sabato 26 dicembre 2020

LA PICCOLA FIAMMIFERAIA… LA NOSTRA VITA!


Un appuntamento al quale non posso assolutamente mancare ogni anno,  la nostra piccola fiammiferaia, ogni anno cerco di dipingere nuove sfumature di questo racconto che ormai accompagna ogni Santo Natale del nostro lungo viaggio, di un’attualità impressionante questo racconto, come la storia che tanto amiamo, maestra di vita.

Per tanti di Voi, questo è un ritorno alle origini, ritrovarsi davanti al caminetto dell’osteria del porto, stare di nuovo insieme in attesa di ritrovarci tutti il prossimo anno. Per chi è appena salito a bordo, ma non solo, un’occasione di ripercorrere questo lungo anno, di riflettere insieme oltre alla dimensione economico economico/finanziaria.

Un anno da dimenticare nasconde sempre qua e la delle perle di saggezza, se è vero che nelle difficoltà si tempra il nostro spirito, arrivano le lezioni di vita più vere, le parole più sagge.

Quanto dolore, la perdita di una persona cara, la perdita del lavoro, della dignità, della serenità, ma allo stesso tempo la gioia di ritrovare valori scomparsi, dimenticati.

Ho sempre detto che questa è, e resterà principalmente una crisi…

ANTROPOLOGICA

Un magnifico scorcio di Francesco Gesualdi è la migliore sintesi di quanto sta accadendo da tempo…

“Il vero punto che sta alla base del conflitto è la visione del futuro. La posizione di chi sta sul ponte di comando è quella dello sviluppo. Imprenditori, intellettuali, economisti, banchieri, giornalisti e dirigenti di partito, sostengono in coro che il nostro obiettivo deve essere più produzione, più commercio, più consumi, più velocità, più tecnologia, più competizione! E’ l’inno della crescita ritenuta la strada che conduce al benessere, al progresso, alla modernità. Concetti dai mille significati che andrebbero discussi di continuo. Invece gli abbiamo trasformati in idoli indiscussi. Se un ingegnere si mettesse in testa di costruire un grattacielo sempre più alto senza tenere conto della friabilità del terreno, della velocità dei venti, della tenuta del cemento, verrebbe rinchiuso in un manicomio. Invece gli economisti progettano la crescita infinita, preparando la rovina dell’Umanità, e vincono il Nobel!”

Sarà una storia molto lunga, ma abbiamo bisogno di tempo per vivere le nostre emozioni, se perdiamo anche il tempo per cullare la nostra anima non abbiamo più speranza.

Come ho scritto nel capitolo conclusivo del mio libro un altro «medioevo» è quello del primo decennio del Duemila, spesso attraversato dal vento delle leggende metropolitane, raccontate a uso e consumo degli interessi personali a scapito di quello collettivo, foraggiate dalle asimmetrie informative che non permettono ai soggetti economici di disporre delle stesse informazioni, di avere pari accesso alle conoscenze strategiche, asimmetrie che non ci permettono di essere consapevoli protagonisti della nostra vita.

Leggende metropolitane che sono veicolate dalla conoscenza approssimativa, dalla suggestione, dall’incantesimo e dal passaparola immersi come siamo nel medioevo dell’informazione.

E così tendiamo a diventare soggetti passivi, adagiati nell’oblio del nostro tempo, diffondendo consapevolmente o involontariamente la verità artificiale e la raccontiamo a nostra immagine e somiglianza.

Le sirene dell’inevitabilità anestetizzano le coscienze: come nel film Matrix dove un sistema di controllo cerebrale sequestra gli individui e crea l’illusione di vivere in un mondo nel quale non ci si accorge minimamente della propria condizione di schiavitù.

La scelta tra verità e finzione non è facile, implica consapevolezza e un estenuante cammino di crescita umana e culturale; la glaciale pillola blu dell’indifferenza, la pillola dell’ignoranza è facilmente commerciabile nelle masse, col suo messaggio demenziale, frutto dell’ipnosi mediatica.

 

La dimensione del caminetto nell’immaginario popolare richiama la Famiglia, si quella dimensione che in Italia è completamente dimenticata.

L’unica Famiglia che i Governi oggi hanno a cuore sono le banche, i mercati!

E’ stato un anno devastante, la pandemia ha minato le relazioni sociali, ha messo una seria ipoteca sulle giovani generazioni.

