lunedì 15 marzo 2021

UN OPERATORE SANITARIO DI LICATA MUORE PER TROMBOSI.

A FEBBRAIO AVEVA RICEVUTO LA PRIMA DOSE DEL VACCINO "PFIZER" 

IL 52ENNE CHE GODEVA DI UN OTTIMO STATO DI SALUTE. LA PROCURA DI AGRIGENTO HA APERTO UN'INCHIESTA PER APPURARE LE CAUSE DELLA MORTE 

SOLO NELLA GIORNATA DI VENERDÌ 12 MARZO SONO STATE DISDETTE 7MILA PRENOTAZIONI. MA I VIROLOGI ASSICURANO CHE…

Sofia Dinolfo per ilgiornale.it

vaccino pfizerVACCINO PFIZER

Una morte tutta da decifrare quella di un operatore sanitario, C.S. di 52 anni, di Licata, in provincia di Agrigento.

 

Un decesso sulla cui causa adesso sorgono numerosi sospetti alla luce del fatto che la persona in questione a febbraio aveva ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer. In un primo momento si era appreso era che il vaccino somministrato all'uomo fosse quello di AstraZeneca. Poi, fonti della procura hanno precisato a il Giornale.it che si trattava dell'altro siero.

 

La notizia, riportata questa mattina su il giornale “La Sicilia”, racconta gli ultimi giorni di vita dell’uomo che lavorava in una casa di riposo a Palma di Montechiaro. Assieme ai colleghi il 52 enne si era sottoposto alla prima inoculazione del vaccino in quanto appartenente ad una categoria lavorativa che, per la delicatezza del settore, richiede un turno prioritario rispetto ad altre.

 

VACCINO PFIZER 1VACCINO PFIZER 1

In un primo momento andava tutto bene, pochi giorni dopo è iniziato un malessere generale degenerato in poco tempo al punto che il licatese è stato trasportato dalla sua abitazione all’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata. Da lì, viste le gravi condizioni, la decisione dei sanitari di trasferirlo in elisoccorso al Policlinico di Palermo dove è deceduto a causa di una trombosi. A seguito della denuncia dei familiari, la procura di Agrigento ha aperto un’indagine. I parenti dell’operatore sanitario vogliono far luce sulle cause del decesso e capire se ci sono collegamenti con la somministrazione del vaccino Pfizer.

 

VACCINO PFIZERVACCINO PFIZER

Da quanto si è appreso, sempre da fonti della procura, “non risulterebbero al momento correlazioni tra la morte del 52enne e la somministrazione del vaccino”. Al di là della circostanza "che sia morto per verosimile emorragia cerebrale e che nel mese di febbraio fosse stato sottoposto al vaccino Pzifer in quanto operatore sanitario, non vi sono allo stato elementi per affermare che la morte sia correlata a reazioni al vaccino", informa chi indaga sul caso. Da Adnkronos si apprende anche che l’operatore sanitario "aveva assunto altri farmaci per altro tipo di problematiche sanitarie e sono in corso doverosi accertamenti di carattere preliminare".

 

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In Sicilia già dagli scorsi giorni sono al lavoro altre procure per lo stesso motivo. Sono in corso le indagini per accertare la morte del militare Stefano Paternò ad Augusta , il poliziotto Davide Villa a Catania e il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco a Trapani. Tutti legati da un fattore comune: aver ricevuto la prima somministrazione del vaccino AstraZeneca. Intanto il palazzo di Giustizia di Gela continua a lavorare sul caso dell’insegnante di 37 anni ricoverata in condizioni gravissime al Sant’Elia di Caltanissetta dopo la prima dose del vaccino. Il mal di testa prima, lo stato confusionale poi, il ricovero e la sottoposizione ad un delicato intervento di neurochirurgia per una emorragia celebrale. Dopo l’operazione le condizioni della 37enne sono ancora critiche. La procura ha sequestrato le cartelle cliniche e si cerca di capire se sussiste o meno un collegamento con il vaccino. Al momento non è stata appurata alcuna correlazione.

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AstraZeneca: paura in polizia e molti cancellano la prenotazione

Dopo le notizie di questi ultimi giorni, nonostante manchi ancora di far chiarezza sulle cause, si è scatenata una vera e propria psicosi in Sicilia: solo nella giornata di venerdì 12 marzo sono state disdette 7mila prenotazioni. Tra le categorie, a far mancare la propria presenza all’appello sono fra gli altri insegnanti e operatori delle forze di polizia. Nel frattempo la campagna di vaccinazione prosegue e dall’Aifa arrivano anche rassicurazioni sulla sicurezza del vaccino. Il presidente Giorgio Palù gli scorsi giorni ha detto più volte che “è tutto in evoluzione e bisogna ancora accertare il nesso di causalità”. Fonte: qui


UNA 54ENNE È RICOVERATA IN TERAPIA INTENSIVA ALL’OSPEDALE DEL MARE DI NAPOLI DOPO LA SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO ASTRAZENECA: AVEVA RICEVUTO LA PRIMA DOSE DEL LOTTO SOTTO SEQUESTRO 

LA 54ENNE NON AVEVA PATOLOGIE PREGRESSE E SI TROVA IN RIANIMAZIONE IN CONDIZIONI GRAVISSIME DOPO UNA TROMBOSI…


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ASTRAZENECA DONNA RICOVERATA A NAPOLI SONIA BATTAGLIAASTRAZENECA DONNA RICOVERATA A NAPOLI SONIA BATTAGLIA

   Una donna di 54 anni, Sonia Battaglia, è ricoverata in terapia intensiva nell’ospedale del Mare di Napoli dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca avvenuta una settimana fa. Alla donna era stata somministrata la prima dose del vaccino anti-Covid del lotto ABV5811 finito sotto sequestro nelle ultime ore in Italia.

 

Come sottolineano i parenti, la 54enne non aveva patologie pregresse e si trova in rianimazione in condizioni gravissime. La notizia, diffusa dai familiari, è stata confermata da fonti sanitarie.

 

Donna in gravi condizioni dopo vaccino AstraZeneca, le parole del figlio

Uno dei figli della donna, intervistato dal sito ilMeridianoNews.it, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

ASTRAZENECA DONNA RICOVERATA A NAPOLIASTRAZENECA DONNA RICOVERATA A NAPOLI

 

 

“[…] Mamma si è sottoposta al vaccino AstraZeneca (LOTTO ABV5811) il 1 marzo. Il giorno seguente al vaccino stava bene ed è anche andata a lavoro come suo solito. A distanza di due giorni ha iniziato ad avere febbre e dolori articolari. Il terzo giorno invece, ha iniziato a vomitare senza sosta. Abbiamo chiamato l’ambulanza ed i sanitari i le hanno messo la flebo per recuperare tutti i liquidi che stava perdendo. Dormiva in continuazione non riusciva a parlare, si addormentava mentre parlava.

 

Il 12 marzo sera abbiamo richiamato l’ambulanza la quale, dopo aver controllato i parametri vitali, si è rifiutata di portarla in ospedale e tenerla sotto controllo. La mattina seguente ho chiesto a mia madre di muoversi e di alzare la gamba sinistra, lei era convinta di riuscire ad alzarla ma invece era totalmente immobile. L’ho presa in braccio e portata in pronto soccorso dove è stata ricoverata d’urgenza per emorragia cerebrale e in seguito ha anche avuto un infarto. Dopo essere riusciti a parlare con i dottori, nel pomeriggio ci hanno informati che nel giro di due ore ha avuto una trombosi massima che ha preso tutti gli organi del corpo, emorragia cerebrale e una occlusione dell’aorta causata da una placca […]”.

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