Come sempre i dettagli fanno la differenza e il diavolo venerdì era nei dettagli del rapporto sull’occupazione, non bastano i numeri, i bond vigilantes avevano anticipato tutto portando i rendimenti del trentennale di nuovo vicini al 2 %.
Ora tutti ad attendere Jackson Hole, qualche volpe che spera che il petrolio arrivi a 100 dollari per incendiare di nuovo l’inflazione che in realtà è solo un enorme fake, creato ad arte per speculare, alimentato dalla pandemia…
Se togliamo tutte le dinamiche transitorie di questi mesi, fattori transitori ed eccezionali, l’inflazione è addirittura scesa dall’inizio della pandemia, non quella quotidiana con cui fanno i conti imprenditori e consumatori, ma quella che usano i giuristi del concorso di bellezza per decidere dove andranno i tassi.
Prima che qualcuno mi ricordi che è aumentato tutto, ribadisco che quella è l’inflazione per fessi, si quella è l’inflazione che esiste dalla notte dei tempi, quella con la quale QUOTIDIANAMENTE i furbi fregano i fessi, aumentando prezzi spesso senza motivo a partire dalla benzina sino ai generi alimentari, per non parlare di affitti, case, sanità e via dicendo.
Ovviamente i fessi non si sono accorti di come l’euro li ha fatti fessi per davvero!
Ci sarebbe da ridere per ogni mese passato a raccontare che l’inflazione era fuori controllo a leggere quanto scrive Pimco, ma come tutto qui, il prossimo anno si scende di nuovo al 1,5 %?
Ma torniamo al dato sul lavoro americano, 850.000 posti che sono in realtà per lo più temporanei, effimeri, illusori, in realtà l’occupazione dell’indagine sulle famiglie è diminuita, la forza lavoro è diminuita.
Il tasso di disoccupazione ha ripreso a salire.
L’indagine sulle famiglie non ha mostrato alcun cambiamento nel rapporto occupazione/popolazione o nel tasso di partecipazione alla forza lavoro. Il tasso di disoccupazione è leggermente aumentato, poiché l’occupazione nell’indagine sulle famiglie è diminuita di 18.000 unità.
Il precedente mese è stato rivisto al ribasso, anche se solo di 9000 unità, quella di aprile al rialzo di 24.000, a forza di ricevere sussidi gli americani che hanno deciso di non fare più lavori a part time sono aumentati di 1,17 milioni una cifra enorme. I lavoratori a tempo pieno sono diminuiti di 103.000 unità.
I maggiori guadagni di posti di lavoro sono stati nell’istruzione statale e locale (229.700), nei ristoranti (194.300) e negli hotel (75.100). I guadagni nell’istruzione statale e locale indicano che le scuole stanno tornando all’insegnamento in classe, sebbene l’occupazione sia ancora in calo di 583.000 unità rispetto al livello pre-pandemia. Anche la categoria delle arti e dello spettacolo ha mostrato un grande guadagno di 73.600, poiché molti luoghi che erano stati chiusi a causa della pandemia hanno potuto riaprire a giugno.
Il settore della vendita al dettaglio ha aggiunto 67.100 posti di lavoro. Il settore manifatturiero ha aggiunto 15.000 posti di lavoro, ma è ancora in calo di 481.000 rispetto ai livelli pre-pandemia. La crescita del settore è stata rallentata dalla perdita di 12.300 posti di lavoro nell’industria automobilistica, il risultato di continue carenze. I lavori di costruzione sono diminuiti di 7.000, il terzo calo consecutivo. Questo probabilmente riflette anche la carenza di materiali.
L’orario medio settimanale di tutti i dipendenti privati è sceso di 0,1 ore a 34,7 ore. Le ore settimanali medie di tutti i dipendenti che forniscono servizi privati sono scese di 0,1 ore a 33,7 ore. Le ore settimanali medie dei produttori sono diminuite di 0,2 ore più altre 0,1 ore in una revisione negativa a 40,2 ore.
Come scrive Dean Baker Senior economist presso il Center for Economic and Policy Research…
I settori che pagano meno hanno avuto aumenti ancora più rapidi, con i salari nel settore della vendita al dettaglio che sono aumentati a un tasso annuo dell’11,7 percento negli ultimi tre mesi, ma solo del 2,5 percento anno su anno. Per i ristoranti il tasso annuo è del 25,1 percento e dell’11,2 percento su base annua. Questi forti aumenti salariali nella parte inferiore sono impressionanti, ma non è probabile che siano inflazionistici poiché rappresentano una quota relativamente piccola del monte salari totale. La paga oraria media complessiva è aumentata del 3,6% rispetto al livello di un anno fa.
Le ore calano leggermente
Un elemento che non si adatta alla diffusa storia di carenza di manodopera è un piccolo calo della durata della settimana lavorativa media da 34,8 ore a 34,7 ore, dopo un calo simile a maggio. Se i datori di lavoro avessero davvero difficoltà a trovare lavoratori, ci aspetteremmo di vederli cercare di lavorare con i dipendenti che hanno più ore.
Il calo delle ore è incoraggiante anche dal punto di vista della produttività.Con la crescita del PIL che probabilmente supererà l’8,0 percento e le ore in aumento a un tasso annuo di circa il 4,0 percento, sembra che assisteremo a un altro quarto di crescita della produttività molto forte.
E come ci ricorda qualcuno di nostra conoscenza, la produttività è DEFLATTIVA!
La quota di disoccupati di lunga durata aumenta di 1,2 punti percentuali al 42,1 per cento appena sotto il picco della recessione e un livello superato solo in pochi mesi nella Grande Recessione.
Anno su anno, i salari sono aumentati da $ 29,35 a $ 30,40.
Tutto qui il famigerato aumento degli stipendi e certo se aumentano solo i salari che prima erano da fame, che rischi ci sono per l’inflazione salariale, ZERO!
Nel frattempo quasi un trilione di dollari è stato ritirato dal mercato e con il livello di leva finanziaria esasperata il rischio di un serio incidente soprattutto in estate è dietro l’angolo…
I problemi stanno fermentando nei tubi che corrono sotto Wall Street. E ancora una volta le banche chiamano Zoltan Pozsar.
Gli investitori hanno iniziato a immagazzinare centinaia di miliardi di dollari presso la Federal Reserve ogni notte, e nessuno è abbastanza sicuro di cosa significhi. Per le risposte, molti si rivolgono all’analista di Credit Suisse di 42 anni, di origine ungherese, noto per aver previsto con precisione i movimenti di mercati arcani come i riacquisti inversi con dichiarazioni tra cui: “Così inizia la sterilizzazione delle riserve”.
Il Global Money Dispatch di Pozsar, pubblicato almeno due volte a settimana, è la prima lettura per trader, banchieri e politici interessati al funzionamento interno del sistema finanziario, elogiato per la sua visione completa e l’analisi convincente. L’ultimo tema caldo: i quasi trilioni di dollari che si accumulano in un programma della Fed un tempo oscuro e poco utilizzato, noto come strumento di riacquisto inverso .
State sintonizzati, nei prossimi mesi e anni, assisterete alla più spettacolare esplosione di illusioni della storia, dall’inflazione alle crypto. Quando? Non lo so e non mi interessa, se vi piace giocare al casinò, accomodatevi, io ho altro da fare, la serenità finanziaria non è un gioco.
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