Oggi 681 sono deceduti per un totale di 15362
Ricoverati in terapia intensiva 3994, -74 rispetto a ieri
114 pazienti trasferiti dalla Lombardia con il sistema "Cross", 38 in Germania
Aumento di persone attualmente positive di 2886 unità, nella media dei giorni scorsi. Leggero calo nei morti (681) e nei guariti (1.238). Conforta un minore afflusso di pazienti nelle terapie intensive: è la prima volta "gli ospedali respirano"
ROMA - Nel giorno in cui i guariti dal coronavirus raggiungono quota 20mila e il bilancio supera drammaticamente i 15mila morti, l'Italia continua a guardare alla curva del contagio che resta stabile. I valori di nuovi contagi, malati e tamponi fatti più o meno è nella media dei giorni scorsi, pur con qualche naturale fluttuazione.
I dati del nuovo bollettino della Protezione Civile parlano di un aumento dei malati (ovvero le persone attualmente positive) pari a 2886 unità (negli ultimi tre giorni erano stati 2.937 mercoledì, 2.477 giovedì e 2339 ieri).
Purtoppo resta alto anche il numero delle vittime, che non accenna ancora a rallentare. Nelle ultime ventiquattr'ore sono morte 681 persone (ieri le vittime erano state 766), arrivando a un totale di decessi di 15.362. Anche i guariti restano sugli stessi livelli e raggiungono il totale di 20.996, per un aumento in 24 ore di 1238 unità (ieri erano guarite 1480 persone).
Il numero totale di persone che hanno contratto il virus dall'inizio dell'epidemia è 124.632 (4805 nuovi contagi rilevati nelle ultime 24 ore, mentre ieri erano stati 4585). I tamponi fatti oggi sono stati 37.375, un numero più o meno stabile rispetto a ieri (38.617).
Abbastanza stabile anche il rapporto tra tamponi fatti e casi individuati: è di 1 malato ogni 7,7 tamponi fatti, ovvero il 12,8%.
Meno in terapia intensiva
Si registra il primo calo di ricoveri in terapia intensiva dall'inizio dell'emergenza Covid-19. Sono 3.994 i malati di coronavirus ricoverati in terapia intensiva, 74 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.326 sono in Lombardia. Degli 88.274 malati complessivi, 29.010 sono poi ricoverati con sintomi - 269 in più rispetto a ieri - e 55.270 sono quelli in isolamento domiciliare. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. "Oggi per la prima volta abbiamo un
dato molto importante. Il numero pazienti in terapia intensiva diminuisce di 74 ed è un notizia importante perché consente ai nostri ospedali di respirare. È il primo valore negativo da quando abbiamo avviato la gestione dell'emergenza", ha commentato Borrelli.
Mascherine utili ma meglio stare distanti
Sia Borrelli, sia Locatelli, sono di nuovo intervenuti sull'uso delle mascherine, dopo che la Lombardia ha emesse un'ordinanza che obbliga chi esce a coprire il viso almeno con una sciarpa. "Sull'uso delle mascherine c'è un grande dibattito anche nella comunità scientifica perché non ci sono evidenze fortissime - ha osservato il presidente dell'Iss - Sappiamo che sono utili per prevenire il contagio da chi è infetto, ma la misura fondamentale è il rispetto del distanziamento sociale. Le riflessioni su un uso più allargato sono oggetto di valutazione del comitato tecnico scientifico". Sull'ordinanza in Lombardia il capo della Protezione civile ha commentato: "Mascherine obbligatorie in
Lombardia? Io non la uso perchè rispetto le distanze. È importante indossarla se non si rispettano le distanze".
Il richiamo al rispetto delle norme
il presidente del consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, dopo aver definito "largamente incoraggianti" i dati di oggi sul calo dei ricoveri in terapia intensiva e sul calo dei deceduti ha richiamato tutti "al rispetto delle norme. Bisogna avere dei comportamenti di alto senso di responsabilità individuale". Locatelli ha proseguito: "valga il messaggio forte che questo non deve essere minimamente letto come un messaggio che ormai abbiamo superato la fase critica, pericolo scampato: non abbiamo ancora scampato nulla. Quanto messo in atto è servito a contenere la diffusione epidemica e a ridurre il numero dei nostri concittadini deceduti e quelli costretti a ricorrere alla terapia intensiva", ha detto. E ha concluso: "Il rispetto delle norme è l'unico modo per onorare la memoria dei nostri concittadini che hanno perso la vita".
Al Sud e al Centro il sistema sanitario ha retto
"In Italia centrale e meridionale c'è stata la capacità del sistema sanitario di contenere una crescita importante del numero di soggetti infetti. Non era scontato ottenere questo risultato", ha detto il presidente del Consiglio superiore di Sanità Locatelli. Quanto ai tempi per la ripartenza ha osservato: "Per alcuni mesi dovremo ancora convivere con questo virus, l'obiettivo è ridurre sempre più questi numeri. Tutte le politiche che saranno implementate per la ripresa spettano al decisore politico". Fonte: qui
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