giovedì 3 dicembre 2020

DA PANDEMIA A CARESTIA .... ?

 

L’EFFETTO DEL CORONAVIRUS SUI SALARI: SONO CROLLATI DEL 10,7% NEI PRIMI 9 MESI DEL 2020, BRUCIANDO 3500 MILIARDI A LIVELLO MONDIALE 

A SOFFRIRE DI PIÙ IN ITALIA SONO TANTO PER CAMBIARE I GIOVANI E LE DONNE, SOPRATTUTTO AUTONOMI E SUPER PRECARI DELLA “STREET ECONOMY” 

IL RISCHIO PER I COSIDDETTI “WORKING POOR”, CIOÈ CHI LAVORA MA NON RIESCE AD ARRIVARE A FINE MESE CON LO STIPENDIO…

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

 

(…) L'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) calcola che nei primi tre trimestri dell'anno sono andate in fumo nel mondo il 12,1% delle ore lavorate, equivalenti a 345 milioni di posti a tempo pieno.

 

E laddove sussidi e stop ai licenziamenti hanno conservato le occupazioni, i salari sono crollati del 10,7%, bruciando 3,5 trilioni di dollari. Vale a dire 3.500 miliardi. A soffrire di più il 76% dei lavoratori impiegati nell'economia informale - 1,6 miliardi di persone - sfuggiti ai radar degli aiuti pubblici. E penalizzati soprattutto nei Paesi, come l'Italia, che non riconoscono ancora una forma di salario minimo.

rider uber eats 1RIDER UBER EATS 

 

Sono i super precari della "street economy", ambulanti, rider, facchini, addetti alle pulizie, sottopagati in genere. Ma anche il popolo nostrano delle partite Iva. Il 95% delle micro e piccole imprese del mondo conta su questo tipo di manodopera alimentando un'economia grigia e nera. Qui, avverte l'Ilo, è altissimo il rischio di finire in povertà. Nel primo mese di lockdown il loro reddito si è ridotto del 60%.

 

E l'indice di povertà relativa - che misura le disuguaglianze nella capacità di spendere il giusto per vivere - schizzato dal 26 al 59%. La Banca Mondiale stima che quest' anno di pandemia potrebbe spingere tra 71 e 100 milioni di persone in estrema povertà, alzando il tasso per la prima volta dal 1998. Le vittime di questo tsunami vanno ricercate tra i 164 milioni di lavoratori migranti. Tra i giovani, visto che il 40% è nei settori più colpiti (turismo, servizi, ristorazione, commercio) e il 77% è nell'economia informale dei lavoretti.

lavoro donne coronavirusLAVORO DONNE CORONAVIRUS

 

Poi le donne che pagano carissimo il gender gap: il 70% lavora nella sanità e nei servizi sociali, esposto ai rischi maggiori, rappresentano i due terzi dei 55 milioni di lavoratori domestici, sono impiegate più degli uomini in occupazioni informali, hanno sopportato un carico enorme tra smart working e figli. Fonte: qui

Nessun commento:

Posta un commento