martedì 22 dicembre 2020

LA POLIZIA POSTALE HA DATO UN VOLTO ALL’AUTORE DEL PIÙ GRANDE ATTACCO NEL SETTORE DELLE CRYPTOVALUTE IN ITALIA: È UN FIORENTINO DI 34 ANNI ACCUSATO DI FRODE INFORMATICA, AUTO-RICICLAGGIO E BANCAROTTA FRAUDOLENTA PER UN «BUCO» DI 120 MILIONI DI EURO SULLA PIATTAFORMA ''BITGRAIL''

 

AVREBBE TRUFFATO OLTRE 230 MILA RISPARMIATORI IN TUTTO IL MONDO…

Carlotta Lombardo per www.corriere.it

 

CYBER TRUFFA FINANZIARIACYBER TRUFFA FINANZIARIA

Frode informatica, auto-riciclaggio e bancarotta fraudolenta per un «buco» di 120 milioni di euro sulla piattaforma informatica hackerata «Bitgrail» e 230 mila risparmiatori truffati. Si tratta del più grande attacco cyber-finanziario in Italia, uno dei più grandi mai realizzati nel mondo nel settore delle cryptovalute, che grazie alla Polizia Postale ora ha un volto: un fiorentino di 34 anni, amministratore unico di una società italiana che gestisce una piattaforma di scambio di cryptovalute (exchange).

 

La polizia postale italiana pone una pietra miliare a livello mondiale nel settore delle indagini sulle cryptovalute, con un’indagine unica nel suo genere ad alto impatto tecnologico.

 

BITCOINBITCOIN

ATTACCHI SEMPRE PIÙ FREQUENTI

Nei confronti del fiorentino gli investigatori della Polizia Postale di Firenze e della Sezione financial cybercrime del Servizio centrale della Polizia Postale in Roma, con l’ausilio del personale della Guardia di finanza, stanno eseguendo la misura cautelare del divieto di esercitare attività d’impresa e di ricoprire uffici direttivi di imprese, emessa dal giudice per le indagini preliminari dott. Gianluca Mancuso.

 

È la prima volta che in Italia e in Europa vengono documentate condotte fraudolente e distrattive in danno di investitori, su piattaforme informatiche e con l’uso di monete virtuali. Attività— quelle degli arricchimenti illeciti attraverso l’uso indebito di piattaforme online e di strumenti informatici — in continuo aumento.

 

TRUFFA CRIPTOVALUTETRUFFA CRIPTOVALUTE

L’indagine è stata avviata nel febbraio del 2018 dopo la denuncia da parte dell’uomo incriminato del furto di un’ingente somma della cryptovaluta denominata «NANO» XRP per un controvalore di circa 120.000.000,00 di euro, realizzato sfruttando un bug del protocollo Nano ed effettuando illecite transazioni, tutte relative a gennaio 2018.

 

L’uomo, già noto agli investigatori quale fornitore di moneta virtuale denominata Bitcoin (BTC), utilizzata come strumento finanziario di pagamento nei fenomeni estorsivi ricollegabili ai virus cryptolocker, nonostante una sua apparente condotta collaborativa, sin dalle prime dichiarazioni ha indotto gli inquirenti a non escludere un suo fattivo coinvolgimento nella vicenda, soprattutto a seguito di dichiarazioni contrastanti e contraddittorie dello stesso e dei suoi soci collaboratori.

 

CRIPTOVALUTE HACKERCRIPTOVALUTE HACKER

Le indagini svolte anche grazie al supporto dell’FBI americana hanno dimostrato che le illecite sottrazioni di cryptovaluta sono avvenute in più volte, a partire da giugno 2017, e che l’uomo consapevolmente non le ha impedite omettendo di implementare la sicurezza della piattaforma con uno dei metodi disponibili resi noti dal Team Nano Developers (società americana creatrice della cryptovaluta).

 

In questo modo avrebbe così procurato agli hacker, non ancora individuati, un profitto per 11.500.000 XRB circa, pari a 120.000.000 di euro, danneggiando più di 230.000 persone in tutto il mondo (con l’aggravante, peraltro, di aver commesso i fatti con abuso della qualità di operatore del sistema).

 

hacker 5HACKER 

L’uomo, tenendo aperta la piattaforma nonostante avesse individuato i prelievi illeciti di Nano Moneta, e non informando il Team Nano, la community e gli user degli ammanchi verificati ha continuato ad attrarre nuovi utenti, passati nell’arco di pochi mesi da 70.000 a 217.000.

 

Secondo gli investigatori avrebbe beneficiato della notorietà dell’essere il primo e unico exchange italiano a trattare XRB (poi divenuto Nano) e approfittato della circostanza dell’incremento crescente di valore della cryptovaluta (tra il 14 e il 31 dicembre 2017 il valore del cryptocoin XRB Nano è passato da $ 3,17 a $ 20,45, con un incremento differenziale maggiore del Bitcoin) pur essendo consapevole della mancanza di fondi in XRB sufficienti alla copertura dei wallet personali delle migliaia di utenti della piattaforma, su scala mondiale.

 

hacker 1HACKER 

In questo modo avrebbe procurato un ingiusto profitto corrispondente ai profit ricavati dai depositi e dal trading, in vertiginoso aumento nel periodo intercorrente tra dicembre 2017 e febbraio 2018 proprio in corrispondenza dell´exploit dell’XRB (Nano) sul mercato. Fonte: qui

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