Per chi ha perso il lavoro, per chi non ha futuro, per le Famiglie, per i giovani e per chi vive nella precarieta’, per chi e’ stato ingannato e sfruttato, per gli emarginati, per gli ultimi, per tutti coloro che hanno perso la speranza in un futuro migliore, oggi più che mai.

La finanza sta trasformando il tessuto sociale, la manipolazione della politica monetaria, le banche centrali stanno distruggendo la pace sociale, giorno dopo giorno, trasferendo e ammassando ricchezza, nei caveau dell’avidità.

Soprattutto nei teatri di guerra, nelle carneficine umane che la nostra indifferenza alimenta. Non dimentichiamoci di chi soffre per qualunque ingiustizia a casa nostra e in ogni angolo della terra, perché alla sera della vita ciò che conta è avere amato.

Inutile nascondercelo la crisi durerà più a lungo di quello che molti di noi sono disponibili a credere, più a lungo di quello che i pifferai magici vi raccontano da tempo. Ogni anno la luce in fondo al tunnel, ma nessuno che si incarichi veramente di accenderla questa luce, nessuno che ha il coraggio di ricominciare dall’uomo, dall’umanità.

Sembra non esserci giustizia!

Non so come sono finito in questo mondo che non è il mio, non so come sono finito nel mondo finanziario, so solo che non potevo entrarci senza urlare sin dall’inizio la sua avidità, la metastasi che spesso rappresenta, tranne le isole di finanza etica, finanza responsabile, un mondo che ti distrugge l’anima se non fai attenzione alle cose semplici.

Non riesco a raccontare questo mondo, dimenticandomi della variabile umana, non posso.

Una crisi è anche sinonimo di opportunità, di riflessione, di cambiamento, di rinnovamento per tutti coloro che hanno il coraggio di ricominciare, il cambiamento che noto nelle singole persone, nelle singole comunità, non certo ad alto livello, nelle istituzioni, qualunque esse siano, troppo intente a preservare i loro privilegi.

Il cambiamento, lento ma inesorabile, sta venendo dalla gente di tutti i giorni, dai giovani in cui credo ciecamente, la maggior parte di loro sono una risorsa.

Sant’Agostino ha scritto che la speranza ha due bei figli: la rabbia ed il coraggio, la rabbia nel vedere come vanno le cose, il coraggio nel  vedere come potrebbero andare.
Il cambiamento nasce dalla responsabilità individuale, il mio ottimismo e’ riposto nell’alternativa, in un mondo sommerso di progetti e sistemi economici che hanno come stella polare l’uomo.

” Era l’ultimo giorno dell’anno: faceva molto freddo e cominciava a nevicare. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa, aveva ai piedi le pantofole che, però, non aveva potuto tenere per molto tempo, essendo troppo grandi per lei e già troppo usate dalla madre negli anni precedenti. Le pantofole erano così sformate che la bambina le aveva perse attraversando di corsa una strada: una era caduta in un canaletto di scolo dell’acqua, l’altra era stata portata via da un monello.

La bambina camminava con i piedi lividi dal freddo. Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non era riuscita a vendere a nessuno perché le strade erano deserte. Per la piccola venditrice era stata una brutta giornata e le sue tasche erano vuote…

Si una piccola e povera bimba, nata dall’immaginazione e dalla fantasia di Hans Christian Andersen, un fanciullo dall’infanzia triste, il papà morto giovane e la mamma alcolizzata, un grande scrittore universale, con i suoi racconti spesso tristi ma ricchi di umanità, di amore, testimonianza di attenzione verso gli ultimi, gli umili, i diseredati con quel carico di speranza che ogni sua favola porta con se.

Finanza e politica, corporatocrazia e elites,  in questa immensa crisi antropologica, hanno sequestrato le nostre vite, il futuro dei nostri figli, in questo lungo inverno, che ha anestetizzato le coscienze, congelato l’indignazione, un inverno che preannuncia il freddo che verrà.

Guardate fuori dalle Vostre finestre.

Apatia e tolleranza, sono le ultime virtù di una società morente diceva il buon Aristotele e aveva ragione. Molte responsabilità sono anche nostre, in troppi si sono lasciati cullare da questa immensa illusione!

Teneva nel suo vecchio grembiule, un gran numero di illusioni che era riuscita a vendere, perché le strade erano piene di sogni e di speranze, speranze spesso derise, speranze e sogni di pochi, la disperazione e il pianto di molti.

Per la piccola fiammiferai era stata una pessima giornata, un periodo da dimenticare e le sue tasche ora erano vuote, aveva molta fame, sete di liquidità e il freddo della mancanza di fiducia la assaliva. Dalle finestre delle case in festa, risplendeva la luce della leva infinita, si udivano le risate dell’azzardo morale , insieme al profumo inebriante dei profitti stellari…lei pensava ad altro.

