martedì 14 febbraio 2017

Italia, Fate Presto Idioti.

Continuo a rimanere letteralmente basito dall’irresponsabilità della classe politica tutta (inclusi grillini) che chiede elezioni subito e se non lo fa è solo per sperare nel condono giudiziario europeo prima delle elezioni (berlusconi)
Lo spread italiano continua a rimanere altissimo con la tendenza a sfondare nuovi massimi:
Ed è chiaro o dovrebbe esserlo quale sia la richiesta dei detentori di debito italiano: vogliamo stabilità politica o vendiamo il vostro debito.
Lo spettacolo del Governo Renzi/Gentiloni che sta ancora li a discutere su 3,4 miliardi di deficit su una spesa pubblica di 800 miliardi per questioni di cosmesi elettorale è agghiacciante.
Pare che l’Europa stia impiccando l’Italia quando in realtà ha solo chiesto una minima correzione per salvare la faccia. Un favore non un attacco all’Italia.
Andare o minacciare elezioni senza una legge elettorale in grado di consegnare un parlamento un minimo unito è un suicidio per un paese che ha il 135% di debito pubblico da gestire e che potrebbe affrontare i negoziati per l’uscita della Francia da Euro e Europa a breve.
Fonte: qui

Il No dell’Ue al voto anticipato entro giugno: “Conti pubblici italiani a rischio”

L'incertezza politica dovuta al probabile voto anticipato entro il prossimo giugno porrebbe l'Italia a serio rischio. A segnalare il pericolo è la Commissione europea in un rapporto relativo all'andamento economico dei Paesi Ue per l'anno 2017.


Secondo i vertici della Commissione europea, l'incertezza politica che attanaglia l'Italia dopo la vittoria del No al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre e le conseguenti dimissioni del governo Renzi porrebbe a serio rischio il Belpaese. Secondo i commissari di Bruxelles, per l'Italia sarebbe rischioso andare a elezioni anticipate entro il prossimo giugno, soprattutto tenendo in considerazione il fatto che in questi mesi il governo dovrebbe varare una sorta di manovra bis per ripianare il buco nei conti pubblici segnalato qualche settimana fa dalla Commissione Ue. Nel corso della mattinata di oggi, il commissario Pierre Moscovici presenterà le previsioni invernali relative all'Unione europea e ai vari Stati membri che la compongono e indiscrezioni sostengono che i vertici Ue segnaleranno esplicitamente la presenza di incertezze politiche legate proprio alle elezioni che si svolgeranno in Europa nel corso dei prossimi mesi in Olanda, Francia, Germania e, probabilmente, a quanto da settimane si vocifera, in Italia.

L'Italia, secondo quanto rilevato dai commissari, nel corso dell'anno avrà sì qualche segnale positivo sul fronte della crescita economica, accompagnato però da un andamento negativo del deficit strutturale e un livello di debito pubblico troppo alto rispetto ai parametri sanciti dai trattati europei. Proprio nella giornata in cui il segretario del Partito Democratico ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi annuncerà le dimissioni da segretario del partito e, probabilmente, la volontà di andare a elezioni anticipate entro il prossimo giugno, Bruxelles si appresta a mandare un netto segnale all'Italia, sottolineando appunto che un voto anticipato nei prossimi mesi potrebbe porre il Paese a serio rischio, rischio che obbligherebbe il governo a intervenire con misure tangibili e concrete in grado di "produrre effetti immediati". Insomma, a Bruxelles non basterebbero più le promesse di Padoan contenute nella lettera del 7 febbraio: in caso di elezioni entro giugno, le misure economiche previste andrebbero varate in fretta, prima della scadenza di aprile proposta dal ministro dell'Economica.

"Padoan ci ha fatto delle promesse. Prima generiche, con la lettera del 1° febbraio, e poi più concrete con quella del 7 febbraio. Quest’ultima è stata molto apprezzata. In una situazione normale, potremmo accontentarci. Ma in Italia non c’è una situazione normale", ha confidato una fonte interna alla Commissione a Marco Bresolin del quotidiano La Stampa. Secondo Bruxelles, la manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro promessa dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan andrebbe varata al più presto, ma in caso di elezioni anticipate nel brevissimo periodo ciò sarebbe molto difficile. Indiscrezioni infatti sostengono che Matteo Renzi sia assolutamente contrario all'ipotesi di una manovra correttiva a ridosso della campagna elettorale e, al contrario di Padoan, l'ex presidente del Consiglio vorrebbe rovesciare il tavolo della trattativa rinunciando al varo della manovra correttiva, con una conseguente strategia elettorale improntata sul contrasto alle richieste di Bruxelles.

Fonte: qui

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