mercoledì 16 ottobre 2019

TRUMP MANDA PENCE A TRATTARE CON ERDOGAN, A LUI DELLA SIRIA NON SBATTE NULLA: ''È A 7MILA MIGLIA DI DISTANZA, PERCHÉ DOVREI MANDARE I MIEI UOMINI A DIFENDERE IL NOSTRO NEMICO ASSAD? LA TURCHIA POSSIAMO ANNIENTARLA ECONOMICAMENTE''

E PARTONO SUBITO DAZI E SANZIONI 
REPUBBLICANI INTERVENTISTI DISPERATI: ''COSÌ RINASCE L'ISIS'' 
L'ACCORDO PUTIN-ERDOGAN PER TOGLIERE DI MEZZO GLI USA E SPARTIRSI LA SIRIA
SIRIA: PENCE ANDRÀ IN TURCHIA SU RICHIESTA TRUMP
trump erdoganTRUMP ERDOGAN
 (ANSA) - Il vicepresidente americano Mike Pence andrà in Turchia su richiesta del presidente Donald Trump. Pence guiderà una delegazione insieme al consigliere per la Sicurezza nazionale Robert O'Brien. L'obiettivo della missione è quello di avviare trattative per un cessate il fuoco. "Trump ha detto chiaramente" ad Erdogan che gli Stati Uniti "vogliono che la Turchia cessi l'invasione, attui un immediato cessate il fuoco e inizi a negoziare con le forze curde in Siria per mettere fine alla violenza", dice Pence.

TRUMP, BENE CHIUNQUE DIFENDA CURDI, ANCHE BONAPARTE
 (ANSA) - "Dopo aver sconfitto l'Isis, ho fondamentalmente portato le nostre truppe fuori dalla Siria. Lasciamo che la Siria e Assad proteggano i curdi e combattano la Turchia per la loro terra. Ho detto ai miei generali, perchè dovremmo combattere per la Siria e per Assad per proteggere la terra del nostro nemico? Chiunque voglia aiutare la Siria a proteggere i curdi va bene per me, che sia la Russia, la Cina o Napoleone Bonaparte. Spero che tutti facciano bene, noi siamo a 7000 miglia di distanza": lo ha twittato Donald Trump.
TRUMP E PENCETRUMP E PENCE

SIRIA: MCCONNELL RITIRO USA CAUSERÀ RINASCITA ISIS
 (ANSA) - Dura presa di posizione del leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell contro le mosse di Donald Trump in Siria: "abbandonare questa battaglia ora e ritirare le forze Usa dalla Siria ricreerà le condizioni per la cui eliminazione abbiamo lavorato duro e causerà la rinascita dell'Isis", ha detto.

SANZIONI USA AL GOVERNO TURCO E DAZI SU ACCIAIO
 (ANSA) - Donald Trump ha annunciato su Twitter che a breve firmerà un ordine esecutivo "per imporre sanzioni contro dirigenti ed ex dirigenti del governo turco e qualsiasi persona che contribuisca alle azioni destabilizzanti della Turchia nel nordest della Siria". Saranno inoltre aumentati i dazi sull'acciaio sino al 50% e fermati i negoziati per un accordo commerciale con Ankara da 100 miliardi di dollari.

TRUMP, SONO PRONTO A DISTRUGGERE L'ECONOMIA TURCA
 (ANSA) - "Sono totalmente pronto a distruggere rapidamente l'economia turca se i leader turchi continuano questa strada pericolosa e distruttiva": lo twitta Donald Trump in merito alla Siria.
ERDOGAN TRUMPERDOGAN TRUMP


«LIBERIAMOCI DI TRUMP», PUTIN-ERDOGAN E L'ACCORDO SEGRETO PER SPARTIRSI IL PAESE
Marco Ventura per “il Messaggero

Si ridisegna rapidamente il quadro del Medio Oriente da una parte con l'avanzata turca nel Rojava, la regione finora controllata dalle milizie curde nel Nord-Est della Siria, dall'altra con quella (non contrastata dai curdi che lottano ormai per la sopravvivenza) dell'esercito siriano di Assad che ieri sera sarebbe entrato a Manbij, e col disimpegno dei marines in una gimkana concordata via telefono tra gli Stati maggiori della Difesa russo, turco e americano per non restare intrappolati nei combattimenti.

