martedì 28 gennaio 2020

NEL 2018 IL PIL PRO-CAPITE DEL NORD OVEST HA QUASI DOPPIATO QUELLO DEL SUD, IN TERMINI NOMINALI: 36MILA EURO CONTRO 19MILA

PER L'ISTAT, L'INCIDENZA DELL'''ECONOMIA NON OSSERVATA'', CIOÈ CHE SFUGGE AI CALCOLI E ALLE DICHIARAZIONI UFFICIALI, È MOLTO ALTA NEL MEZZOGIORNO, DOVE RAPPRESENTA IL 19,4% DEL COMPLESSO DEL VALORE AGGIUNTO
PIL 2018, NORD EST AVANTI (+1,4%), SUD LENTO (+0,3%)
 (ANSA) - "Nel 2018 il Pil in volume è aumentato dell'1,4% nel Nord Est, dello 0,7% nel Nord Ovest e nel Centro e dello 0,3% nel Mezzogiorno". Lo comunica l'Istat ricordando che la crescita media su base nazionale è stata dello 0,8%. L'Istituto di statistica evidenzia come quindi il Nord Est sia stata la "ripartizione più dinamica", trainata "dalla performance dell'industria". Tanto da doppiare il risultato del Nord Ovest, che insieme al Centro restano sotto la media nazionale. Invece "la crescita più lenta si registra nel Mezzogiorno".

PIL 2018, LIVELLO PROCAPITE NORD OVEST DOPPIA SUD
 (ANSA) - "Il Pil procapite vede in cima alla graduatoria l'area del Nord-ovest con un valore in termini nominali di oltre 36mila euro, quasi il doppio di quello del Mezzogiorno, pari a circa 19mila euro annui". Lo rileva l'Istat in base a dati riferiti al 2018. "Alla crescita dell'attività produttiva si è accompagnato, nel 2018, un aumento in volume dei consumi finali delle famiglie di poco superiore (+0,9%)", spiega l'Istituto di statistica. Tradotto in spesa pro-capite abbiamo che nel Paese la media, a prezzi correnti, è stata di 17,8mila euro. I valori più elevati si registrano nel Nord Ovest (20,6mila euro) e nel Nord Est (20,4mila euro).

 Il Mezzogiorno si conferma l'area in cui il livello di spesa è più basso (13,7mila euro). L'Istat calcola così un divario tra Sud e Centro Nord, in termini di spesa per consumi pro-capite, del 31,3%. Quanto all'input di lavoro complessivo, misurato in termini di numero di occupati, "è aumentato nel 2018 dello 0,9%". La crescita è stata omogenea in tutte le ripartizioni. In linea alla media nazionale risultano sia il Nord Ovest che il Centro. Meglio fa il Nord Est, dove gli occupati crescono dell'1,1% rispetto al 2017. Il Mezzogiorno invece si posiziona poco sotto il dato nazionale (+0,7%).
torinoTORINO

ISTAT, ECONOMIA 'NON OSSERVATA' AMPIA AL SUD
 (ANSA) - "L'incidenza dell'economia non osservata è molto alta nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 19,4% del complesso del valore aggiunto, seguita dal Centro (14,1%). Sensibilmente più contenute, e inferiori alla media nazionale, sono le quote raggiunte nel Nord-ovest e nel Nord-est, pari rispettivamente a 10,6% e 11,4%". Lo comunica l'Istat, facendo riferimento al 2017, ultimo anno per cui sono disponibili i dati sulla somma della componente sommersa e di quella illegale, che - è ricordato - rappresenta in Italia il 13,5% del valore aggiunto totale (l'incidenza sul Pil 12,1%)".

PIL 2018, IN RIPRESA LE REGIONI COLPITE DAL SISMA
 (ANSA) - "A livello regionale sono le Marche a registrare la crescita del Pil più elevata, con un 3% di aumento rispetto all'anno precedente. Un deciso recupero dell'attività produttiva si rileva anche per l'Abruzzo, dove il Pil è cresciuto del 2,2% a fronte dello 0,6% del 2017". Lo rileva l'Istat, diffondendo i dati del 2018. Numeri che sembrano evidenziare una ripresa economica in alcune delle aree colpite dai terremoti del 2016 e del 2017. Bene fa anche la Provincia autonoma di Bolzano (+2%).

E sopra la media nazionale si posizionano altre tre regioni del Mezzogiorno: Sardegna e Puglia (+1,4%) e Molise (+1,2%). In Lombardia, invece, "la crescita economica rallenta sensibilmente: nel 2018 il Pil è aumentato dello 0,5%, contro il +2,2% dell'anno precedente. Lazio (-0,2%) e Sicilia (-0,3%) chiudono il 2018 con una diminuzione del Pil in volume, ma le flessioni "più rilevanti", viene sottolineato nel report, si riscontrano in Campania (-0,6%) e Calabria (-0,8%).

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