venerdì 23 settembre 2016

Venezuela, in ospedale non ci sono culle: neonati finiscono nelle scatole di cartone

L'immagine pubblicata da una avvocato venezuelano per i diritti umani documenta lo stato di degrado in cui versano alcune strutture sanitarie del Paese sudamericano, vittima ormai da tempo di una gravissima crisi economica.



Venezuela, in ospedale non ci sono culle: neonati finiscono nelle scatole di cartone


La grave situazione economica in cui versa il Venezuela continua ad avere tragiche ripercussioni sulla vita quotidiana. Ne è una prova la foto scattata da Manuel Ferreira, un avvocato esperto in diritti umani che così ha provata a gettare luce su quanto succede in un reparto maternità di un ospedale locale: in mancanza di culle sono state riciclate delle scatole di cartone per accogliere i bimbi venuti al mondo negli ospedali pubblici. 

La foto è diventata immediatamente virale su Facebbok e Twitter. Il fatto sarebbe avvenuto nel reparto maternità dell'ospedale Domingo Guzman Lander, nello stato di Anzoategui (nord-est del Paese). Il tweet riporta come didascalia una citazione di una nota canzone di Ali Primera, celebre cantautore impegnato: "Che triste come arrivano i bimbi nelle loro culle di cartone".

La vicenda ha catalizzato l’attenzione dei media non solo in Venezuela. Inizialmente il direttore dell'ospedale, José G. Zurbarán, ha definito la diffusione di queste immagini su Twitter “un attacco mediatico feroce”, mentre i dipendenti del nosocomio  hanno postato immagini, molto diverse, dello stesso luogo, al fine di contrastare questa “foto tendenziosa”. Il medico ha prima assicurato, dal suo account twitter, che “è falso che i bambini vengono messi nelle scatole di cartone”, aggiungendo però in un altro messaggio che “ci sono persone che utilizzano situazioni isolate per attaccare chi, giorno dopo giorno, dà il meglio di sé”. Quel che è certo è che ora i neonati sono stati sistemati all’interno di vere culle. "La mia denuncia almeno è servita a fare accomodare un po' meglio quei bebé", ha commentato Ferreira.

Fonte: qui

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