venerdì 28 agosto 2020

La rivolta degli insegnanti: lasceremo vuote le cattedre


Circa il 40% del corpo docente è over 55, oltre 170 mila professori sono sopra i 62 anni. 

La sindacalista: i più anziani si metteranno in malattia, sostituiti da precari spesso più grandi.


 

La maggior parte precari, quasi la metà «fragili», tutti molto preoccupati. E hanno ragione, se perfino il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, dice: «Rischiamo che i docenti spendano più tempo a far rispettare le regole che a fare lezione. Sarà un arduo compito». Certo nessuno meglio di loro sa che obbligare i ragazzi a indossare la mascherina durante le lezioni sarà impossibile. Che gli assembramenti saranno all’ordine del giorno e che il verificarsi di focolai all’interno delle scuole non è una probabilità, ma una certezza.

E così dal Veneto parte la protesta, destinata ad allargarsi, sui rischi sanitari legati al rientro a scuola. Centinaia gli insegnanti che hanno già chiesto di non tornare in cattedra in quanto “lavoratori fragili”, quindi più esposti al contagio da Covid: più di 55 anni, magari con problemi di asma e allergie, o con malattie croniche, o con cicli di chemioterapia in corso. Il governatore Luca Zaia alza le mani: «Sono anche io convinto che chi ha problemi di salute debba evitare ogni tipo di assembramento - spiega - ma questo non rientra nelle nostre competenze, almeno finché non avremo l’autonomia».

Coronavirus, Miozzo (Cts) : "Con il rientro a scuola ci aspettiamo un aumento di contagi"

 



Il governo finora ha sorvolato sul problema, nonostante il 40% del nostro corpo docente, circa 400mila persone, sia over 55 e i professori con più di 62 anni siano 170mila. Lo scorso aprile l’Inail aveva pubblicato un documento in cui inseriva nella categoria dei soggetti “fragili” tutte le lavoratrici e i lavoratori sopra i 55 anni. Per loro è stata prevista una «sorveglianza sanitaria eccezionale», assicurata dal datore di lavoro, con la possibilità di essere considerati temporaneamente inidonei al servizio e quindi sostituiti. Di queste attenzioni però non c’è traccia nelle ultime linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità sulla ripresa della scuola. «È una situazione molto complicata, abbiamo chiesto più volte che venga chiarita – dice Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola – perché lascia senza tutele questi insegnanti e apre ulteriori incognite sulla ripartenza delle lezioni».

Ad esempio i docenti di ruolo più anziani, pur di restare a casa, potrebbero comunque optare per la malattia, trovando un medico disposto a certificare la loro “fragilità”. «E così si cercherà un supplente, un precario che magari è più vecchio del collega che va a sostituire, perché questa è la realtà», continua Gissi, «serve un intervento normativo per stabilire come gestire questi insegnanti». Senza contare che nella stessa situazione ci sono anche migliaia di bidelli e di assistenti amministrativi, questi ultimi ora esclusi dal regime di smart working, che invece prosegue per gli altri dipendenti pubblici.
Se venissero a mancare gli insegnanti “fragili”, potrebbero aprirsi buchi di organico imprevisti, proprio nel momento in cui si cerca invece di potenziare il personale scolastico. Anche se i sindacati hanno già sollevato dubbi sulla possibilità di assumere effettivamente 85mila nuovi docenti, come annunciato dalla ministra dell’Istruzione Azzolina: «Non è un problema di soldi, che magari arriveranno, ma di disponibilità nelle graduatorie delle figure necessarie – spiega Gissi – i primi dati sono chiari, ad esempio a Milano non potranno concretizzarsi le previste 3mila assunzioni di insegnanti di sostegno, perché non ci sono, come non ci sono i docenti di materie scientifiche». Insomma, salvo miracoli, «non si andrà oltre il 30% delle assunzioni previste». E come sempre toccherà ai precari tenere in piedi l’anno scolastico. Secondo una stima della Flc Cgil, i supplenti necessari saranno oltre 200mila. Fonte: qui
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SULLA RIPRESA DELLE LEZIONI IL GOVERNO SI GIOCA LE ELEZIONI 

