AVEVA UN FALSO LASCIAPASSARE DELLA POLIZIA
QUEI DISCORSI SUI KALASHNIKOV DA ACQUISTARE A PREZZI DI SALDO
TRA I TANTI DIALOGHI INTERCETTATI, CI SONO QUELLI TRA L’UOMO E UN ALTRO RECLUTATORE DI NAZISTI IN CUI SI DICE CHE…
PASQUALE NUCERA
Le «ombre nere» che hanno dato il nome all' operazione dell' Antiterrorismo contro una rete di neonazisti intenzionati a fondare il Partito nazionalsocialista dei lavoratori italiani, cominciano a prendere corpo. Non sono più solo i bellicosi proclami degli inquisiti a preoccupare gli investigatori, ma le armi che alcuni di loro avevano a disposizione.
Per esempio il mini-arsenale sequestrato a Pasquale Nucera, l' ex pentito di 'ndrangheta arruolato dalla banda di nostalgici di Hitler, custodito in Francia nelle case e nei terreni della donna che viveva con lui in Italia, finito in carcere. Otto fucili, una carabina, una pistola semiautomatica e quattro revolver, oltre a due valigette piene di munizioni, che si sommano a due fucili e una carabina trovate nell' abitazione ligure in provincia di Imperia, dove c' erano pure le cartucce dei fucili sequestrati oltralpe.
Dalle ultime perquisizioni è saltato fuori anche un altro particolare inquietante: una tessera della polizia francese, falsificata alla perfezione, intestata a Nucera classificato come guardien de la pax, che equivale a un lasciapassare ai controlli delle autorità civili e militari.
ARSENALE NAZISTI
L' arsenale dell' ex 'ndranghetista dalle tendenze neofasciste (di sé diceva di essere stato un militante di Forza nuova a stretto contatto con la dirigenza nazionale) viene collegato dagli inquirenti a un' intercettazione in cui parlava di proiettili con Maurizio Aschieri, l' altro indagato di «Ombre nere» arrestato per possesso illegale di armi. Il 6 novembre scorso, tre settimane prima della «retata» della Polizia di prevenzione e delle Digos di varie città coordinate dalla Procura di Caltanissetta, Aschieri chiedeva a Nucera: «Ascolta, riesci a regalarmi due tre... aspetta... com' è che si chiamano... chiavi, chiavi inglesi del 12....».
ARSENALE NAZISTI
Secondo gli investigatori si tratta di un linguaggio cifrato per riferirsi al calibro delle munizioni. Nucera rispondeva prima di sì e poi di no, spiegando che gliele aveva già date, ma Aschieri insisteva: «Ma va! Non è vero, mi avevi dato altre... altre chiavi... quelle tedesche... mi avevi dato, di chiavi, le altre, le svedesi, speciali...». E Nucera: «Te le avevo date...».
Tra i tanti dialoghi intercettati, ci sono quelli tra l' ex pentito - che in primavera è tornato a deporre nel processo contro la 'ndrangheta stragista a Reggio Calabria, dove ha raccontato di aver conosciuto Licio Gelli e ricostruito presunti contatti tra i boss calabresi e la massoneria coperta, da cui sarebbero scaturiti anche alcuni «omicidi eccellenti» - e un altro presunto reclutatore di neonazisti, il ligure Alessandro Piga. A lui Nucera rivela di aver aderito, insieme a polacchi, cecoslovacchi, ungheresi e austriaci, a un gruppo di Templari anti-Islam, e di essere il titolare di un Ordine templare con sede a Lugano.
Dice anche di avere militato nella Legione straniera e combattuto in mezzo mondo, dall' Uganda alla Rhodesia, dal Ciad al Libano, fino a Eritrea e Somalia, e di collaborare attualmente con i «gilet gialli» che da un anno mettono a ferro e fuoco Parigi.
NEONAZISTI 1
Il calabrese che viveva tra la Liguria e la Francia vantava pure contatti con uomini politici del centro-destra attivi in alcune banche, e progettava azioni a Savona, per le quali - diceva - «ho già fatto dei sopralluoghi, utilizzando macchine diverse». Attentati da compiere «utilizzando benzina e rivendicandoli "Patrioti italiani" e basta». Vanterie e vaneggiamenti, forse.