Guardava il cielo e sognava candidi e soffici fiocchi.
Non osava ritornarsene a casa senza un centesimo, senza una trimestrale degna dei bei tempi, passati a creare ricchezza dal nulla, una ricchezza di carta, favorita dalle asimmetrie informative, dalle frodi e dalle manipolazioni, perché il padre le avrebbe tolto il bonus! Per riscaldare l’intrinseca insolvenza, il credito congelato, la mancanza di fiducia, per allontanare lo spettro del fallimento, prese un fiammifero dalla scatola che le banche centrali le avevano lasciato.

Il mondo ha scoperto che il denaro è infinito, che basta stamparlo, ma non ha ancora capito che potrebbe essere indirizzato per risolvere tanti problemi, la risoluzione dei quali invece è lasciata all’eroismo di uomini e donne da soli, c’è qualcosa di diabolico in questo sistema, terribilmente diabolico.

Ho passato 14 anni ha cercare di condividere la realtà, la verità figlia del tempo pur con i miei limiti e continuerò a farlo con i miei limiti.

All’improvviso una fiamma calda e brillante si sprigionò, un istante, un lungo ed interminabile istante, una nuova piccola illusione.

Avvicinò i suoi piedini al fuoco… ma la fiamma si spense e la stufa scomparve.

La bambina accese un secondo fiammifero: questa volta la luce fu così intensa che poté immaginare nella casa vicina una tavola grande come un fondo di salvataggio, il recovery fund, l’ennesima illusione, ricoperta da una bianca tovaglia piena di euro i nostri, i Vostri, freschi di stampa che tornavano a casa nelle casseforti delle banche tedesche, francesi ed inglesi, il MES, tovaglia sulla quale era ricamato un Paese meraviglioso, dove tutti chiedevano più Europa e si impegnavano a rispettare il pareggio di bilancio scolpendolo nella Costituzione, la più colossale fesseria della storia, sottoscritta da un manipolo di mercanti e speculatori politici che hanno saccheggiato e devastato le istituzioni portando il Paese, i Paesi alla deriva, socializzando le perdite di un manipolo di psicopatici esaltati, che non hanno alcun senso di responsabilità.

Qui nessuno è responsabile, solo nelle dinamiche economico/finanziarie influenzate da subdole ideologie non ci sono responsabili, tutti liberi a festeggiare nelle loro dimore di lusso, mentre fuori tante piccole fiammiferaie muoiono di freddo, freddo economico, freddo morale, freddo spirituale.

E chi deve controllare,  chi dovrebbe garantire il rispetto delle regole fa finta di nulla è connivente, immerso nel suo conflitto di interesse. E’ impressionante il cumulo di menzogne nel quale vive il sistema finanziario, frode, manipolazione, inganno, ma per fortuna non tutto è così, ci sono isole di giustizia e di speranza nella finanza cooperativa ed etica che Voi dovete sostenere con i Vostri risparmi.

 

Cento e oltre miliardi di euro, che dipendono dalle riforme, le solite riforme,  apparvero davanti alla nostra piccola fiammiferaia. La nostra cara bambina ingenuamente sognava, più sanità, più ricerca, più istruzione, più Famiglia, meno tasse per tutti…che ne sapeva lei della politica, dei vincoli, delle regole…

All’inizio di questa pandemia con il Paese in ginocchio, l’Europa speculava sulle mascherine, sulla strumentazione finanziaria, chiudeva le frontiere, non solo Olanda, Austria e Finlandia, ma soprattutto Francia e Germania.

Non importa come è stata governata questa crisi pandemica, non importa come è stato smantellato il nostro sistema sanitario, come milioni e milioni di euro, spesso miliardi sia stati gettati nel nulla, importa che nonostante tutto la consapevolezza di fronte alla paura svanisce come neve al sole.

Pensateci, i nostri governanti non hanno aperto bocca mentre l’Europa chiedeva lacrime e sangue, distruggeva pensioni, welfare, sanità e istruzione. Ora parlano di Europa unita solo perché attraverso le minacce di 4 giorni di fuoco, forse arriveranno quattro lire.

Un “MarioDraghi  un Jay Powell” arrosto annegati in un LiTRO di quantitative easing, quello buono, le strizzarono l’occhio e subito si diressero verso di lei, vedrai faremo qualunque cosa per salvarti, qualunque cosa e credimi sarà abbastanza…o forse no, chissà!