SORGI: "L'IPOTESI SLITTAMENTO AGITA L'ESECUTIVO. IL GOVERNO NON È PRONTO PER ASSICURARE L'INIZIO DELL'ANNO SCOLASTICO IN TEMPI DI COVID IL 14 SETTEMBRE. E UNA PARTENZA FATTA 'COSTI QUEL CHE COSTI' SI RIPERCUOTEREBBE SUI RISULTATI DELLE REGIONALI DEL 20. DI QUI L'IDEA CHE A PROPORRE IL RINVIO, PER SCAVALLARE IL VOTO, COME STA GIÀ FACENDO DE LUCA PER LA CAMPANIA, POSSANO ESSERE PROPRIO LE AMMINISTRAZIONI DELLE REGIONI IN CUI SI VOTA…"


Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

conte azzolinaCONTE AZZOLINA

All'alba del diciassettesimo giorno dall'apertura delle scuole, due punti sono chiarissimi: il governo non è pronto per assicurare l'inizio dell'anno scolastico in tempi di Covid il 14 settembre. E una partenza fatta "costi quel che costi" si ripercuoterebbe pesantemente sui risultati delle elezioni regionali del 20.

La coincidenza tra le due date, forse, avrebbe potuto saltare agli occhi del premier e dei leader della maggioranza ben prima del drammatico vertice del 26 agosto in cui è emerso chiaramente che non ce la si fa. Ma tant' è.

 

marcello sorgiMARCELLO SORGI

Ora a Palazzo Chigi ragionano sulle soluzioni da trovare e sul fatto che sarebbe disastroso l'annuncio di un rinvio, quasi alla vigilia di una scadenza tanto enfatizzata e mentre altri Paesi europei vanno avanti, facendo i conti con le conseguenze, certo, ma senza ripensamenti. Peraltro anche quello si rifletterebbe su un voto di natura locale, ma che via via ha assunto le dimensioni politiche di un test nazionale che potrebbe pesare sulle sorti del governo.

 

conte azzolinaCONTE AZZOLINA

D'altra parte se al vertice dell'altro ieri è stato Bonaccini, vale a dire il presidente di una delle regioni più organizzate come l'Emilia-Romagna, a far notare come per aprire le scuole non bastino le mascherine, il gel e i banchi che il commissario Arcuri è pronto a mettere a disposizione, ma servano spazi per il distanziamento e piani straordinari dei trasporti di cui non si vede neppure l'ombra, si può capire lo stato dell'arte del progetto 14 settembre.

 

marcello sorgiMARCELLO SORGI

Di qui l'idea che a proporre il rinvio, per scavallare il voto del 20, come sta già facendo De Luca per la Campania, possano essere proprio le amministrazioni delle regioni in cui si vota, con la motivazione (anche questa, per carità, affrontabile da tempo) che sistemare le scuole per il 14 per poi doverle rismontare per il 20 avrebbe poco senso. Il governo a quel punto prenderebbe atto. Limitandosi forse a suggerire che il rinvio valga per l'intero territorio nazionale.

E sopportando gli attacchi che l'opposizione sicuramente non gli farebbe mancare. Una procedura del genere, per quanto azzardata, dovrebbe essere annunciata il prima possibile, proprio per limitarne gli effetti sulle elezioni regionali. Che oltre a quelli sulla vita delle famiglie italiane, comunque, è inutile negarlo, ci saranno.

Fonte: qui


L’ALLARME DEGLI ORTOPEDICI SUI NUOVI ARREDI SCOLASTICI: “SONO UNA CLAMOROSA OCCASIONE PERDUTA CHE FARÀ DANNI GRAVI AI NOSTRI RAGAZZI”. 