Ma le armi a disposizione, la tessera della polizia francese e altri discorsi sui kalashnikov da acquistare a prezzi di saldo hanno convinto l' Antiterrorismo a intervenire. E per adesso, Nucera che si faceva chiamare Léon, ha preferito non rispondere ai magistrati.
“BISOGNA CREARE UN NOSTRO ESERCITO PERCHÉ PURTROPPO L’ESERCITO E LE FORZE DELL’ORDINE SONO, PER TRE QUARTI, FEDELI ALLO STATO”
I NAZI-DELIRI DEL GRUPPO DI MISS HITLER CHE COME MODELLO AVEVA BORGHEZIO E BANNON
DALLE INTERCETTAZIONI EMERGONO GLI ATTACCHI A SEGRE, BOLDRINI E SAVIANO (“HA LA PROTEZIONE DEGLI EBREI”) E IL SOGNO DI MISS HITLER DI FARE UN PARTITO
LA SPACCATURA SULL’ISLAM
"Serve gente come Borghezio e Bannon", questa la proposta di una delle attiviste del partito neonazista, fatta mentre conversava al telefono con ‘miss Hitler', Francesca Rizzi, la responsabile per il Nord del gruppo. Le idee e le dichiarazioni dell'ex europarlamentare leghista e dell'ex capo stratega del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e fondatore dell'organizzazione internazionale ‘The Movement', che promuove il nazionalismo economico e il populismo di destra. avevano fatto breccia nel cuore degli attivisti di estrema destra.
MISS HITLER SU VKONTAKTE
Nel novembre dell’anno scorso, come ha ricostruito Salvo Palazzolo su ‘la Repubblica', proprio mentre si affermava il movimento di Steve Bannon, i neonazisti puntavano ad allargare il movimento, cercando nuove alleanze, che avessero soprattutto il comune denominatore dell'odio verso gli ebrei.
Contemporaneamente se la prendevano con lo scrittore Roberto Saviano: "Ha la protezione degli ebrei", diceva l’esponente del partito in quella telefonata con Francesca Rizzi. ‘Miss Hitler' aveva il sogno di organizzare un partito: la Digos la seguiva da tempo, anche per via dei suoi post sui social network. "Questi subumani devono sparire dalla faccia della terra. Con i forni ci vorrebbe troppo tempo" scriveva sul suo account attaccando Liliana Segre e Laura Boldrini.
MARIO BORGHEZIO
Le intercettazioni della Digos di Enna e del servizio Antiterrorismo interno hanno messo in luce i piani degli esponenti del ‘Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori'. Attorno a ‘miss Hitler' gravitava infatti una galassia di singoli e gruppi che volevano organizzare azioni eclatanti. Come il presidente di un fantomatico movimento ‘La rinascita dell’Italia', operativo in provincia di Roma, che chiedeva a Francesca Rizzi due persone per fare un raid notturno in Prefettura o in Comune o nella sede di Equitalia: "Così le facciamo saltare in aria, e non facciamo danni a nessuno".
MARIO BORGHEZIO
‘Miss Hitler' era in contatto anche con un uomo residente in provincia di Cuneo che si vantava di avere combattuto in Africa come mercenario, dove "sparava alla gente e tagliava le teste". "Dobbiamo creare un nostro esercito", ripeteva Antonella Pavin, la contabile di Curtarolo (Padova) che era l'ideologa del nuovo partito: "Bisogna creare un nostro esercito perché purtroppo l’esercito e le forze dell’ordine sono, per tre quarti, fedeli allo Stato e non si ribelleranno mai". Ma le donne del partito neonazista puntavano soprattutto sul presidente del movimento ‘La rinascita d’Italia': "Ci porterebbe a fare una valanga di tesserati".
MISS HITLER
Dalle intercettazioni è emersa anche una spaccatura nel gruppo, a proposito dell'atteggiamento da tenere nei confronti dell'Islam. La Rizzi voleva seguire alla lettera il pensiero di Hitler: "Ha affermato che era meglio se a vincere fosse stato l’Islam anziché il cristianesimo". Un’altra esponente del partito ribatteva: "Gli islamici sono comandati dagli ebrei". Ma per la Rizzi "L’Isis è una creatura ebraica, e gli islamici non c’entrano nulla con l’Isis", e aggiungeva che "I musulmani che aderiscono all’Isis sono pagati dagli ebrei". Fonte: qui
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