mercoledì 8 maggio 2019

TRUMP SCARICA CONTE: A FORZA DI STARE ''NÉ CON SERRAJ NÉ CON HAFTAR, NÉ CON GUAIDÒ NÉ CON MADURO'', È FINITO PER NON STARE MANCO CON WASHINGTON, DELUSA DA NATO, F35, IRAN, ALLEGRI RICEVIMENTI DELL'AMBASCIATORE ITALIANO IN ONORE DEI DEMOCRATICI, UNA FARNESINA VACANTE E L'ONTA DELL'ACCORDO CON LA CINA

DOPO LE EUROPEE, LA CASA BIANCA PUNTA A UN INTERLOCUTORE PIÙ AFFIDABILE E BYE BYE ALL'AVVOCATO CONTE…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia

Com'è che dice con aria sussiegosa il premier Giuseppe Conte? Che lui non sta né con Serraj né con Haftar in Libia, che è un po' come quando dice che non sta né con Maduro né con Guaidò in Venezuela, o che non è né giustizialista né garantista su Siri.
CONTE TRUMPCONTE TRUMP

Abbiamo un Premier appeso, che non è mai stata una posizione comoda, figurarsi se è utile a qualcuno, meno che meno agli italiani.

Ne è passato di tempo da quel vertice in Quebec del G7 giusto 11 mesi fa, quando Conte, fresco premier appeso fra due leader e partiti antagonisti ma legati da contratto, fu coccolato e intronizzato da un Donald Trump che nel governo italiano neonato ci credeva.

Poi cambiò idea su Conte, via Nato, F35, Siria, Iran, Venezuela, Cina, allegri ricevimenti dell'ambasciatore italiano in onore dei Democratici a Washington, sede vacante della Farnesina salvo che per qualche obbediente tributo alla Commissione europea, e via facendo dispetti, l'accordo con la Cina onta suprema, mentre gli Stati Uniti trattano sui dazi col pugnale tra i denti e l'economia favorevole. Da quelle parti ora aspettano di capire che cosa succede dopo il 26 maggio per sapere se c'è al timone un più affidabile interlocutore liberato dai contratti, e bye bye all'avvocato Conte.
CONTE SERRAJCONTE SERRAJ

"Il povero Serraj è in giro per l'Europa con l'obiettivo di "raccogliere sostegno contro l'aggressione" del generale Khalifa Haftar, che all'inizio di aprile ha lanciato un'offensiva contro Tripoli, finita in un'impasse ma solo per ora, siamo all'inizio.

Nell'incontro  "si è appellato agli amici italiani affinché compiano maggiori sforzi, visto il peso internazionale e il posizionamento dell'Italia, per produrre un cambiamento positivo negli atteggiamenti esitanti di alcuni Stati europei e della regione in modo da far cessare immediatamente questa aggressione" portata dalle forze del generale Khalifa Haftar a Tripoli". In realtà vorrebbe darci dei traditori, ma non se lo può permettere.

Conte come da protocollo ha risposto:
giuseppe conte donald trump 9GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP 
"Confido di incontrare presto il generale Haftar. In tutti i miei colloqui sto continuando a insistere che l'opzione militare non porta ad alcuna soluzione stabile".

Peccato che Haftar non abbia alcuna intenzione di incontrare un rappresentante italiano, anzi che ci faccia ormai qualche pernacchia, troppo poco e troppo tardi, e peccato anche che tutti i governanti europei più la Russia e gli Stati Uniti, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi, lo appoggino ormai esplicitamente, che  col cerino acceso in mano ci siamo rimasti solamente noi italiani, che avevamo grande prosopopea di mediatori e organizzatori di vertici di pace, quelli in cui non si decide mai niente.

CONTE E SERRAJCONTE E SERRAJ
Non dico niente di nuovo, ma lo dico da più di 7 anni, e nel frattempo le cose sono solo peggiorate, ovvero dico che l'Italia in Libia è riuscita a sbagliare sempre e comunque tutto e a procurarsi dei danni irreversibili.. Peggio, questo governo non ha in alcun modo fatto tesoro degli errori del passato e perseverare diabolicum est. Conte, da avvocato pratico di arringhe, un po' di latinorum lo dovrebbe masticare. Tradotto in italiano siamo poco pratici, poco corretti, inaffidabili e subalterni sia come alleati che come avversari

Ci si può consolare pensando che certe decisioni nefaste le ha avviate il precedente governo Gentiloni e preparate quello ancora prima di Matteo Renzi, e pensando pure al disastro dell'Unione europea, espressa niente meno che dal commissario Federica Mogherini, non ancora del tutto accompagnata alla porta e barcollante sotto il peso dell'asse franco tedesco.

