QUALCUNO CI SALVI DA ARCURI
250MILA IMPRENDITORI SI
ERANO PRENOTATI PER OTTENERE IL RIMBORSO DAL GOVERNO PER I DISPOSITIVI
DI PROTEZIONE (MASCHERINE ECC.).
ALLE 9:00:01 I FONDI ERANO GIÀ FINITI, E
SOLO 3.150 DOMANDE ACCOLTE.
GLI ALTRI 247MILA HANNO SUBITO L'ENNESIMA
PRESA PER IL CULO!
AH, E SONO ANCORA A SHENZEN IN CINA LE 180 MILIONI DI MASCHERINE ACQUISTATE DAL GOVERNO A 209,5 MILIONI DI EURO
NVITALIA : INCREDIBILE ! LA PRESA PER IL SEDERE DI 250.000 IMPRENDITORI. SEMPRE ARCURI!
Riceviamo e pubblichiamo:
Fu fatto grande battage pubblicitario per il bando imprese sicure
lanciato da Invitalia per supportare le Imprese che investivano in DPI
(Dispositivi Protezione Individuale) per i propri Lavoratori.
Roba
seria finalmente ! Hanno esclamato gli imprenditori che si sono
prenotati sul sito pubblicizzato, riempiendo tonnellate di moduli (ormai
una costante) e hanno partecipato al click day alle h 9 dell’11
maggio.
Ma attenzione ! Dovevi comprare e pagare per poter partecipare e hanno abboccato tanti imprenditori gia’ stremati dalla crisi.
Sono
arrivate ben 249.681 domande di rimborso : fino a 500 euro per
dipendente con un massimo di 150.000 euro per azienda, allegando fatture
quietanzate.
Insomma
250.000 imprese hanno riempito moduli, comprato e pagato DPI, si sono
messi in fila per avere rimborso e sono state pronte per il click day ……
Alle
ore 9 del tutti pronti……dopo 1 secondo e 4 centesimi, ripeto 1 secondo e
4 centesimi, tutto esaurito e solo 3.150 imprese su 250.000 hanno
avuto l’agognato rimborso.
Nessuno dopo 09:00:01.046749……….follia
Davvero
incredibile vicenda, ma sarebbe da chiedersi come hanno fatto i maghi
del click a essere cosi’ efficienti per chiudere la partita in 1 secondo
!
Certo ormai la superficialita’ ed
improvvisazione domina perche’ le aziende erano obbligate a prenotarsi
prima per partecipare al click day…..ma visto il successo di questa
norma, invece di metterci pochi soldi , non era piu’ giusto stanziarci
soldi che vengono buttati in tante forme non prendere per il culo
247.000 imprese !!!!
ARCURI INSISTE CON GLI AEREI
MA IN TRENO LE MASCHERE SAREBBERO GIÀ QUI (A MENO)
Alessandro Da Rold per “la Verità”
Sono
ancora a Shenzen in Cina le 180 milioni di mascherine acquistate dal
governo a 209,5 milioni di euro. Annunciate dal ministro degli Esteri
Luigi Di Maio all' inizio di aprile non sono ancora arrivate in Italia.
Come già raccontato dal nostro giornale, infatti, il bando da 50 milioni
di euro per l' assegnazione del trasporto aereo e lo stoccaggio è
ancora fermo, anche se è stato chiuso il 6 maggio e i voli sarebbero
dovuti partire l' 11.
La fase di stallo
continua, tra le trattative del commissario Domenico Arcuri con le
aziende che sono finite nei primi posti in graduatoria.
Ma
a quanto risulta alla Verità non c' era solo la possibilità di
ricorrere al noleggio di aerei per farle arrivare sul nostro territorio.
Tra le opzioni che erano state presentate sul tavolo del commissario
straordinario, infatti, c' era anche l' utilizzo di treni e navi.
Peccato non siano state prese in considerazione. A distanza di due mesi
dagli annunci, guardando i ritardi e le polemiche, forse l' utilizzo di
altri mezzi di trasporto sarebbe stato più che mai opportuno.
Del
resto, in un prospetto informativo che La Verità ha potuto vedere, si
legge che anche i costi di trasporto sarebbero stati nettamente
inferiori, di almeno 6 milioni di euro. Utilizzare l' aereo comporta
almeno 7 giorni di lavoro, con un minimo di 24 viaggi e relativi
passaggi alle dogane. La capacità massima della stiva di un Boeing 777 è
di 600 metri cubi, con un totale di 7,5 milioni di mascherine
trasportate. Il costo per trasporto aereo per 600 metri cubi per viaggio
di mascherine è di 300.000 euro ossia 500 euro a metro cubo.
Il totale del prezzo si aggira quindi intorno ai 7,2 milioni di euro.
Diversa
la rotaia, calcolando che proprio in questi mesi alcune regioni
italiane si sono appoggiate alla nuova via della Seta. Come le Marche
che hanno ricevuto 100.000 mascherine dalla provincia di Jiangxi,
arrivate via treno fino alla Germania e poi su gomma sino ad Ancona.
(...) Per il trasporto ferroviario delle 180 milioni di mascherine
annunciate da Di Maio ci sarebbero voluti almeno 20 giorni di viaggio
per ognuno dei quattro treni necessari a portare tutte le mascherine in
Italia.
Di gran
lunga di più rispetto all' aereo, ma forse a quest' ora sarebbero già in
Italia. Un container di un treno ha una capacità di ospitare almeno 1
milione di mascherine. Calcolando che ogni treno è formato da 40
container, ogni viaggio ne avrebbe trasportate almeno 40 milioni, con
una differenza di 3.200 metri cubi a viaggio in treno contro i 600 via
aereo. In sostanza un viaggio in treno avrebbe avuto la capacità di
trasporto di mascherine pari a quella di 5 aerei. Non solo. I costi si
sarebbero abbassati. E di molto.