La bambina le tese le mani… ma la visione scomparve quando il piccolo fiammifero, si spense spazzato via dal freddo vento dell’est merkeliano, intriso di dumping sociale, voragini con le banche intorno e un Paese che per primo aveva dato il buon esempio non rispettando i parametri, le regole, la parola data.

Giunse così la notte.

“Ancora uno!” disse la bambina. Crac! Appena acceso, s’immaginò di essere vicina all’albero di Natale della ripresa, si quella della crescita infinita, abbagliata dalla visione di mille luci in fondo al tunnel!

Mille candeline brillavano sui suoi rami, illuminando giocattoli meravigliosi. Volle afferrarli, il fiammifero si spense, le fiammelle sembrarono salire in cielo, ma in realtà erano stelle.

Una di loro cadde, tracciando una lunga scia nella notte, la fine di un’illusione, la rinascita della Consapevolezza, il sogno di un nuovo sistema economico più “umano”, sostenibile, dove non conta solo la competizione ma soprattutto la cooperazione.

Ma proseguiamo con questa magica e allo stesso tempo tragica fiaba…

La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta. La vecchia nonna le aveva detto spesso: Quando cade una stella, c’ è un’anima che sale in cielo”. La bambina prese un’altro fiammifero e lo strofinò sul muro: nella luce le sembrò di vedere la nonna con un lungo grembiule sulla gonna e uno scialle frangiato sulle spalle. Le sorrise con dolcezza.
– Nonna! – gridò la bambina tendendole le braccia, – portami con te! So che quando il fiammifero si spegnerà anche tu sparirai come la stufa di rame, l’oca arrostita e il bell’albero di Natale.
La bambina allora accese rapidamente i fiammiferi di un’altra scatoletta, uno dopo l’altro, perché voleva continuare a vedere la nonna. I fiammiferi diffusero una luce più intensa di quella del giorno:
“Vieni!” disse la nonna, prendendo la bambina fra le braccia
e volarono via insieme nel gran bagliore. Erano così leggere che arrivarono velocemente in Paradiso; là dove non fa freddo e non si soffre la fame! Al mattino del primo giorno dell’anno nuovo, i primi passanti scoprirono il corpicino senza vita della bambina. Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto! … ma nessuno poteva sapere le belle cose che lei aveva visto, né in quale chiarore era entrata con la sua vecchia nonna, nella gioia dell’Anno Nuovo!

Non ho idea di quante scatole di fiammiferi dispongono i menestrelli di questo sistema, quello in cui credo sono i vostri valori e i vostri sogni , di uomini e donne di ogni giorno, che vivete semplicemente la vita rispettando il prossimo, che della verità e onesta ne fate un vessillo.

Una delle nostre luci lassù, la nostra Valentina ci ricorderebbe che …

“Il piu’ grande bisogno del mondo e’ il bisogno di uomini; di uomini che NON SI POSSONO COMPRARE NE’ VENDERE; di uomini che sono fedeli ed onesti fin nell’intimo della loro anima; di uomini che non hanno paura di chiamare il male con il suo vero nome; di uomini la cui coscienza e’ fedele al dovere come l’ago magnetico lo e’ al polo; di uomini che staranno per la Giustizia anche se dovessero crollare i cieli”

Quello che è certo è che li stanno accendendo rapidamente, uno dopo l’altro, cercando di diffondere una luce sempre più intensa, una finta sensazione di benessere.

Abbiamo bisogno della luce dei nostri valori, delle nostre tradizioni, una luce capace di illuminare i nostri sogni, le nostre emozioni.
Commuove questa favola, una commozione, pulita, profonda che non deve far paura, da condividere, con figli e nipoti, senza alcuna vergogna, come le lacrime della nostra vita.
Non dimentichiamo mai quella piccola bimba, la piccola fiammiferaia, li fuori da sola nel freddo glaciale dell’indifferenza, ad un passo dalle nostre case, calde e riscaldate, testimonianza della disperazione, degli ultimi, dei diseredati, degli affamati oggi spesso Vostri parenti e amici.
In fondo siamo fortunati! Non dovremmo mai dimenticare il bimbo che è in Noi, la sua genuinità, la sua spontaneità, perché ogni anno ritorna ad annunciare la Luce, la Speranza, l’Alba di una nuova avventura.

Un abbraccio, Buon Natale e Buon Anno a Voi e alle Vostre famiglie. Andrea.

Fonte: qui

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