sabato 8 aprile 2017

MISSILI USA CONTRO BASE AREA SIRIANA. ASSAD CONTRO GLI USA: “AZIONE SPERICOLATA”

PUTIN: “E’ UN’AGGRESSIONE A UN NOSTRO ALLEATO” 

LAVROV: “GLI AMERICANI AVEVANO DECISO DI ATTACCARE PRIMA DELLE STRAGE DEL GAS” 

TUSK, JUNCKER E LA NATO BENEDICONO L’AZIONE 

PERCHE’ I MISSILI USA HANNO FATTO FLOP? 

LA RUSSIA, AVVERTITA DEL RAID, HA ALLERTATO I SIRIANI

1 - SIRIA: ASSAD, AZIONE USA SPERICOLATA E IRRESPONSABILE 
(ANSA-AP) - Il comportamento degli Usa è stato "spericolato e irresponsabile". Lo denuncia lo staff del presidente siriano Bashar al Assad dopo l'attacco americano.

2 - CREMLINO,DA USA ATTO AGGRESSIONE CONTRO NOSTRO ALLEATO
 (ANSA) - La Russia considera il raid missilistico degli Usa in Siria "un atto di aggressione nei confronti di una nostro alleato". Così il portavoce del Cremlino che ha evitato di rispondere alla domanda se Mosca aumenterà la sua presenza militare in Siria. "Solo il presidente Putin può disporre l'aumento delle truppe russe in Siria", ha detto. Lo riporta la Tass.

3 - MOSCA, ATTACCO USA DECISO PRIMA STRAGE ARMI CHIMICHE
ASSAD PUTINASSAD PUTIN
(ANSA) - Gli Usa avevano deciso di attaccare la Siria già prima della strage avvenuta tre giorni fa nella provincia siriana di Idlib per un presunto attacco con armi chimiche di cui sono accusate le truppe di Damasco: lo sostiene il ministero degli Esteri russo, secondo cui la carneficina di Idlib è stata per gli americani solo "un pretesto".

4 - TUSK, DA USA MOSTRATA NECESSARIA RISOLUTEZZA
 (ANSA) - "Gli attacchi degli Usa mostrano la necessaria risolutezza contro i barbari attacchi chimici. La Ue lavorerà con gli Usa per mettere fine alla brutalità in Siria". Lo ha twittato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Sergey LavrovSERGEY LAVROV

5 - MOSCA, WASHINGTON CI HA AVVISATO DELL'ATTACCO
(ANSA) - La Russia è stata avvisata dell'attacco missilistico degli Usa in Siria attraverso i canali esistenti. Lo ha confermato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Lo riporta la Tass.

6 - NATO, GOVERNO SIRIANO PIENAMENTE RESPONSABILE REAZIONE USA
 (ANSA) - "Il Governo siriano porta la piena responsabilità per questo sviluppo". Lo dichiara il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo aver affermato che "a seguito dell'orrendo attacco con armi chimiche di questa settimana a Khan Shaykhun, che ha ucciso dozzine di persone compresi molti bambini, gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco contro la base aerea di Shayrat in Siria". Stoltenberg ha sottolineato che l'Alleanza "considera l'uso di armi chimiche come una minaccia alla pace e sicurezza internazionali".
attacco usa in siria 4ATTACCO USA IN SIRIA 

7 - LAVROV, ATTACCO USA RICORDA INVASIONE IRAQ
(ANSA) - L'attacco americano in Siria "è un atto di aggressione con un pretesto assolutamente inventato" e "ricorda la situazione del 2003, quando gli Usa e la Gran Bretagna, con alcuni loro alleati, hanno invaso l'Iraq": lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov.

8 - MOSCA, RAFFORZEREMO LE DIFESE AEREE DI ASSAD
(ANSA) - Il ministero della Difesa russo ha annunciato piani per il rafforzamento delle difese aeree siriane per proteggere le infrastrutture del Paese dopo il raid Usa. Lo riporta la Tass.


9 - FLOP USA, SOLO 23 MISSILI SU 59 A BERSAGLIO
attacco usa in siria 3
ATTACCO USA IN SIRIA 
(ANSA) - Secondo i dati a disposizione delle autorità russe, "la base aerea siriana" di Shayrat "è stata raggiunta solo da 23 missili" americani e "il luogo in cui sono caduti gli altri 36 missili da crociera è sconosciuto": lo ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, sottolineando che stando a queste cifre "l'efficacia bellica del massiccio attacco missilistico americano alla base siriana è estremamente bassa".