Il
trasporto di ogni container dalla Cina a Milano costa circa 4.900 euro.
Si parla quindi di 196.000 euro a viaggio, con un costo finale di
appena 882.000 euro per spostarle tutte. Stiamo parlando di 6 milioni e
300.000 euro in meno rispetto al prezzo dell' aereo. Ma se c' era un'
urgenza di avere mascherine perché non si è pensato proprio a questo,
magari coinvolgendo anche Fs, una nostra azienda di Stato? Per di più se
il treno non andava bene, si poteva prendere in considerazione anche il
trasporto via nave. Sarebbero bastati 3.900 euro a container, con un
prezzo finale di 702.000 euro, ancora più basso.
Nel
prospetto si faceva una stima anche sull' incidenza dei conti di
trasporto di ogni mascherina. Calcolando che le mascherine sono costate
1,163 cadauna, ricorrere ai treni avrebbe inciso per 0,0049 euro, mentre
per l' areo è dello 0,04. Ancora più basso è quello via mare, con lo
0,0039. In sostanza si sarebbe abbassato il totale del costo della
fornitura in Italia.
Nel
frattempo mercoledì il commissario ha annunciato che presto saranno
distribuite a tutte le regioni italiane, al sistema sanitario, ai
cittadini e alle forze dell' ordine circa 10.590.600 mascherine di varie
tipologie. In teoria si tratta del numero più alto di dispositivi di
protezione distribuiti dall' inizio dell' emergenza. Ma le polemiche non
sono finite. Ora oltre alle mascherine iniziano a scarseggiare i guanti
di lattice, essenziali per chi vuole tornare al lavoro. In questi
giorni diverse Rsa della Lombardia li hanno richiesti alla Regione, che
però nulla può fare da quando è arrivato Arcuri.
Prima
c' era una convenzione per i trasporti, ora gestisce tutto Roma con gli
scontati ritardi di distribuzione. Nei giorni scorsi il presidente
dell' ordine dei farmacisti della provincia di Bergamo, il dottor
Ernesto De Amici, ha inviato una lettera al commissario dove dice di
aver letto con sgomento «le sue affermazioni riguardo al ruolo che lei
attribuisce ai farmacisti circa la carenza di mascherine e con
altrettanto disagio i goffi tentativi di correggersi senza smentirsi».
E
aggiunge: «Noi siamo gli approfittatori che speculano sulle sofferenze
della gente, per i bergamaschi siamo quelli che hanno rinunciato ad ogni
contributo per non interrompere la fornitura di ossigeno, lavorando, di
fatto, gratis. Eppure, siamo sempre gli stessi. Ovviamente», conclude
De Amici nella lettera, «non pretendo che mi creda sulla parola, ma si
informi presso la dirigenza Ats di Bergamo. E poi, si vergogni».
VI PIGLIANO PER CULO!
DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE
VI PIGLIANO PER CULO!
FU FATTO GRANDE BATTAGE PER IL BANDO ‘’IMPRESE SICURE’’
LANCIATO DA INVITALIA
GLI IMPRENDITORI SI SONO PRENOTATI SUL SITO
PUBBLICIZZATO, RIEMPIENDO TONNELLATE DI MODULI E HANNO PARTECIPATO AL
CLICK DAY ALLE H 9 DELL’11 MAGGIO. DOPO 1 SECONDO E 4 CENTESIMI, ZAC!,
TUTTO ESAURITO E SOLO 3.150 IMPRESE SU 250.000 HANNO AVUTO L’AGOGNATO
RIMBORSO
COME HANNO FATTO I MAGHI DEL CLICK A ESSERE COSÌ EFFICIENTI
PER CHIUDERE LA PARTITA IN 1 SECONDO?
Fu fatto grande battage pubblicitario per il bando Imprese Sicure
lanciato da Invitalia per supportare le imprese che investivano in DPI
(Dispositivi Protezione Individuale) per i propri lavoratori.
Roba
seria finalmente! Hanno esclamato gli imprenditori che si sono
prenotati sul sito pubblicizzato, riempiendo tonnellate di moduli (ormai
una costante) e hanno partecipato al click day alle h 9 dell’11 maggio.
Ma attenzione! Dovevi comprare e pagare per poter partecipare e hanno abboccato tanti imprenditori gia’ stremati dalla crisi.
Sono
arrivate ben 249.681 domande di rimborso: fino a 500 euro per
dipendente con un massimo di 150.000 euro per azienda, allegando fatture
quietanzate.
Insomma
250.000 imprese hanno riempito moduli, comprato e pagato DPI, si sono
messi in fila per avere rimborso e sono state pronte per il click day ……
CLAUDIO TESAURO INVITALIA CON DOMENICO ARCURI
Alle
ore 9 del tutti pronti……dopo 1 secondo e 4 centesimi, ripeto 1 secondo e
4 centesimi, tutto esaurito e solo 3.150 imprese su 250.000 hanno avuto
l’agognato rimborso.
Nessuno dopo 09:00:01.046749……….follia
Davvero
incredibile vicenda, ma sarebbe da chiedersi come hanno fatto i maghi
del click a essere così efficienti per chiudere la partita in 1 secondo!
luigi di maio domenico arcuri fabrizio palermo
Certo
ormai la superficialità ed improvvisazione domina perchè le aziende
erano obbligate a prenotarsi prima per partecipare al click day…..ma
visto il successo di questa norma, invece di metterci pochi soldi, non
era più giusto stanziarci soldi che vengono buttati in tante forme non
prendere per il culo 247.000 imprese.
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