sabato 20 marzo 2021

Vaccino Covid in Francia, infermieri e dottori contrari: solo il 30% lo ha fatto

 


Il ministro Veran ha minacciato di renderlo obbligatorio. 

Tra i motivi della decisione la sfida al governo giudicato sordo alla richieste dei medici

PARIGI «Oggi, quasi il 40% del personale sanitario nelle residenze per anziani e il 30 % del personale degli ospedali sono vaccinati. Non basta, nel momento in cui degli stock del vaccino AstraZeneca sono ancora disponibili nella maggior parte delle strutture. (…) Ve lo domando per voi stessi, i vostri cari, i francesi. Se non siete ancora vaccinati, fatelo rapidamente. Ne va della nostra sicurezza collettiva», scrive il ministro Olivier Véran a tutti i professionisti della Sanità.

La lettera aperta del ministro ha posto nel modo più chiaro un problema che da qualche giorno complica la campagna di vaccinazione in Francia: i medici e ancora di più gli infermieri sono restii a farsi vaccinare. Il 27 dicembre 2020, quando la signora Mauricette è stata la prima francese a ricevere la dose Pfizer, il governo sembrava ancora temere lo scetticismo dei francesi e preoccupato di mostrare soprattutto comprensione e cautela: la formula preferita era «nessuna precipitazione», e i candidati al vaccino – per primi gli ospiti nelle residenze per anziani – venivano informati dei benefici e dei possibili effetti collaterali, poi avevano cinque giorni per riflettere, e infine venivano di nuovo interpellati prima della somministrazione. Questa prudenza e le difficoltà logistiche hanno fatto scendere la Francia agli ultimi posti nella graduatoria europea delle vaccinazioni, provocando critiche al governo e al presidente Macron anche da parte dei tanti che fino a poche settimane prima esprimevano dubbi su vaccini messi a punto in così poco tempo.

Il clima è ormai cambiato e il governo francese, alle prese con la diffusione delle varianti, punta tutto sui vaccini per evitare un nuovo lockdown (che sarebbe il terzo dopo quelli della primavera 2020 e di novembre). Il primo ministro Jean Castex dice che «abbiamo davanti un mese e mezzo, due mesi molto delicati per colpa delle varianti, quindi dobbiamo fare di tutto per vaccinare il più possibile». Solo che, a sorpresa, i primi a sembrare riluttanti e a non mostrare grande voglia di collaborare verso questo traguardo sono i medici e gli infermieri negli ospedali. «Tra il personale curante (medici e infermieri), solo uno su tre è vaccinato. Non è normale», aveva detto già giovedì scorso il premier durante la conferenza stampa settimanale. «Il tempo della reticenza è dietro le nostre spalle», ha aggiunto il ministro della Sanità, che non esclude di ricorrere alla vaccinazione obbligatoria per medici e infermieri.

Olivier Véran è pronto a ricorrere al Consiglio nazionale di etica, una prima tappa nel percorso verso un vaccino imposto, scelta senza precedenti in un Paese nel quale anche prima della pandemia prevaleva l’idea di lasciare libertà di scelta. Prima di intraprendere quella strada, Véran ha scritto la lettera aperta al personale sanitario, suscitando però non poche proteste. In particolare, molti non perdonano a Véran il fatto di avere scritto la verità, ovvero che quanto alla vaccinazione di medici e infermieri «ne va della nostra sicurezza collettiva»: troppi pazienti corrono il rischio di entrare negli ospedali per altre patologie e di uscirne con il covid. Il personale sanitario dovrebbe vaccinarsi pensando alla propria salute, certo, ma anche a quella dei pazienti. Per non parlare del fatto che medici e infermieri, forti della loro formazione scientifica, dovrebbero dare il buon esempio al resto della popolazione. Ma secondo Thierry Amouroux, portavoce del sindacato nazionale degli infermieri, «il metodo di trasformare il personale medico in capri espiatori è ignobile, serve solo a mascherare l’incompetenza del governo nel combattere l’epidemia e gestire la campagna di vaccinazione». «Poi, non è vero che rifiutiamo di vaccinarci – ha aggiunto alla radio Europe 1-. 

Però non vogliamo il vaccino AstraZeneca perché lo riteniamo poco adatto. Siamo molto esposti e abbiamo bisogno di un vaccino più efficace rispetto ad AstraZeneca». E qui si torna alla corresponsabilità del governo, che nelle settimane scorse ha avuto un atteggiamento ondivago in particolare nei confronti del vaccino AstraZeneca, in un primo tempo riservato agli under 65 e dal primo marzo invece raccomandato anche a chi ha più di 65 anni. «Le riserve iniziali non sono più giustificate, è un vaccino molto efficace», ha ripetuto il premier Jean Castex in conferenza stampa. Osannati e ringraziati come salvatori un anno fa, quando tutte le sere alle 20 i francesi li applaudivano dai balconi, i medici e gli infermieri non sopportano adesso di essere indicati come i cattivi maestri della vaccinazione. Sullo sfondo, anni di tensione e disamore tra la Sanità pubblica e il governo, accusato di avere sistematicamente tagliato le risorse e quindi contribuito alle difficoltà attuali nelle terapie intensive.

6 Marzo 2021

Nessun commento:

Posta un commento