Ma è meglio consolarsi poco, perché avremmo potuto saldamente ancorarci alla sponda atlantista, essere considerati affidabili almeno dagli Stati Uniti, fare dichiarazioni ferme su Venezuela che tanto non costavano niente, rinviare l'accordo con la Cina, mandare qualche soldato italiano in Siria. Sì vabbè, chi glielo dice al ministro della Difesa senza armi, alla Trenta!

al serraj haftar giuseppe conteAL SERRAJ HAFTAR GIUSEPPE CONTE
Qui sarà bene parlarci chiaro. Il disastro del 2011, con la rimozione di un dittatore ormai pensionato come Gheddafi, che dopo averlo pagato a peso d'oro ci stava restituendo favori in petrolio, costruzioni, blocco degli sbarchi, lo ha provocato l'America di Barack Obama e Hillary Clinton, con l'intervento avido  del presidente francese Sarkozy.

La futura vittoria di domani del generale Haftar, che è un bandito ma che avrà il merito probabilmente e almeno di mettere fine alle scorribande di terroristi islamici legati ad Al Qaeda, è voluto principalmente dal presidente francese Macron ed è alla fine appoggiato ancora una volta dall'America, quella di Trump.

Morale:è sempre con l'America che bisogna fare i conti delle crisi internazionali, se sei da questa parte del mondo, e possibilmente vanno fatti in tempo, non quando i giochi sono fatti e sei rimasto da solo col cerino acceso in mano.

Vanno fatti comprendendo le realtà locali e regionali. Per esempio per l’egiziano al Sisi sostenere il generale della Cirenaica è una scelta obbligata, visto che Serraj ha dalla sua parte Turchia e Qatar, quindi I principali finanziatori dei Fratelli Musulmani. Una questione di sicurezza nazionale per il Cairo, che non può permettersi al confine occidentale una Libia dove siano al potere  gli integralisti messi al bando faticosamente in Egitto.
elisabetta trenta giuseppe conteELISABETTA TRENTA GIUSEPPE CONTE

Veniamo ai simpatici cugini francesi che ci hanno già fatto il cappotto 7 anni fa.
La Francia vuole farci fuori definitivamente, sostituire la sua influenza a quella italiana, in Libia e in tutto il Nord africa. Total Total Total.

Invece l'Eni ha dovuto evacuare il suo personale quando l' offensiva di Haftar è partita. Non ne sapevamo niente? A parte i segnali diplomatici, abbiamo una intelligence che non si fa facilmente fregare, la stessa che 7 anni fa il triduo e consegnò Gheddafi agli insorti, che poi erano dei terroristi islamici. Solo che non abbiamo come ho cercato di spiegare le sponde politiche. Chi volete mai che chiami al telefono di persone importanti dell'amministrazione USA il ministro Moavero ho i suoi sottosegretari e viceministri? O pensate che il premier Conte il quale fino a tutta la conferenza di Palermo aveva avuto delega e mano libera dagli americani, potesse chiedere sostegno dopo il Venezuela, gli F35 la via della seta? Guardatevi le date e capirete che Haftar avuto via libera subito dopo quella firma con Pechino.
enzo moavero milanesiENZO MOAVERO MILANESI

Anche perché, per essere ancora più chiari, a Trump della Libia importa veramente poco, ed era pronto a risanare la ferita del 2011 restituendoci, per così dire, il controllo su quel territorio. Certo, l'amministrazione ha Washington aveva mandato a dire che Serraj era il più debole, che le Nazioni Unite, come sempre capita loro, avevano scelto il cavallo sbagliato, che gli equilibri degli americani e dei loro alleati nell'area sono cambiati con l'arrivo di Trump, che il Qatar non si porta più. Invece, tutti a Doha  e tutti a Pechino, a farsi comprare.

Complimenti vivissimi, è tutto da rifare ammesso che sia possibile ancora.

Nessun commento:

Posta un commento