10 - JUNCKER, SI DOVEVA RISPONDERE A ATTACCO CHIMICO
jean claude junckerJEAN CLAUDE JUNCKER
(ANSA) - La scorsa notte "gli Usa hanno lanciato attacchi aerei" contro un aeroporto in Siria "in risposta" all' "orribile" attacco chimico di Idlib. Lo ha detto Jean Claude Juncker in una dichiarazione letta dalla portavoce Mina Andreeva. "Gli Usa hanno informato l'Ue che gli attacchi erano limitati e mirati a prevenire ulteriori atrocità con armi chimiche". La portavoce ha aggiunto che "Juncker è stato inequivocabile nella sua condanna dell'uso delle armi chimiche e sul fatto che il ripetuto uso delle stesse doveva avere una risposta".

Fonte: qui

Attacco alla Siria, comanda davvero Trump negli USA?


Gli Stati Uniti hanno bombardato la base militare siriana di Shayrat, Trump colpisce il governo di Assad, schierandosi così con i terroristi e mettendo a repentaglio i rapporti con Mosca. La giravolta di Trump in realtà è un segnale politico più che militare. Comanda davvero Trump negli USA?

I primi a gioire per i 60 missili americani lanciati sulla base militare siriana sono i tagliagole, i terroristi, ma anche la Merkel, Hollande e Gentiloni. I leader europei hanno infatti definito "proporzionato" l'attacco di Trump contro la Siria. Il pretesto del bombardamento? Il presunto utilizzo di armi chimiche da parte dell'esercito siriano contro i civili di Idlib. Come insegna la storia, non è la prima volta che l'utilizzo di armi chimiche, spesso e volentieri non dimostrato, fa scattare immediatamente nuovi bombardamenti e l'esportazione della democrazia USA.
Mirko Molteni, giornalista esperto di storia e argomenti militari
© FOTO: FORNITA DA MIRKO MOLTENI
Mirko Molteni, giornalista esperto di storia e argomenti militari
Senza prove, inchieste né appelli all'Organizzazione delle Nazioni Unite, il nuovo presidente americano, che fino al giorno prima affermava di battersi contro il terrorismo al fianco di Mosca, all'improvviso attacca chi il terrorismo lo combatte. Perché Trump scombina le carte in tavola? Il nuovo presidente si è piegato alle pressioni antirusse dell'establishment americano? Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione Mirko Molteni, giornalista esperto di storia e argomenti militari.
—  Sembra di assistere ad un film già visto più volte: si stabilisce un colpevole senza processo e piena certezza delle prove, si agisce di impulso con un attacco, subito seguito da un riattivarsi delle forze di opposizione. Mirko, la Siria secondo te farà la fine della Jugoslavia, dell'Iraq e della Libia?
—  Secondo me non seguirà lo stesso destino fin tanto che una potenza come la Russia vorrà tutelare i propri interessi nella zona, soprattutto la base di Tartus e la base aerea vicino a Latakia. Bisognerà vedere se questo attacco missilistico rimarrà un fatto isolato come quando Bill Clinton lanciò dei missili su una fabbrica farmaceutica in Sudan 1998 accusata di produrre armi chimiche. Finì tutto lì, non ci furono strascichi o addirittura l'arrivo delle truppe americane.
Se l'azione di Trump rimarrà un'azione isolata da intendersi come un messaggio geopolitico che Washington lancia verso i russi, ma anche verso la Corea del Nord oppure l'Iran è un conto; se si tratterà di una serie di iniziative in serie è tutta un'altra storia.
—  Trump ha agito in violazione del diritto internazionale, senza interpellare l'ONU, ma anche in violazione del diritto statunitense, visto che non ha ottenuto il via libera dal Congresso, no?
—  Certamente è un attacco a sorpresa senza alcuna dichiarazione formale di guerra nei confronti del governo di Damasco. Chiaramente è un tipo di azione che presuppone un'avventatezza: se il movente era l'attacco chimico a Idlib e il tutto è successo solo alcuni giorni fa non si è avuto nemmeno il tempo di imbastire una commissione di inchiesta per stabilire se sia stato Assad a lanciare le armi chimiche o meno. Si può parlare di un'azione più che altro politica legata a questioni interne allo stesso governo di Washington.
—  Prima del raid improvviso contro la Siria, la posizione di Trump era in bilico e rischiava l'impeachment. Con questo attacco missilistico non c'è il rischio che si sia alienato anche quella parte di opinione pubblica americana che lo sosteneva?
