mercoledì 18 gennaio 2017

Tutor non a norma, multe da annullare. La sentenza 113 cambia tutto

Mandano nelle case degli italiani seicentomila multe l’anno. Ma il sistema dei tutor, evidenzia la Consulta, va continuamente tarato e certificato, altrimenti le sanzioni sono da annullare.

Basta un semplice ricorso dell’automobilista al giudice di pace. Il Giorno riporta la storia di Angelo Scavone, avvocato bolognese e già assessore al Traffico multato per aver sfrecciato sull’A1 tra i 160 e i 170 chilometri all’ora tra Modena, Lodi e Piacenza (133,92 euro moltiplicato per tre se paghi subito, 184,62 se aspetti 60 giorni) e nove punti in meno sulla patente. Ma Scavone ha fatto ricorso ai giudici di pace e ha vinto.
Si è appellato infatti alla Corte costituzionale e alla famosa sentenza 113 del 2015: “Tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura“. Controlli che devono avere almeno una cadenza annuale, spiega Luigi Vingiani, segretario nazionale della Confederazione giudici di pace: “Da quando è entrata in vigore la sentenza, mi saranno capitati almeno un migliaio di ricorsi, quasi tutti sui tutor. Mai visto un prefetto portare la documentazione della taratura” e se “non ce la portano, il ricorso deve essere accolto“.
Secondo la Polizia stradale, “ormai gli strumenti sono quasi tutti tarati“, “ci siamo adeguati, abbiamo acquistato pacchetti manutentivi e di assistenza. La documentazione può essere richiesta dagli stessi automobilisti. I tutor sono tarati annualmente”.Tant’è, le Prefetture non forniscono “le prove” e si rassegnano a perdere i ricorsi. “Certo, per la taratura della velocità media misurata dal tutor, il problema è più complesso. Il documento non è unico ma composto da tanti elementi. Forse la difficoltà sta proprio qui”.
Nessuno sa poi fornire dei dati sui ricorsi contro tutor e autovelox. Il ministero della Giustizia comunica che i nuovi casi erano quasi 81mila nei primi sei mesi dell’anno scorso ma sicuramente sono cresciuti dopo la sentenza della Corte Costituzionale che è di fine aprile. Quindi le sentenze emesse superavano quota 145mila mentre quelli pendenti al 30 giugno sfioravano i 334mila.
Fonte: Libero

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