SCHIENALI SENZA SUPPORTO E MATERIALI: TUTTI GLI ERRORI CHE POTREBBERO PROVOCARE INFIAMMAZIONI E SCOLIOSI 

EMIDIO SALVATORELLI, PRESIDENTE DELLA “VASTARREDO”: “LE SEDIE CON LE ROTELLE NON SONO A NORMA”


I NUOVI BANCHI SINGOLI BOCCIATI DAGLI ORTOPEDICI «UN'OCCASIONE PERSA»

l'esercito consegna i banchi a codogno alzano e nembro1L'ESERCITO CONSEGNA I BANCHI A CODOGNO ALZANO E NEMBRO1

Graziella Melina per “il Messaggero”

 

I nuovi banchi anti Covid acquistati in tutta fretta in vista dell' apertura delle scuola sono «una vera, clamorosa occasione perduta che farà danni molto gravi per i nostri ragazzi». La denuncia arriva dai medici ortopedici e dagli studiosi di ergonomia medica che, «stupiti per il gravissimo errore», hanno deciso di mettere nero su bianco in una lettera aperta le criticità del nuovo acquisto anti Covid.

raoul sagginiRAOUL SAGGINI

 

Primo firmatario del documento il presidente della Società Italiana di Medicina Riabilitativa - Rigenerativa Interventistica Multidisciplinare Raoul Saggini, ordinario in Medicina Fisica e Riabilitativa dell' Università Gabriele D' Annunzio, tra i maggiori conoscitori dei rischi per la salute ergonomica degli alunni, visto che è stato anche coordinatore di un Gruppo tecnico di approfondimento sulla classificazione, approfondimento e misurazione della postura e delle relative disfunzioni presso il Ministero della Salute.

 

azzolina scuola mascherinaAZZOLINA SCUOLA MASCHERINA

Chi ha scelto i nuovi banchi anti Covid in arrivo nelle scuole, infatti, il rischio della scoliosi non deve averlo tenuto nella giusta considerazione. Se è vero che gli arredi scolastici acquistati in tutta fretta in vista dell' apertura dell' anno scolastico potranno diminuire il pericolo di contagiarsi dal Covid, non si può dire altrettanto per quanto riguarda le conseguenze che avranno sulla schiena e i muscoli dei ragazzi.

 

I nuovi banchi, infatti, hanno le stesse caratteristiche dei vecchi, e non garantiscono quindi una corretta postura. E dire che gli effetti sulla colonna vertebrale erano stati già segnalati da diversi studi scientifici, già a partire dagli anni 80. Eppure, non se n' è tenuto per niente conto.

operai al lavoro sui nuovi banchi scolasticiOPERAI AL LAVORO SUI NUOVI BANCHI SCOLASTICI

 

I VECCHI ERRORI

Così come nei vecchi banchi, anche i nuovi, rimarcano insomma gli esperti, presentano gli stessi errori. A cominciare dallo schienale della seduta, che è posto a livello dorsale, e così la colonna lombare, non avendo il minimo supporto, si raddrizza. Il materiale scelto, poi, ossia il legno o la plastica dura, a contatto con i glutei, provocano l' infiammazione della struttura miofasciale e nervosa.

 

LUCIA AZZOLINALUCIA AZZOLINA

Nessuna differenziazione inoltre in base alla diversa altezza degli studenti, o ai differenti comparti anatomici. In sostanza, «gli amministratori statali - si legge nel documento - sono soliti acquistare arredi più grandi in quanto nel grande sta il piccolo mentre nel piccolo non sta il grande». Un acquisto dunque poco opportuno che, a quanto pare, non è dettato nemmeno da problemi di budget.

 

«Fra la scelta che è stata fatta e quella che sarebbe stato necessario fare in relazione agli studi scientifici per preservare la salute anatomica degli studenti - rimarcano gli esperti - non ci sarebbe stata nessuna differenza di costo».

emidio salvatorelli vastarredoEMIDIO SALVATORELLI VASTARREDO

 

 

"BANCHI CONSEGNATI PER FINE OTTOBRE SEDIE CON ROTELLE? NON SONO A NORMA"

Niccolò Carratelli per “la Stampa”

 

Consegnare in tempo i banchi monoposto, agevolare così il distanziamento degli studenti in classe e contribuire alla ripartenza della scuola. L' hanno presa un po' come una missione alla Vastarredo, una delle più grandi aziende italiane specializzate nella produzione di arredi scolastici.

i banchi singoli con le rotelleI BANCHI SINGOLI CON LE ROTELLE

 

Impianti aperti 24 ore su 24, 6 giorni su 7, nello stabilimento abruzzese in provincia di Chieti, con la convinzione di rispettare i tempi annunciati: «Dobbiamo consegnare tutto entro la fine di ottobre e stiamo lavorando per farcela, anche perché nel contratto sono previste penalità in caso di ritardo - spiega il presidente Emidio Salvatorelli - dopo qualche difficoltà all' inizio, ora che la macchina è avviata non si ferma».

