lunedì 15 febbraio 2016

Grecia: il sindacato di polizia chiede l’arresto dei membri della Troika. E in Italia?

Greci-scontri-con-poliziaSempre più tesa la situazione in Grecia, oltre la violenta recessione, anche uno sciopero generale lanciato dagli agricoltori, ma rapidamente esteso alle altre categorie, sta paralizzando il Paese.

Ma la notizia più importante, rilanciata dalle agenzie di stampa, seppur con poca convinzione, è certamente questa. I vertici del POASY, uno dei sindacati di polizia greco, hanno affermato che la troika starebbe tentando con le sue richieste di ribaltare l’ordine democratico, di scalfire la sovranità nazionale e di depredare il popolo greco di importanti beni. Tali affermazioni sono state rese in una lettera diffusa pubblicamente ed inoltrata anche alla Procura di Atene, quale informativa di reato. Nella comunicazione il sindacato fa sapere che, per tali ragioni, procederà all’arresto immediato dei membri della Troika sul territorio nazionale.

Qualche sciocco commentatore ha definito la comunicazione “una provocazione”, come se pretendere il rispetto dei diritti possa essere considerata una provocazione. Non vi è alcun dubbio infatti che la Troika sia un’organizzazione criminale che attenta alle democrazie ed alle sovranità nazionali di tutti i Paesi sotto il suo dominio. Ad oggi tale organizzazione opera quale braccio armato del potere finanziario, ed ha potuto imperversare in Grecia, come qui da noi, unicamente perché forze dell’ordine e magistratura glielo hanno consentito, sia per ignoranza che per viltà.

Speriamo che alle parole seguano i fatti e che la Grecia riscatti la propria sovranità punendo gli aguzzini che da anni la vessano con sofferenze dal costo umano indicibile. Nessuna delle riforme imposte al Paese ha migliorato in alcun modo la situazione ed anzi i conti pubblici sono oggi enormemente peggiori di quanto la Troika iniziò a dispensare i suoi consigli, tutti deliberatamente contrari agli interessi nazionali del paese.

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La stessa cosa mi auguro succeda al più presto in Italia. Spesso me la prendo con la Magistratura, ma è chiaro che anche le forze dell’ordine italiane potrebbero (dovrebbero) arrestare immediatamente e senza nessuna previa autorizzazione tutti coloro che hanno attentato e stanno attentando alla nostra sovranità. Il codice penale parla chiaro, i delitti contro la personalità dello Stato esistono e sono puniti con severità. Anzi a dirla tutta il nostro codice di procedura penale, all’art. 380 c.p.p. prevede espressamente l’obbligo di arrestare in flagranza di reato per coloro che commettono delitti contro la personalità dello Stato, qualora la pena minima sia non inferiore a cinque anni e la massima a dieci. Sia l’art. 241 c.p. che il 243 c.p. prevedono pene, nel minimo, non inferiori rispettivamente a dodici e ai dieci anni. Pacifico dunque che chi ci impone ed invoca le cessioni di sovranità, dunque tutte le più alte cariche dello Stato, dovrebbero essere immediatamente tratte in arresto dalle nostre forze dell’ordine.

Trattasi di un’evidenza giuridica di una semplicità disarmante, eppure nulla si muove… Sono tanto timorosi che neppure denunciano me, cosa che dovrebbe essere fatta se ciò che da anni affermo pubblicamente fosse falso…
Avv. Marco Mori, blogger di scenarieconomici.it ed autore del libro “Il tramonto della democrazia – analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”disponibile su ibs.it
Marco Mori
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Forconi greci: scontri disordini, caos e manifestazioni in tutte le città


La polizia greca si è scontrata violentemente con centinaia di agricoltori che manifestavano ad Atene contro la riforma delle pensioni che il Governo sta negoziando con gli organismi finanziari internazionali

Alcune centinaia di agricoltori si sono radunati oggi nella capitale greca per una manifestazione di protesta contro che durerà due giorni contro la riforma delle pensioni e le misure di austerità annunciate dal Governo.

