lunedì 6 maggio 2019

Mosca, aereo in fiamme durante l'atterraggio: 41 morti

Mosca, 5 maggio 2019 - Un aereo ha preso fuoco durante la fase di atterraggio. È quanto accaduto oggi all'aeroporto Sheremetyevo di Mosca dove un Sukhoi Superjet-100 ha effettuato un atterraggio d'emergenza. Secondo i media russi i morti sarebbero 41. A bordo erano presenti 78 passeggeri. Tra le vittime ci sarebbero anche due bambini.





Посадка пылающего Sukhoi Superjet 100 в Шереметьево. Пилоты - стальные люди




Nelle immagini si vede l'aereo in fiamme, che scatena una grande nube di fumo nero. Si intravedono anche delle persone che corrono allontanandosi dal velivolo e vari mezzi dei vigili del fuoco in arrivo. 
Lettore video di: Corriere Tv (Informativa sulla privacy)
Stando alle prime ricostruzioni, il volo era decollato per Murmansk alle 17.50 ora locale (le 16.50 in Italia) e subito dopo ha chiesto un atterraggio di emergenza ed è rientrato. Il primo tentativo di atterraggio è fallito e il secondo è andato a termine ma "è stato molto violento", come ha raccontato una fonte citata dalle agenzie.  
Stando alla compagnia di bandiera russa Aeroflot, a cui apparteneva l'apparecchio, i motori del Sukhoi Superjet 100 hanno preso fuoco dopo l'atterraggio. "L'Aeroflot - riporta la compagnia aerea - conferma le notizia sull'incendio a bordo del volo SU1492 diretto da Mosca a Murmansk dopo l'atterraggio a Sheremetyevo". 

Altre fonti, citate dai media locali, riferiscono che un passeggero ha notato del fuoco su una delle ali e così l'equipaggio ha deciso di tornare a Sheremetyevo. Secondo un'altra versione, le fiamme sarebbero iniziate per via del brusco impatto col suolo.
La versione più accreditata rimane quella del fulmine che avrebbe colpito il velivolo, provocando l'incendio. Al momento del decollo c'erano nubi temporalesche a diecimila metri di altezza, hanno fatto sapere gli esperti del servizio meteorologico. 
Drammatiche anche le scene dell'evacuazione dei passeggeri, che si sono letteralmente precipitati in preda al panico dall'aereo in fiamme lungo gli scivoli di gomma, con decine di ambulanze accorse sulla pista del volo SU-1492. L'incendio è stato domato, ma ha distrutto tutta la coda dell'aeromobile.  Un comunicato diffuso da Aeroflot ha spiegato che il velivolo è stato costretto a tornare indietro per "motivi tecnici" e conferma le informazioni sull'incendio ai motori. "È stata creata una commissione per indagare sulle cause delle circostanze dell'incedente", ha aggiunto la compagnia aerea. Il Sukhoi Superjet-100 coinvolto nell'incedente era nuovo, il suo anno di produzione è il 2018, a quanto ha riferito la Tass.  Fonte: qui

“COSÌ HO SALVATO I PASSEGGERI”, LA HOSTESS RACCONTA QUELLO CHE E’ ACCADUTO SULL’AEREO ANDATO A FUOCO A MOSCA 

GRAZIE AL SUO PRONTO INTERVENTO, 37 PERSONE SONO RIUSCITE A METTERSI IN SALVO: “C'È STATO UN LAMPO E UNO SCOPPIO. POI HO SENTITO QUALCUNO DIRE CHE STAVANO TORNANDO VERSO L'AEROPORTO. TUTTI GUARDAVANO VERSO DI ME. È SUCCESSO TUTTO RAPIDAMENTE, HO APERTO IL PORTELLONE CON UN CALCIO E…” 

Annalisa Grandi per corriere.it
mosca aereo in fiamme hostessMOSCA AEREO IN FIAMME HOSTESS

«Tutti gridavano che stavamo andando a fuoco, ma non si vedevano fiamme in quel momento. Ho tirato un calcio alla porta e spinto fuori i passeggeri». Racconta così, la hostess Tatyana Kasatkina, quanto accaduto a bordo dell'aereo della compagnia di bandiera russa Aeroflot che ha preso fuoco ed è stato costretto a un atterraggio di emergenza all’aeroporto Sheremetyevo. Trentaquattro anni, grazie al suo pronto intervento alcuni passeggeri sono riusciti a mettersi in salvo, 37 secondo il Comitato investigativo russo. I morti sono invece 41.

mosca aereo in fiammeMOSCA AEREO IN FIAMME









«Ho spinto fuori i passeggeri, alcuni li ho letteralmente trascinati da dietro, per fare più in fretta. È successo tutto molto rapidamente, tutti erano in piedi, ho visto una signora che telefonava e diceva "stiamo precipitando, stiamo andando a fuoco"». «C'è stato un lampo e uno scoppio - spiega ancora Tatyana - tutti guardavano verso di me, poi ho sentito qualcuno dire che stavano tornando verso l'aeroporto da cui eravamo decollati, che ci stavamo preparando a un atterraggio di emergenza». Molti passeggeri a quanto si è appreso sarebbero rimasti intrappolati, perché le porte posteriori non erano accessibili, e quelli che erano seduti nei posti più avanti avevano bloccato il passaggio con i loro bagagli. Fonte: qui


