sua, uno dei collaboratori di Gazdiev ha pubblicato nei commenti un’altra mappa con una etichetta in Ucraina – a 430 Km. di distanza da Mosca -, per mostrare che le manovre congiunte degli USA e dell’Ucraina, previste sulla base della denominata “assitenza tecnica” che Washington fornisce all’Ucraina, potrebbero essere parte del piano della NATO per mettere sotto assedio la Russia.
Mappa distanza Ucraina Mosca
In mezzo alle tensioni tra queste potenze mondiali, lo scorso Venerdì, 31 Marzo 2017, gli USA hanno schierato un battaglione delle US. Forces in Polonia ed un altro in Lituania, vicino alle frontiere russe, nell’ambito dell’operazione denominata “Atlantic Resolve” per contenere l’aggressione russa contro la NATO (sic).
Lo scorso 29 Marzo è arrivata alla base di Tapa, in Estonia, una brigata corazzata ed una meccanizzata francese che faceva parte della missione della NATO, cosa che è stata considerata come il maggiore spiegamento di forze nell’Europa dell’Est dai tempo della Guerra Fredda. Nell’operazione della NATO è compresa anche la presenza di un contingente di truppe italiane dislocate in Lettonia, questa volta sotto comando canadese. L’invio di questo contingente era stato approvato dal governo Renzi (si ripete una nuova Armir italiana in Russia?)
La Russia ha manifestatto pubblicamente le sue preoccupazioni per lo spiegamento di forze militari della NATO ai suoi confini occidentali, avvisando che l’espansione dell’Alleanza Atalantica costituisce una minaccia alla sicurezza tanto della regione come anche del mondo.
Nel frattempo i russi hanno potenziato le loro difese sia nel territorio russo che a Kalingrad, nella enclave russa situata tra la Polonia e la Lituania dove i russi hanno ultimamente installato i missili Kalingrad, che dispongono sia di testata nucleare che convenzionale e che hanno una portata di circa 500 Km. e sarebbero quindi in grado di colpire molte località europee, fra cui Berlino.
Questo tuttavia non ha impedito alla Governo della Angela Merkel di inviare propri contingenti di truppe alle frontiere della Russia nella prospettiva di essere in prima fila per tentare una nuova “operazione Barbarossa” contro la Russia, la medesima che nel 1942 fu tentata da Hitler e che ebbe risultati catastrofici con la sconfitta subita a Stalingrado.
In Germania ci sono state molte reazioni negative nell’opinione pubblica interna alla politica della Merkel che si è dimostrata totalmente succube agli USA e che non sembra abbia imparato alcunchè dalle lezioni della Storia, come diversi commentatori tedeschi non hanno mancato di osservare.
Fonte: qui
Fonti: Hispan TV
Traduzione e sintesi: Luciano Lago

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