giovedì 14 maggio 2020

“C'È ARIA DI GUERRA CIVILE IN ITALIA”






MARCELLO VENEZIANI SENTE ODORE DI RIVOLTA: “C'È UN CLIMA DI ODIO E D'INSOFFERENZA. NON PIÙ DISSENSO MA DISPREZZO PER L'IRRITANTE ESIBIZIONE DEL GOVERNO, CON GLI SHOW SU AIUTI CHE NON ARRIVANO MAI. ALLORA TI ACCORGI CHE QUALCOSA SI È ROTTO, IL MALESSERE STA FACENDO SALTARE I NERVI A TUTTI E CI SONO DUE VULCANI PRONTI A ERUTTARE, L'UN CONTRO L'ALTRO ARMATI. ABBIAMO BISOGNO DI GENTE SERIA, ALTRIMENTI QUELLI "SERI" ARRIVERANNO DA FUORI..."

Marcello Veneziani per “la Verità”

C'è aria di guerra civile in Italia. Una brutta aria di odio e d' insofferenza. Si sta scavando un fossato incolmabile tra italiani. Riassumo gli ingredienti o le stazioni che portano all' odio radicale. In primis le restrizioni e i divieti anche assurdi hanno lasciato un segno e una scia sul corpo e la mente degli italiani; poi le carenze sanitarie più elementari unite alle clamorose cialtronerie di commissari, ministri e task force; aggiungi la mancanza assoluta di strategia, prevenzione e test per governare il futuro ma tutto è affidato ai cittadini e alle loro limitazioni.

Gualtieri Conte Gualtieri Conte
Poi la drammatica situazione economica e sociale per famiglie e imprese, le tante aziende che non apriranno, i tanti che non riavranno il lavoro, l' impossibilità di far rinascere esercizi con quelle restrizioni, quei costi e quelle cadute. Intanto una legge libera fior di delinquenti dalle carceri e persino criminali in cella d' isolamento, che non erano a rischio di contagio; proprio mentre venivano inseguiti sulle spiagge come criminali innocui bagnanti, sporadici avventori o isolati corridori. Unisci questo quadro alla vanesia, fanfarona, irritante esibizione del governo, gli show inconcludenti su aiuti che non arrivano mai.

SILVIA ROMANO SILVIA ROMANO
Se a tutto questo unisci vicende dell' assurdo come la liberazione di Silvia Romano, con pagamento ai terroristi per finanziare le loro imprese e le loro armi, il ritorno dell' ostaggio da moglie di uno di loro e credente nella religione dei suoi stessi carcerieri nella versione più feroce e antioccidentale, insieme all' autoincensarsi del governo che sfrutta l' occasione per farsi uno spot e una passerella, con il premier e il ministro degli Esteri che sgomitano per prendersi la vetrina, il codazzo di media allineati e vescovi inclusi, ti accorgi che la polveriera sta per esplodere. Non c' è più dissenso ma disprezzo, livore.

RIVOLTA SOCIALE RIVOLTA SOCIALE
Su quest' ultimo caso ho letto giudizi sprezzanti che trasudano odio tra due Italie che non si parlano più ma si sputano, si schifano, si disprezzano. Agli uni pare civile, umano e misericordioso gioire per il ritorno a quelle condizioni dell' ostaggio e pare invece bestiale, infame e incivile chi ne mostra il conto, il rischio, la beffa. Agli altri, e ci sono anch' io tra questi, magari con toni e argomenti un po' diversi, pare assurdo che una prigioniera torni con la divisa dei suoi carcerieri, che vanti il trattamento ricevuto, che ostenti anche nelle vesti il disprezzo per il mondo in cui è tornata e che ha pagato il riscatto e rischiato vite umane per riportarla a casa.

luigi di maio e alfonso bonafede in piazza contro i vitalizi luigi di maio e alfonso bonafede in piazza contro i vitalizi
Ma poi leggi i commenti dell' altro versante, anche di persone fino a ieri abbastanza equilibrate che provano schifo per chi fa queste elementari considerazioni, per chi ricorda le vittime del terrorismo e le volte che non abbiamo voluto pagare riscatti per non cedere ai terroristi, lasciando morire anche leader nazionali. A vergognarsi, per costoro, dovrebbe essere chi lo denuncia...

