VACCINI: SPUTNIK RUSSO ARRIVA IN UNGHERIA, PRIMO PAESE UE
(ANSA-AFP) - BUDAPEST, 02 FEB - Le prime 40.000 dosi del vaccino russo Sputnik V contro il Covid sono arrivate oggi in Ungheria, primo Paese della Ue ad avere stretto un accordo con Mosca per l'acquisto del farmaco.
Lo ha annunciato il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, nel giorno in cui uno studio pubblicato dalla rivista Lancet conferma che il vaccino russo è efficace al 91,6 per cento contro il virus. Le prime 40.000 dosi, ha sottolineato Szijjarto, sono state portate immediatamente al Centro nazionale per la salute pubblica "per i rimanenti test necessari" prima che possa cominciare l'inoculazione alla popolazione.
Altre due milioni di dosi dovrebbero arrivare dalla Russia nei prossimi tre mesi. Budapest ha criticato il processo di approvazione e di acquisto dei vaccini da parte della Ue, che secondo Szijjarto "è fallito". "Siamo i primi nell'Unione europea ad avere lo Sputnik, ma probabilmente non gli ultimi", ha affermato il ministro. La settimana scorsa l'Ungheria è stata anche il primo Paese della Ue ad approvare il vaccino cinese Sinopharm, di cui ha ordinato cinque milioni di dosi.
COVID, IL VACCINO RUSSO SPUTNIK FUNZIONA: 91,6% DI EFFICACIA
Elvira Naselli per www.repubblica.it
I dati sul vaccino russo Sputnik V, già ampiamente utilizzato in gran parte dell’America latina, Ungheria, presto Iran e verso il quale aumenta l’interesse di molti paesi occidentali, Germania in primis, sono appena stati pubblicati su Lancet. Il Gam-Covid-Vac, primo vaccino registrato contro Covid-19, è basato sulla tecnologia del vettore virale (un adenovirus non replicante, quindi incapace di infettare l’organismo), prevede due dosi, ed è stato ribattezzato Sputnik per ricordare la missione spaziale sovietica.
E, soprattutto, ha un'efficacia altissima: 91,6%. Efficacia definita eccezionale da Roberto Burioni, professore di Virologia all'università San Raffaele di Milano che in un un tweet commenta i risultati di Sputnik V, promettendo di spiegare anche la differenza con il vaccino di Astra Zeneca.
Ma veniamo ai dati di questo step dello studio: i risultati di uno studio clinico su quasi 20mila persone ha dimostrato un’efficacia del 91,6% riportando 16 casi di Covid sintomatico nel gruppo vaccinato (0,1%) e 62 (1,3%) in quello trattato con placebo. Il gruppo era suddiviso in modo che un quarto dei partecipanti ricevesse placebo e tre quarti vaccino. Nessun effetto avverso serio collegato al vaccino, tra i più comuni sintomi lievi quelli parainfluenzali, dolore nel sito dell’infezione, debolezza. Come peraltro per gli altri vaccini.
CORONAVIRUS SOMMINISTRAZIONE VACCINO SPUTNIK V IN RUSSIA
Il trial è ancora in corso – quelli pubblicati su Lancet sono risultati preliminari - con l’obiettivo di arrivare ad osservare 40mila persone in modo da avere dati più solidi su efficacia e sicurezza.
Ma veniamo ai dettagli, cominciando dagli effetti avversi seri, quelli cioè che richiedono una ospedalizzazione: rari, rivelano i dati, sia nel gruppo placebo (0,4%, 23 casi su 5435) che in quello vaccinato (0,2%, 45 casi su 16.427 partecipanti), e nessuno correlabile al vaccino. Durante il trial si sono verificati quattro decessi, anche questi non correlabili al vaccino ma uno a una frattura e gli altri a condizioni mediche preesistenti.
La maggior parte degli eventi avversi – il 94%- è stata di lieve entità, di grado 1: sintomi simili all’influenza, dolore nel sito dell’iniezione, mal di testa,sensazione di debolezza o scarsa energia. Seguiti da 5,66% di casi lievi di grado 2 e 0,38% di grado 3 (ma sempre considerati lievi).