 

Per partecipare alla gara europea bandita dal Commissario per l' emergenza Domenico Arcuri, Vastarredo si è alleata con altre sette aziende del settore, era l' unico modo per poter affrontare una sfida così impegnativa. Tocca a loro produrre 500mila banchi monoposto e 130mila sedie, in pratica un quarto dell' ordine complessivo fatto da Arcuri (2 milioni di banchi e 400mila sedie).

 

lucia azzolina 2LUCIA AZZOLINA 

«Noi come Vastarredo forniremo circa l' 80 per cento del totale, 340mila pezzi, le prime consegne sono già partite». Proprio sulle consegne si registra un po' di confusione, «perché ci avevano detto che i nostri banchi sarebbero finiti in Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia - racconta Salvatorelli - poi all' improvviso ci hanno chiamato e ci hanno detto di dirottare le consegne sulle zone più colpite dall' epidemia, ad esempio a Piacenza, Bergamo o Treviso».

 

l'esercito consegna i banchi a codogno alzano e nembro3L'ESERCITO CONSEGNA I BANCHI A CODOGNO ALZANO E NEMBRO3

Alla Vastarredo arrivano quasi quotidianamente comunicazioni dalla struttura commissariale, «telefonate frenetiche, cambiamenti dell' ultimo minuto, dobbiamo adattarci». L' unica certezza è che le loro sedute non sono "innovative", ma tradizionali, «senza le rotelle, insomma, anche perché quelle che io sappia non sono a norma, specie per l' uso da parte dei minorenni».

 

Quindi le aziende che le producono come fanno? «Si assumono il rischio di essere ritenute responsabili in caso di incidenti, poi non so quali accordi abbiano preso con il committente». Anche perché a quanto pare i contratti non sono tutti uguali, ma sono stati negoziati azienda per azienda, a seconda della fornitura prevista.

DOMENICO ARCURIDOMENICO ARCURI

 

A proposito di accordi, impossibile avere informazioni precise sul valore della commessa, «è lo Stato che ha ordinato, tocca a loro rendere pubblici i costi, posso dirvi che normalmente un banco con sedia di questo tipo costa 70/80 euro».

 

Prima di fare i conti, però, bisogna considerare che sulla spesa totale incide non poco la consegna, in particolare il cosiddetto "ultimo miglio", che costa almeno tre volte di più di un trasporto normale. Si tratta di portare i banchi e le sedie fin dentro la scuola, affrontando difficoltà logistiche non da poco.

 

l'esercito consegna i banchi a codogno alzano e nembro 2L'ESERCITO CONSEGNA I BANCHI A CODOGNO ALZANO E NEMBRO 

«Per la nostra commessa parliamo di circa 800 tir da caricare e smistare. Per fortuna diverse aziende di trasporto private si sono fatte vive per collaborare, useremo anche i loro camion e i loro addetti». Fondamentale anche la disponibilità dei grandi gruppi italiani del legno e dell' acciaio: «È stato un gioco di squadra, ci hanno garantito subito le materie prime necessarie per pianificare il lavoro, altrimenti saremmo stati fermi». Ora, però, si deve correre.

 

emidio salvatorelli vastarredoEMIDIO SALVATORELLI VASTARREDO

Davvero sicuro di farcela per la fine di ottobre? «Sì, al massimo sforeremo di una settimana o due. Che poi, con il caos che c' è, siamo sicuri che la scuola ripartirà regolarmente? Finisce che ci saranno i nostri banchi, ma non gli studenti». Fonte: qui

l'esercito consegna i banchi a codogno alzano e nembroL'ESERCITO CONSEGNA I BANCHI A CODOGNO ALZANO E NEMBRO

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