LE POSIZIONI UE
Sullo sfondo, le altisonanti dichiarazioni dell'Unione europea che in ordine sparso sta bloccando le future forniture di armi ad Ankara (facilmente rimpiazzate dalla Russia che ha già consegnato alla Turchia i suoi missili S-400). All'origine dei nuovi sviluppi starebbe il patto tra il russo Putin e il turco Erdogan per la spartizione della Siria, con il risultato anzitutto del ritiro americano, militare e peggio politico e morale, dai suoi capisaldi a protezione dell'YPG, la forza curdo-siriana che sognava l'indipendenza di uno Stato curdo ritagliato col sangue nel confronto con il Califfato. E che ora deve invece lottare per non sparire, e sperare in un'autonomia sotto l'ombrello di Damasco/Assad.
putin erdoganPUTIN ERDOGAN

«Liberiamoci di Trump», potrebbe essere il titolo di accordi maturati in questi mesi tra Mosca e Ankara, ma con la complicità dello stesso presidente USA che considera le «ridicole infinite guerre» del Medio Oriente lontane dagli interessi strategici americani. È significativo che subito dopo l'offensiva turca Fonte di pace, Mosca si sia precipitata a negare che vi fosse un accordo con la Turchia.

Ma ieri è stato Erdogan a dichiarare pubblicamente che l'attacco si sarebbe esteso alla strategica città di Kobane, smentendo che la Russia avesse favorito una sorta di alleanza tra Assad e le milizie curde in chiave anti-turca. «Ci sono troppe chiacchiere in giro ha detto -. Al momento non sembra ci sia alcun problema con la Russia rispetto al nostro avvicinamento a Kobane». L'approccio di Mosca? «Positivo».
PUTIN ERDOGANPUTIN ERDOGAN

E in effetti, blande sono le reazioni dal Cremlino all'avanzata turca. Il portavoce Dmitri Peskov ammette che c'è «un canale di comunicazione tra i nostri militari» e che non esiste come opzione un «coinvolgimento« della Russia nel conflitto. Timido anche il commento del consigliere per gli Affari esteri del Cremlino Yuri Ushakov, per il quale gli sviluppi in Siria «non riflettono del tutto la posizione della Russia a favore del mantenimento dell'integrità territoriale del Paese«. Ma nulla più di questo. Una sorta di avvertimento. Non un altolà. Del resto, sia Mosca sia Ankara confermano colloqui diretti tra i supremi capi militari russo e turco, Valery Gerasimov e Yasar Guler.

PUTIN A RIAD
Intanto Putin vola a Riad per quella che il ministro degli Esteri Serghei Lavrov definisce «una visita storica, alla luce anche della visita dell'anno scorso di Sua Maestà il re Salman in Russia». Putin e il principe Muhammed bin Salman si trovano d'accordo sulla lotta al terrorismo, sul rilascio di visti ai cittadini dei due Paesi, ma soprattutto sulla stabilizzazione del mercato dell'energia e sui rapporti commerciali. Il primo jet supersonico prodotto congiuntamente da Russia e sauditi potrebbe essere pronto entro il 2027.
ERDOGAN ASSADERDOGAN ASSAD

E in un'intervista ai media arabi, Putin annuncia la realizzazione di missili capaci di sfondare qualsiasi sistema di difesa, e di sistemi di difesa missilistici «che nessuno al mondo ha». Il linguaggio della forza è efficace in tutto il Medio Oriente. Israele osserva, e saggia la disponibilità di Putin chiedendogli di graziare una cittadina israelo-americana, Naama Issachar, condannata a 7 anni e mezzo di prigione per traffico di stupefacenti. Facile immaginare come si concluderà la vicenda.

Fonte: qui

ASSAD CONTRO ERDOGAN, UNA FAIDA CHE VIENE DA LONTANO 
LO SCONTRO TRA SIRIA E TURCHIA RISALE AL 1998, QUANDO AL POTERE C’ERA HAFEZ ASSAD 
PER CONTRASTARE LE AMBIZIONI NEO-OTTOMANE DI ANKARA, DAMASCO AVEVA DATO APPOGGIO AL PARTITO CURDO DEI LAVORATORI OFFRENDO OSPITALITÀ AL SUO LEADER, ABDULLAH OCALAN 
NELL'OTTOBRE DEL 1998 I DUE PAESI ERANO A UN PASSO DALLA GUERRA…


Gio. Sta. per “la Stampa”

ERDOGAN ASSADERDOGAN ASSAD
Nell' ottobre del 1998 Recep Tayyip Erdogan era sindaco di Istanbul da quattro anni e Bashar al-Assad faceva ancora l' oculista a Londra. Il padre Hafez si era scontrato con il potere turco dal 1980, quando aveva deciso di contrastare le mire «neo-ottomane» di Ankara con l' appoggio al Partito curdo dei lavoratori, il Pkk, e aveva dato ospitalità al suo leader, Abdullah Ocalan.