I manifestanti hanno tentato di entrare all’interno del palazzo ma la polizia li ha respinti usando gas lacrimogeni. Ad Atene si è realizzata una nuova giornata di proteste, scioperi e tensioni. Almeno un migliaio di coltivatori si sono ritrovati nella capitale ellenica in segno di protesta contro l’aumento delle tasse previsto dal Governo e contro la riforma delle pensioni, la cui misura più contestata è il taglio (dal 15 al 30%) per gli assegni dei pensionati che lasceranno il lavoro a partire dal 2016.


Sarebbe questo l’ennesimo provvedimento emanato ai danni dei pensionati greci negli ultimi sei anni. I sindacati di categoria denunciano che le misure richieste da Ue e Fmi porterebbero a un taglio del‘85% del reddito annuo di diversi attori sociali: in primis gli agricoltori.

Dall’isola di Creta è arrivato all’alba un traghetto con a bordo un folto gruppo di manifestanti . Di fronte il ministero dell’Agricoltura gli agricoltori hanno urlato slogans, innalzato cartelli ed hanno lanciato pomodori, ortaggi e pietre contro la polizia che li aveva bloccati nel tentativo di entrare nell’edificio per occuparlo simbolicamente. I reparti antisommossa della Polizia greca hanno reagito realizzando cariche contro i manifestanti con i gas lacrimogeni. “Hanno tentato di spingere la polizia sino all’ingresso del Ministero — ha riferito un portavoce delle forze dell’ordine — La polizia ha usato gas lacrimogeni per fermare la folla”.

Si preannunciano almeno due giorni di marce e mobilitazioni per gli agricoltori ellenici, stremati dalle misure di austerità che hanno soffocato il Paese negli ultimi anni e dalle politiche della UE che permettono di importare prodotti a basso costo provenienti dal Nord Africa.
Non solo gli agricoltori ma anche altre categorie di lavoratori negli ultimi giorni hanno partecipato alle proteste contro la riforma previdenziale, come medici, infermieri, ingegneri, dottori, dentisti, avvocati, ecc.. Intanto rimane anche oggi il blocco autostradale presso i due principali valichi di frontiera tra Grecia e Bulgaria a seguito delle proteste ad opera degli agricoltori, che nei scorsi giorni avevano bloccato i confini usando i loro trattori.
Forti tensioni si sono registrate quando martedì scorso i camionisti bulgari avevano organizzato un contro-blocco ostacolando il passaggio dei mezzi.

La Grecia si trova ancora in recessione. Secondo una nuova stima la crescita nell’ultimo trimestre rimane negativa (-0,6%). L’incertezza sulla sostenibilità del debito pubblico greco resta alta. Nelle scorse ore Poul Thomsen, capo economista del Fondo monetario internazionale, ha spiegato che senza un concreto piano strutturale di riduzione del deficit “presto i timori di Grexit si riaffacceranno”.

Le politiche attuate dalla Commissione Europea sono state un completo fallimento. La situazione è peggiorata e la gente è sempre più esasperata. Monta la rivolta contro il Governo e contro Tsipras considerato un traditore ed un “venduto” che si è piegato alle direttive delle autorità europee e dei potentati finanziari che vogliono mettere in ginocchio l’economia greca per recuperare tutte le risorse restanti del paese. Un grande stato di frustrazione e di rabbia si registra fra la popolazione.

Nota: Mentre in Italia la gente si guarda il Festival di San Remo e tutti i media distraggono l’opinione pubblica con i diritti delle “coppie gay”, in Grecia la gente esasperata scende in piazza per reclamare i diritti sociali, quelli del lavoro, delle pensioni, dell’assistenza sanitaria, della dignità, che sono stati calpestati.
Fonte:  qui

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