Ieri è stata la classica giornata in cui i mercati, provati da una continua attesa di notizie positive, in grado di dare solidità alla molta strada rialzista già fatta, hanno avuto una crisi di nervi per le tante svolte, tutte negative, che ieri si sono palesate agli occhi degli investitori.
E pensare che per gran parte della seduta la volontà degli indici USA di confermare il trend rialzista con nuovi massimi (Nasqaq100) o di porre fine alla correzione di breve periodo in atto, per tornare a guardare in alto (SP500 e Dow Jones) sembravano imporsi e condurli verso una seduta scacciapensieri.
Invece intorno alle 20, in coincidenza con la pubblicazione dei verbali dell’ultimo FOMC della Federal Reserve, i nervi sono saltati e gli indici hanno subito il predominio delle vendite, che hanno costretto la seduta a chiudersi in negativo. Una svolta effettuata a mercati europei chiusi, i quali, peraltro, quasi a subodorare quel che sarebbe successo, nell’ultima ora hanno effettuato anch’essi una scivolata che li ha portati tutti a chiudere in negativo. Anche il nostro Ftse-Mib, che per tutta la seduta aveva mostrato una invidiabile forza, restando isolatamente in positivo grazie alla verve dei bancari.