Quanto all’efficacia, il vaccino ha indotto una robusta risposta anticorpale e una immunitaria (delle cellule T) e solo 6 partecipanti su 342 non hanno avuto una risposta immunitaria, probabilmente per l’età avanzata o caratteristiche individuali. Sebbene lo studio abbia arruolato anche persone con altre patologie, infatti, gli autori segnalano che non sono rappresentati tutti i gruppi a rischio. Inoltre tutti i partecipanti avevano più di 18 anni. E gli autori segnalano il bisogno di investigare su adolescenti e bambini, così come su donne in gravidanza.
Che cos’è Sputnik
CORONAVIRUS SOMMINISTRAZIONE VACCINO SPUTNIK V IN RUSSIA
Sputnik è un vaccino composto da due parti: due vettori composti da adenovirus (adenovirus umano ricombinante tipo 26 – rAd26-S – e adenovirus umano ricombinante tipo 5 – rAd5-S), entrambi modificati in modo da esprimere la proteina Spike di Sars-Cov-2.
Gli adenovirus sono stati trattati in modo da non potersi replicare nell’uomo e quindi di non poter provocare malattia. Del resto i vaccini con vettori virali sono già stati usati molte volte e la loro sicurezza è stata confermata in molti studi clinici.
Nel trial con Sputnik ai partecipanti è stata data una dose di rAd26-S seguita, a 21 giorni di distanza, da un richiamo con rAd5-S 21. Secondo gli autori, l’uso di due diversi adenovirus potrebbe aver provocato una risposta immunitaria più potente, rispetto all’utilizzo per due volte dello stesso vettore, e minimizzato il rischio di sviluppo di resistenze da parte del sistema immunitario nei confronti del vettore iniziale.
“Le nostre analisi ad interim dello studio di fase 3 del Gam-Covid-Vac in Russia, studio randomizzato e controllato, ha mostrato alta efficacia, immunogenicità e un buon profilo di tollerabilità a partire dai 18 anni", spiega Inna V Dolzhikova, co-autrice dello studio, che lavora al Gamaleya National Research Centre for Epidemiology and Microbiology, in Russia.
Ad oggi nel mondo sono in fasi più o meno avanzate di trial clinici 64 candidati vaccini Covid-19, inclusi 13 in fase 3 e 173 ancora in preclinica. “Per fermare la pandemia servono vaccini con differenti meccanismi d’azione per rispondere alle diverse domande di salute dei vari Paesi. Il nostro vaccino, insieme ad altri, aiuta a diversificare la risposta mondiale a Sars-Cov-2”, ha aggiunto Denis Logunov, co-autore dello studio, anche lui al Gamaleya National Research Centre for Epidemiology and Microbiology.
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Già le pubblicazioni della fase 1 e 2 avevano riportato sicurezza e immunogenicità di due differenti formulazioni di Sputnik: una surgelata e una liofilizzata del vaccino in due parti. In questo studio è stata utilizzata una forma liquida del vaccino, che deve essere conservata a meno 18 gradi. Approvata anche la conservazione tra 2 e 8 gradi.
Del trial facevano parte 2144 over 60 e in questo gruppo l’efficacia del vaccino è stata del 91,8%. Inoltre Sputnik è stato ben tollerato e ha avuto buoni profili di sicurezza da 1369 di questi partecipanti considerati adulti anziani. Ci sono stati tre episodi di eventi avversi seri, tre nel gruppo placebo e tre in quello vaccinato, ma nessuno correlabile al vaccino.
L'analisi secondaria
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Lo studio ha analizzati anche l’efficacia del vaccino contro Covid-19 moderato o severo. A 21 giorni dalla prima dose non ci sono stati casi di Covid-19 moderato o severo nel gruppo vaccinato (e invece 20 nel gruppo placebo), equivalente a un’efficacia del 100%. E sebbene lo studio non sia stato disegnato per stabilire l’efficacia di una dose singola è stato rilevato come già a 16-18 giorni dalla prima dose sia riscontrabile un effetto protettivo anche se parziale. Dal giorno 15-21, l’efficacia contro Covid moderato o severo è del 73.6%, ma servono ulteriori studi (e il team ha da poco ricevuto l’approvazione a investigare l’efficacia della dose singola). Fonte: qui
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