domenica 1 gennaio 2017

Grillismo: fallimento

Chi aveva pronosticato solo sei mesi di vita alla giunta di Virginia Raggi mai aveva pensato che la profezia si sarebbe realizzata. Invece sono bastati proprio sei mesi per certificare il totale fallimento del governo capitolino affidato alle mani inesperte ed incerte della giovane avvocatessa grillina.

Sarebbe però un grave errore scaricare le colpe di questo fallimento sulla sola sindaca. La Raggi ha sicuramente sbagliato nella scelta di collaboratori che, dopo essere risultati solo “chiacchierati”, si sono rivelati anche implicati fino al collo in quei rapporti illeciti con il mondo dei palazzinari romani la cui denuncia era stata uno dei cavalli di battaglia nella campagna elettorale romana del Movimento Cinque Stelle. E ha ancora di più sbagliato quando ha insistito testardamente nella difesa delle sue scelte. Da Paola Muraro a Raffaele Marra. Ma dato a Virginia ciò che è di Virginia, va denunciato con forza che a fallire non è stata solo la sindaca ma l’intero Movimento di Beppe Grillo. Si è detto più volte che Roma sarebbe stata il banco di prova della credibilità politica dei grillini, la cartina di tornasole della loro capacità di amministrare, l’occasione storica per dimostrare agli italiani di poter concorrere a governare l’intero Paese.
Ora il banco di prova ha messo in evidenza l’inaffidabilità del M5S, la cartina di tornasole la sua incapacità di governare e l’occasione storica si è trasformata nella dimostrazione lampante e drammatica che mettere il governo del Paese nelle mani di Beppe Grillo e compagni sarebbe una iattura irreparabile.
In sei mesi la giunta grillina e l’incredibile pletora di dirigenti di livello nazionale Cinque Stelle che si sono occupati delle vicende romane, dai rampanti Di Maio e Di Battista alle erinni Taverna e Lombardi fino agli stessi Grillo e Casaleggio, è riuscita ad offrire ai romani ed agli italiani uno spettacolo fatto di inerzia amministrativa e di devastante confusione politica, segnata da una conflittualità interna addirittura peggiore di quella tanto contestata dei partiti tradizionali.

Grazie a questo spettacolo la Capitale ha perso l’occasione delle Olimpiadi ed in cambio ha avuto solo l’aggravamento delle condizioni disperate in cui l’avevano lasciata le precedenti amministrazioni e la dimostrazione che una volta portati dall’opposizione al governo i grillini sono capaci solo a provocare disastri. Chi sosteneva che a Roma si sarebbe dovuto toccare il fondo prima di poter ripartire è stato accontentato. Il fondo è stato toccato. Ma per la ripartenza c’è ancora da aspettare!

18 Dicembre 2016

Fonte: qui

Di Maio a pranzo con la Trilateral 3 giorno dopo l’attacco del blog di Grillo alla Boschi per lo stesso motivo


Il vicedirettore del “Fatto Quotidiano” Stefano Feltri riferisce del pranzo di Luigi Di Maio con i membri italiani della commissione Trilateral svoltosi presso l’istituto Ispi di Milano (dove ho studiato anche io, nda). Il sito dell’Ispi, il più prestigioso think tank di politica internazionale del nostro Paese, diretto dal prof. Paolo Magri e che ha come presidente onorario Giorgio Napolitano, ha diffuso ieri una foto che ritrae Di Maio insieme a Carlo Secchi, ex rettore della Bocconi e presidente della sezione italiana della Trilateral Commission. L’evento all’Ispi è stato infatti organizzato insieme a questa associazione fondata negli anni ’70 da David Rockefeller che riunisce vertici economici, politici e accademici, e che da ormai diversi anni è uno degli obiettivi preferiti dei complottisti insieme al gruppo Bilderberg. Ecco come il sito dell’istituto ha descritto l’evento.
Europa, terrorismo e immigrazioni sono stati i temi al centro del Lunch Talk tenutosi venerdì 22 aprile 2016 con i membri del Consiglio dell’ISPI e i vertici di di aziende e istituzioni tra i quali Pirelli, Intesa Sanpaolo, A2A, ENI, Dalmine, il direttore del Corriere della Sera Fontana e il senatore Mario Monti”. Mario Monti è presidente onorario della Trilateral Europa, ed era stato duramente criticato dai 5 Stelle per questi rapporti con l’establishment mondiale ai tempi della sua nomina a presidente del Consiglio. Il pranzo di Di Maio è una notizia piuttosto curiosa non solo per la nota ostilità del mondo M5S a queste associazioni “simbolo” dei cosiddetti poteri forti. Solo tre giorni prima il pranzo milanese del vicepresidente della Camera il membro del direttorio pentastellato Roberto Fico aveva duramente criticato sul blog di Grillo il ministro Maria Elena Boschi per lo stesso motivo, ovvero un suo intervento presso la Trilateral.

Nel 2012 era il Bilderberg, oggi è la Trilaterale, riunita per tre giorni a Roma sotto la protezione di un imponente apparato di sicurezza. Forse è il caso di ricordare cosa sia la Trilaterale, quanto questa organizzazione delle élite economiche abbia influito sulle politiche dei Paesi occidentali. La dottrina della Trilaterale è riassunta nel Rapporto del 1975: la democrazia entra in crisi quando ci sono troppi cittadini coinvolti e attivi; i cittadini non hanno gli strumenti per governare la cosa pubblica; troppa domanda politica e partecipazione ostacolano il funzionamento del sistema

Il Ministro Boschi convocato alla riunione dei potenti non è che il simbolo di un Governo senza autonomia, una misera pedina al servizio di interessi altri, non della volontà popolare. Tutto questo con il beneplacito di un Presidente della Repubblica che ha accolto serenamente una riunione della quale non ci è dato sapere nulla, perché non c’è uno straccio di giornalista che possa o voglia (come il Presidente della Rai) raccontare nulla. Questa vicenda non può essere chiusa sotto silenzio, utilizzeremo ogni strumento per vederci più chiaro.

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