SALVARE LA VALIGIA E CONDANNARE A MORTE 


ALCUNI PASSEGGERI HANNO OSTACOLATO LA FUGA DALL'AEREO IN FIAMME ALL'AEROPORTO DI MOSCA, DOVE SONO MORTE 41 PERSONE ANCHE PERCHÉ QUALCUNO VOLEVA RECUPERARE ZAINI E TROLLEY. LE NORME SONO CHIARE: IN CASO DI EMERGENZA BISOGNA MOLLARE TUTTO, INVECE DIMITRY HA PENSATO BENE DI…

VIDEO: DMITRY KHLEBUSHKIN SI ALLONTANA DALL'AEREO IN FIAMME COI SUOI BAGAGLI


Leonard Berberi per il “Corriere della sera

Per il mondo social sono colpevoli. E vanno condannati con la galera o la morte.
incidente aereo moscaINCIDENTE AEREO MOSCA
Per il mondo reale una punizione non c' è. Se non il rimorso di avere, senza volerlo, ucciso qualcuno. E tutto questo pur di salvare la valigia. Da ore gli esperti di sicurezza aerea s' interrogano sull' incidente di domenica di un velivolo della compagnia russa Aeroflot nel quale 41 persone sono morte nell' incendio dopo l' atterraggio d' emergenza nell' aeroporto di Mosca-Sheremetyevo.

dimitry khlebushkin.DIMITRY KHLEBUSHKIN.
L' inchiesta deve ancora accertare le cause. I filmati mostrano quello che succede dopo. L' aereo brucia e alcuni passeggeri si allontanano con il bagaglio a mano attraverso i due scivoli davanti (sui quattro totali). Tra questi c' è Dimitry Khlebushkin, seduto al posto 10 C. Secondo i giornali russi l' uomo, alto e robusto, avrebbe ostruito il passaggio recuperando lo zaino. Tra quelli che si trovavano dietro sarebbero sopravvissuti in tre.
dimitry khlebushkinDIMITRY KHLEBUSHKIN

Il trolley (proprio) o le vite (degli altri)? Le norme sono chiare: in caso d' incendio, atterraggio d' emergenza o ammaraggio via tutti, senza portarsi alcun peso, entro 90 secondi dall' allarme. «Invece continuiamo a vedere persone che se ne vanno con gli effetti personali», dice al telefono Christine Negroni, esperta di incidenti aerei e autrice del libro «The Crash Detectives».

dimitry khlebushkinDIMITRY KHLEBUSHKIN
Secondo lei, e altri analisti, la data chiave è il 6 luglio 2013: il volo Asiana Airlines 214 atterra rovinosamente sulla pista di San Francisco. Il jet prende fuoco, muoiono tre viaggiatori, diversi altri scappano con il bagaglio.

incidente aereo moscaINCIDENTE AEREO MOSCA
«A quanto pare gli individui preferiscono rischiare l' esistenza propria o degli altri pur di salvare il trolley», sintetizza al Corriere della Sera Grant Brophy, investigatore dei disastri aerei da una trentina d' anni. «I passeggeri o non seguono le istruzioni o decidono di ignorarle: e questo è ancora più rischioso in presenza di fuoco e fumo».

Uno studio del 2000 su 46 procedure d' evacuazione curato dal National transportation safety board (l' ente che indaga sugli incidenti nei trasporti Usa) calcola che quasi il 50% dei passeggeri ha lasciato l' aereo portandosi un bagaglio. Per due assistenti di volo su tre i borsoni sono stati «un intralcio davvero serio».

L' ultimo avviso dell' ente australiano della sicurezza aerea sottolinea che il pericolo è pure aumentato: «Alcune iniziative aziendali, le pressioni commerciali e la percezione dei passeggeri stanno spingendo le persone a imbarcarsi con più bagaglio a mano», c' è scritto. «A questo bisogna aggiungere che i costruttori dei velivoli stanno installando cappelliere più capienti». Risultato: a bordo ci sono più effetti personali d' un tempo.
incidente aereo moscaINCIDENTE AEREO MOSCA

L' Europa non è esclusa da questo fenomeno. «Bisognerebbe per questo limitare il numero, le dimensioni e il tipo degli oggetti da portarsi a bordo», propone Ed Galea, docente dell' Università inglese di Greenwich.
Viaggiatori spregiudicati?

Nell' incidente Asiana più di un sopravvissuto ha raccontato di essersene andato con la valigia dopo aver visto altri fare la stessa cosa. «È stato un riflesso condizionato», spiega Negroni. Che denuncia la «normalizzazione della devianza»: sempre meno persone che seguono gli annunci di sicurezza. «Più di vent' anni fa ho suggerito ad Airbus di pensare alla chiusura centralizzata delle cappelliere», ricorda via mail il professor Galea.

incidente aereo moscaINCIDENTE AEREO MOSCA
«Ma il rischio è che le persone perdano ancora più tempo, nell' emergenza, a tentare di aprirle». C' è poi una realtà nuova che Negroni chiama l'«effetto dispositivo»: in un mondo social «il protagonista di un incidente vuole testimoniare con lo smartphone quello che succede». Alla ricerca dello scatto e dell' inquadratura perfetti. E a volte mortali.

Fonte: qui



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