PUTIN ORDINA LO STATO DI EMERGENZA E RIPRENDE DURAMENTE I DIRIGENTI DELLA SOCIETÀ, CHE SONO STATI ZITTI PER GIORNI FINCHÉ LE TREMENDE FOTO DELL'INQUINAMENTO NON SONO APPARSE SUI SOCIAL MEDIA
ALLARME IN SIBERIA, 20.000 TONNELLATE DI DIESEL NEL FIUME
Giuseppe Agliastro per l'ANSA
Le
acque del fiume Ambarnaya si sono colorate di un rosso acceso e
innaturale. Il crollo di un serbatoio di carburante in una centrale
termoelettrica vicino Norilsk, in Siberia settentrionale, ha riversato
nel fiume oltre 20.000 tonnellate di diesel provocando quello che
secondo gli ambientalisti è il più grave incidente di questo tipo
nell'Artide. Con Greenpeace che valuta la portata del disastro analoga a
quella dell'incidente della petroliera Exxon Valdez, avvenuto in Alaska
30 anni fa.
Putin
ha ordinato lo stato di emergenza in modo da concentrare quante più
risorse possibili nell'operazione di decontaminazione, ma lo stesso
governo russo non nasconde che la situazione appare "molto difficile" e
c'è chi teme che il gasolio possa raggiungere anche il lago Pyasino,
dove si tuffa l'Ambarnaya, e da lì il fiume Pyasina. A complicare
ulteriormente le cose potrebbe essere stato il presunto ritardo di due
giorni col quale le autorità sono state avvisate dell'incidente dalla
Ntek, la società che gestisce la centrale di Norilsk ed è a sua volta
controllata dal gigante Norilsk Nickel, leader mondiale della produzione
di nickel.
L'incidente
risale al 29 maggio, ma il governatore della regione di Krasnoyarsk,
Aleksandr Uss, ha detto di esserne venuto a conoscenza solo due giorni
dopo, cioè domenica scorsa, dalle "informazioni allarmanti" provenienti
dai social media. La Norilsk Nickel assicura che tutto è stato riferito
"in tempo e in maniera appropriata", ma Putin evidentemente la pensa in
tutt'altro modo e davanti alle telecamere della tv russa ha riservato
una memorabile lavata di capo al numero uno della Ntek, Serghiei Lipin,
per il modo in cui è stato gestito l'incidente. "Perché le agenzie
governative hanno saputo di questo solo due giorni dopo i fatti?
Dobbiamo
sapere delle emergenze dai social media?", ha chiesto infuriato il
leader del Cremlino. Gli investigatori russi hanno poi aperto
un'inchiesta e hanno subito arrestato il direttore della centrale,
Viaceslav Starostin. A provocare l'incidente potrebbe essere stato
indirettamente il riscaldamento globale che minaccia il nostro pianeta.
La zona della centrale di Norilsk è infatti coperta dal permafrost, che
si sta sciogliendo a causa delle temperature sopra la media, e - stando
alle prime ricostruzioni - il diesel che ha inquinato il fiume Ambarnaya
era contenuto in un serbatoio che è crollato perché i pilastri che lo
sostenevano stavano cominciando ad affondare nel terreno.
Secondo
i media statali russi, l'area contaminata è vasta 350 chilometri
quadrati e la situazione preoccupa non poco le associazioni
ambientaliste. Secondo l'ex vice direttore dell'agenzia federale per il
monitoraggio delle risorse naturali, Oleg Mitvol, "non c'è mai stato un
incidente del genere nell'Artide" e per rimettere le cose a posto
potrebbero volerci tra i cinque e i dieci anni. Fonte: qui
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