GLI OSPITI SI LAMENTANO PER IL CIBO E PER L’ASSENZA DI INTERNET, MA L’UNICO RISULTATO È STATA LA FUGA DI 13 PERSONE, COMPRESO UN SOSPETTO TERRORISTA...
RIVOLTA AL CENTRO MIGRANTI, IN 13 FUGGONO DA PONTE GALERIA. TRA LORO UN SOSPETTO TERRORISTA
Estratto da www.iltempo.it
Rivolta e fuga dal Centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria (Roma). Una dozzina di immigrati venerdì sera, a seguito di una rivolta sono riusciti a fuggire dal centro sfondando porte e scavalcando recinzioni, dileguandosi tra le campagne circostanti il centro. I migranti lamentavano che il cibo non era buono, accusando anche che fosse scaduto, e che avevano pochi cellulari a disposizione.
Nella confusione della rivolta sono fuggiti 25 ospiti provenienti da Egitto, Gambia, Tunisia e Algeria. Dodici sono stati catturati poco dopo la fuga, tredici sono ancora in circolazione. Tra i fuggiaschi ci sarebbe un algerino monitorato dall'Antiterrorismo per sospetta attività jihadista. "La Segreteria Provinciale di Roma del Sap - si legge sul suo profilo facebook . - intende esprimere tutta la solidarietà del caso ai colleghi del Reparto Mobile e dell'Ufficio Immigrazione della questura di Roma che stanotte si sono trovati a fronteggiare l'ennesima rivolta e a contrastare le violente intemperanze degli 'ospiti' del Cpr di Ponte Galeria, che come noto ha riaperto da alcuni mesi".
"Soltanto l'alta professionalità del personale ha scongiurato più gravi conseguenze e soprattutto ha impedito che nessuno rimanesse ferito in modo serio". (...)
“DATECI INTERNET”
Stefano Vladovich per “il Giornale”
Pasti migliori e smartphone gratis per tutti. È rivolta al centro per immigrati clandestini di Ponte Galeria. Scavalcano la recinzione in trenta, 18 vengono riacciuffati, 12 svaniscono nel nulla (uno di loro è attenzionato dall' antiterrorismo). Sono spariti nelle campagne tra la via Portuense e l' aeroporto di Fiumicino.
L' ennesima protesta al Cpr, Centro di Permanenza per il Rimpatrio del litorale romano, scoppia quando la vigilanza si indebolisce e il rapporto «guardie-prigionieri» è uno a 20. Venerdì pomeriggio decine di agenti del reparto mobile, la Celere, vengono inviati al centro di Roma per motivi di ordine pubblico.
Alcune Ong, in particolare, manifestano in città e bisogna impedire scontri e disordini. Sono le 19 del 5 luglio: a Ponte Galeria un gruppo di extracomunitari, egiziani, tunisini, marocchini e gambiani dei 142 ospiti fra uomini e donne, comincia a battere sulle sbarre dei fabbricati.
Sembra una sommossa all' interno di un penitenziario. Nelle camerate qualcuno appicca il fuoco a materassi e lenzuola, tanto da far intervenire gli addetti alla sicurezza interna per spegnere l' incendio ed evitare il peggio. Altri si tagliano braccia e gambe con delle lamette da barba e distruggono gli armadi. «Abbiamo usato gli estintori - raccontano gli agenti di polizia - ma eravamo troppo pochi per tenerli a bada». Nel parapiglia generale la fuga di una trentina di persone.
Qualcuno viene raggiunto e bloccato dopo qualche metro, altri a chilometri di distanza.
«Sono fuggiti in mezzo alla campagna. Finché c' era luce siamo riusciti a trovarli. Ma quando è calato il buio...», ammettono i poliziotti. Almeno cinque extracomunitari vengono fermati all' interno di Commercity, la grande area di distribuzione all' ingrosso di prodotti importati per i commercianti di tutta la regione.
Altri vengono scovati a ridosso dell' autostrada Roma - Fiumicino, appena fuori dalla zona aeroportuale. Una dozzina si dilegua nella notte. È il Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia, a lanciare l' allarme sull' ennesimo episodio di violenza che ha messo a rischio l' incolumità degli stessi poliziotti. «Una situazione paradossale - lamenta Stefano Paoloni, segretario generale del Sap -, il centro di identificazione ed espulsione per i clandestini, non un centro per richiedenti asilo, è a pieno regime. Parliamo di persone che sanno di essere espulse dall' Italia presto o tardi e che non hanno nulla da perdere. In passato è accaduto di tutto al vecchio Cie di Ponte Galeria, dai fenomeni di autolesionismo a violente ribellioni».
Gli ospiti lamentano cibo scadente e l' assenza di internet e telefoni cellulari. A farne le spese sono gli agenti dell' Ufficio Immigrazione della questura di Roma, incaricati della sicurezza all' interno dei fabbricati e i loro colleghi del reparto Celere, impegnati fino all' alba alla ricerca dei latitanti. Inutilmente. La struttura, chiusa nel luglio 2015 dopo una sommossa senza precedenti (un immigrato ustionato e un poliziotto ferito) viene ristrutturata e riconsegnata al Ministero degli Interni nell' aprile scorso. Almeno per quanto riguarda l' ala maschile. A gestire il Cpr è la Prefettura mentre l' ordine viene garantito dalla polizia di Stato.
Fonte: qui
Alcune Ong, in particolare, manifestano in città e bisogna impedire scontri e disordini. Sono le 19 del 5 luglio: a Ponte Galeria un gruppo di extracomunitari, egiziani, tunisini, marocchini e gambiani dei 142 ospiti fra uomini e donne, comincia a battere sulle sbarre dei fabbricati.
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