Ma nell'ottobre del 1998 i due Paesi erano a un passo dalla guerra, Damasco aveva inviato un mezza dozzina di divisioni nel Nord e installato 36 batterie di missili Scud vicino alla frontiera, nel timore di una invasione imminente. Dovettero intervenire gli Stati Uniti, e la Russia, per evitare il peggio. Il 20 ottobre si arrivò all' accordo di Adana. Assad padre cessava di sostenere il Pkk e accettava di consegnare Ocalan, che alla fine sarebbe arrivato in una prigione turca dopo una lunga crisi internazionale.
ERDOGAN ASSADERDOGAN ASSAD

L'accordo di Adana segnò anche l'inizio di un lungo inverno per i curdi siriani, che Assad aveva lasciato si organizzassero nel Pyd, il gemello siriano del Pkk. Il tradimento del raiss ha lasciato un segno duraturo. Ma anche i decenni di collaborazione stretta. Assad figlio si è così ritrovato nelle mani le carte buone e cattive che gli aveva lasciato il padre.

E di fronte un avversario implacabile come Erdogan. Quando la rivolta degli arabo-sunniti ha cominciato a travolgerlo, alla fine del 2012, ha lasciato i curdi, che avevano costituito le loro Unità di difesa popolare, le Ypg, a sorvegliare i territori a Nord-Est, per spostare tutte le truppe ad Aleppo e Damasco. Per sette anni i curdi hanno lottato per costruire la loro regione autonoma, il Rojava. Il regime era un avversario, la Turchia, e ancor più le milizie jihadiste sostenute da Ankara, il nemico vero e mortale. Fino all' avvento dell'Isis e all'intervento degli Stati Uniti nel Nord-Est della Siria.
ERDOGAN ASSADERDOGAN ASSAD

Nel frattempo Erdogan creava un' armata ribelle, incentrata attorno al gruppo Ahrar al-Sham, per abbattere Assad. Nell' estate del 2015 il raiss è al lumicino, con i colpi di mortaio che cadono nel giardino del palazzo presidenziale. Arriva Vladimir Putin a salvarlo con l'aviazione russa, sfiora la guerra con la Turchia dopo che un caccia Su-24 viene abbattuto da un F-16 turco.

Lo scontro Assad-Erdogan è al culmine. Il leader turco accusa il presidente siriano di essere un «macellaio» di avere le «mani sporche del sangue di mezzo milione di persone». Per Assad l'avversario è un «Sultano», un «complice dell' Isis», un estremista islamico che vuole restaurare «l' impero ottomano e ridurre la Siria di nuovo in schiavitù». Il fallito golpe del luglio 2016 cambia però ancora lo scenario. Erdogan si sente tradito dagli Stati Uniti si riavvicina alla Russia e accetta un compromesso anche sulla Siria.

ERDOGAN ASSADERDOGAN ASSAD
Il cambio di regime non è più una priorità, a patto che la Turchia ottenga una «fascia di sicurezza» lungo la frontiera. Una cosa però Erdogan mette in chiaro con Putin: «Non stringerà mai la mano ad Assad». ll leader siriano è dello stesso parere. Ringrazia Putin ma ribadisce che si «riprenderà ogni centimetro quadrato di territorio».

La lotta ai ribelli sostenuti da Ankara è implacabile. Damasco va all'assalto di Idlib, si rischia un bagno di sangue terrificante, interviene di nuovo il Cremlino a mediare. I rapporti con i curdi continuano sottotraccia, nonostante la rabbia del raiss per la loro alleanza con l'America. Assad, nell'ottobre del 2018, li avverte: «Alla fine gli americani vi tradiranno, ve ne pentirete, soltanto l'esercito siriano difenderà il popolo siriano». Un anno dopo Trump scarica i curdi e Erdogan scatena la caccia ai guerriglieri delle Ypg. Il duello Assad-Erdogan continua. E questa volta, come nel 1998, siamo a un passo dallo scontro armato diretto.

Fonte: qui

Nessun commento:

Posta un commento