— Questo attacco potrebbe dare l'idea che Trump sia stato costretto in un certo senso a concedere qualcosa alla gran parte del Congresso e dei funzionari governativi americani che non volevano una vera riconciliazione nei confronti della Russia. Lo si può vedere in queste ore con il fatto che dopo varie polemiche il deputato repubblicano David Nunes è stato costretto a dimettersi dalla Commissione di Inchiesta della Camera del Congresso americano, che indagava sui presunti contatti fra Trump e la Russia in campagna elettorale. Nunes è stato accusato negli ultimi giorni di avere avvertito Trump del fatto che i servizi segreti americani lo avrebbero "accidentalmente" intercettato.
—  L'attacco contro la Siria dimostra, se vogliamo, che Trump non decide più di tanto negli Stati Uniti?
—  Bisogna capire chi comanda veramente negli Stati Uniti. Trump aveva detto la settimana scorsa che il vero problema non era Assad, ma l'ISIS e in generale il terrorismo. Non era affatto prioritario per lui cambiare il governo a Damasco. Il fatto che in pochi giorni si sia avuta questa giravolta politica indica che Trump, per quanto personalmente possa rimanere convinto che non è Assad il problema, è tenuto sotto pressione da vari elementi del Pentagono, della CIA, dei fattori quindi legati alla precedente amministrazione Obama.
Dalle notizie che emergono oggi sembra che i 59 missili abbiano provocato pochi danni, perché la maggior parte degli aerei siriani erano stati sgombrati da quella base. Si parla di un numero limitato di vittime e danni in proporzione ai 59 missili. Per il momento si può parlare di un raid più politico che militare.
—  Il Cremlino ha reagito al raid americano definendolo come "un'aggressione ad uno Stato sovrano", inoltre la Russia ha sospeso il memorandum di cooperazione sulla Siria con gli Stati Uniti. L'attacco di Trump alla fin fine ha segnato un importante passo indietro nella lotta comune al terrorismo minando i rapporti con Mosca. Qual è il rischio?
— Dopo questo raid Mosca e Washington dovrebbero tornare a discutere della questione siriana cercando di mantenere la calma. Data la presenza in Siria di forze russe, se continueranno azioni americane di questo tipo si rischierà veramente una tensione e forse uno scontro sul terreno fra russi e americani. Il terreno siriano non è gigantesco, risulta affollato quindi di aerei e missili. America e Russia dovranno intendersi una volta per tutte per mantenere al centro del bersaglio l'ISIS e le milizie jihadiste affini e non un elemento come Assad, che per i russi è un alleato.
—  I primi ad esultare dopo il raid americano sono stati i tagliagole di Daesh. L'Italia, assieme a Germania e Francia però hanno definito quest'attacco "proporzionato". Com'è possibile che l'Europa giustifichi un'azione illecita da un punto di vista del diritto internazionale e a favore dei terroristi?
—  È una classe di governanti che si è fatta guidare dall'emozione per il video dell'attacco chimico di Idlib senza andare oltre e agire secondo una riflessione geopolitica e diplomatica. Comunque in situazioni del genere avrebbero dovuto appellarsi alla calma prima di qualsiasi azione, sarebbe stato necessario chiedere un'inchiesta indipendente sull'episodio di Edlib.
—  C'è chi parla addirittura di un'imminente terza guerra mondiale. Quali scenari futuri ci possono attendere?
—  Se a Washington prevale la linea dei funzionari e degli ufficiali, che continuano a vedere nel confronto con Mosca un fattore di interesse nazionale, Trump rimanendo isolato si ritroverà costretto a portare avanti questa strategia. Vedremo in questo caso continuare la tensione con Mosca ai livelli che abbiamo visto negli ultimi due tre anni.
Lo scenario futuro dipenderà in parte dalla forza con cui Trump potrà imporre almeno una moderazione nella linea antirussa e in parte anche dall'atteggiamento del governo russo. Putin e Lavrov sanno certamente che Trump a Washington deve affrontare i problemi di politica interna, i leader russi potrebbero cercare di facilitare Trump con proposte diplomatiche che gli permettano di riproporre ai funzionari statunitensi la collaborazione con la Russia in chiave anti terrorismo. Per il momento i funzionari americani non sembrano entusiasti della collaborazione con Mosca…
Fonte: qui


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