HA 25 ANNI ED E’ ORIGINARIO DELLO XINJIANG. E’ DI ETNIA UIGURA: PARLANO UNA LINGUA SIMILE AL TURCO E SONO MUSULMANI
LA STRAGE E’ DURATA 7 MINUTI, IN CUI HA SPARATO 180 COLPI
NON SONO MANCATI TWEET E POST DI GIUBILO PER L’AZIONE
Monica Ricci Sargentini per il Corriere della Sera
Alla fine è arrivata la rivendicazione dell’attentato compiuto la notte di Capodanno nella nota e blasonata discoteca Reina, a Ortakoy nella parte più europea di Istanbul. Nella strage sono morte 39 persone, una settantina i feriti. La firma è quella dei terroristi dello Stato Islamico (Isis) che, per la prima volta, hanno diffuso il comunicato anche in lingua turca: «Per continuare le operazioni benedette che lo Stato Islamico sta conducendo contro la protettrice della croce, la Turchia, un soldato eroico del Califfato ha colpito uno dei più famori nightclub dove i cristiani celebravano la loro vacanza apostata».
IL KILLER ORIGINARIO DELLO XINJIANG
C'è, intanto, una pista che sembra farsi concreta. Dopo l'errore di domenica (quando è stata diffusa la foto di un presunto sospetto che in realtà non aveva nulla a che fare con la strage), la polizia turca ha diffuso altre immagini riprese da video di sorveglianza.
Secondo la Cnn turca il killer sarebbe stato identificato. Si tratterebbe di un 25enne dello Xinjiang, regione autonoma della Cina nord-occidentale abitata dagli uiguri, etnia che parla una lingua simile al turco e di fede musulmana, già nota come Turkestan Orientale.
Ricostruiti anche gli ultimi spostamenti dell'attentatore di sabato sera. Il giovane avrebbe preso un taxi nel quartiere di Zeytinburnu, nella parte sud del versante europeo della città, e si sarebbe fatto portare in quello di Ortakoy, più a est, dove è situata la discoteca Reina. C'era traffico, però, e per questo sarebbe sceso lontano dal locale che avrebbe poi raggiunto a piedi.
Erano settimane che in Turchia giravano appelli contro il Natale e il Capodanno: «Müslüman Noel kutlamaz», «Müslüman yilbasi kutlamaz» («Un musulmano non può festeggiare il Natale»,« Un musulmano non può festeggiare il Capodanno»). Un’opinione diffusa non solo dagli estremisti islamici ma anche da autorevoli organi regiosi come la Diyanet che il 30 dicembre, per voce del direttore degli Affari Religiosi, Mehmet Görmez, molto vicino all’Akp, aveva fatto girare in 80mila moschee un sermone del venerdì in cui dichiarava illegittimi i festeggiamenti del 2017 perché non musulmani.
In tutto il Paese l’atmosfera era ostile al Natale e alla fine dell’anno tanto che nei giorni scorsi un uomo vestito da Babbo Natale ha rischiato il pestaggio. Subito dopo l’attentato non sono mancati i tweet e i post di giubilo da parte di chi considera le feste cristiane da disprezzare.
Il 30 dicembre le autorità turche avevano ricevuto informazioni dagli Stati Uniti, che avvertivano del rischio di un attacco da parte dello Stato islamico durante la notte di Capodanno a Istanbul o Ankara. Un allerta che non è bastato a scongiurare la strage.
Nel locale colpito sono stati trovati 180 proiettili. Gli esperti ritengono che il killer si sia comportato in modo «professionale, addestrato e a sangue freddo», dimostrando di aver in precedenza fatto sopralluoghi sul posto per raccogliere informazioni.
Il terrorista è arrivato al Reina in taxi all’una e un quarto, ha preso una borsa dal bagagliaio da cui ha estratto un fucile automatico e ha cominciato a sparare colpendo prima un poliziotto e un agente di viaggi che erano fuori dal locale e poi , dentro alla discoteca, ha scaricato tutta la sua rabbia sui 600 avventori, in gran parte stranieri che stavano festeggiando l’arrivo del 2017. L’assalto è durato almeno 7 minuti, il killer si è tolto il cappotto prima di lasciare la scena e far perdere le sue tracce.
Fonte: qui
Fonte: qui
Nessun commento:
Posta un commento