Allora ti accorgi che qualcosa si è rotto, il malessere sta facendo saltare i nervi a tutti e ci sono due vulcani pronti a eruttare, l' un contro l' altro armati. C' è un' aria terribile. Lo vedo anche nel mio caso personale, lo riconosco: non riesco più neanche ad ascoltare programmi come quello della vipera tirolese o simili, a vedere i tg filogovernativi o ad ascoltare, solo ad ascoltare, la voce del gagà di governo, di Gigino, di Fofò, della sinistreria assortita.

luigi di maio alfonso bonafede flash mob del movimento 5 stelle per l'approvazione della spazzacorrotti 13 4 luigi di maio alfonso bonafede flash mob del movimento 5 stelle per l'approvazione della spazzacorrotti
Sono stato spesso all' opposizione, in aperto dissenso, non mi sono mai risparmiato nelle polemiche. Ma non mi era mai capitato di scendere a questi livelli d' insofferenza radicale e vedo che sta capitando anche dall' altro versante. Ed entrambi riteniamo di avere piena ragione. Ma che ci sta succedendo? Dove ci porterà questo clima se si aggraveranno, come temono in tanti, le condizioni sociali ed economiche del Paese e la depressione diffusa muterà in rabbia?

Il dissenso verso questo governo ormai va ben oltre la critica e la richiesta di farlo cadere. La gente vorrebbe vederli sparire, mandarli a casa a calci nel sedere, se non in galera, perlomeno nello stesso carcere in cui è stato confinato il popolo italiano oltremisura. Penso alla sventura di un Paese che sta attraversando il peggior momento della sua storia repubblicana col peggior governo che potesse capitare. Con più incapaci, cialtroni, quaquaraquà, ignoranti e presuntuosi mai avuti nella sua pur assortita storia.

GIUSEPPE CONTE - SILVIA ROMANO CON I GENITORI - LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE - SILVIA ROMANO CON I GENITORI - LUIGI DI MAIO
Come pensate che si possa ricucire questo Paese e riportare nella normale vita di una democrazia i dissensi e le divergenze? So che molti di voi sognano una svolta radicale, una sterzata elettorale, un' inversione di marcia. Lo capisco, d' istinto lo dico anch' io. Ma lasciate che vi dica una cosa: siamo arrivati a un punto che non si tratta più di destra e sinistra, di sovranisti e globalisti, di populisti e no. Urge affidare il Paese nelle mani di persone serie. Abbiamo un elementare assoluto bisogno di gente seria. Seria, non dico altro. Una parola semplice e complicata. Serietà.

Persone consapevoli della loro responsabilità, che non vendono fumo, che spengono gli odii, che mantengono gli impegni assunti, non vogliono raggirare nessuno. Voi direte sì, ma devono essere capaci, competenti, adeguati. Basta che siano seri. 

Perché una persona seria se capisce di non essere all' altezza non si assume il compito di guidare un Paese, e in questo momento poi; e una persona seria nei campi in cui non ha competenza, si affida a persone serie, li investe di serie responsabilità. I buffoni, i mestatori e i dilettanti al potere sono gente priva di serietà.
luigi di maio giuseppe conte luigi di maio giuseppe conte

Noi abbiamo bisogno di gente seria, il coraggio della serietà. Altrimenti quelli «seri» arriveranno da fuori. Poi ragioniamo sul resto, ma è necessario che al più presto si concordi un cambio di guardia per un governo autorevole composto da gente seria. Perché la situazione, come si usa dire, è grave ma non è seria. Fonte: qui


LA SCELTA DI ARRIGO CIPRIANI: "L’HARRY’S  BAR RESTERÀ CHIUSO FINO A QUANDO CI SARÀ IL DISTANZIAMENTO TRA LE GENTE 

IMPOSSIBILE AVERE SOLO 6 O 7 CLIENTI E CAMERIERI  CON LA MASCHERINA. IL VIRUS È ENTRATO ANCHE NELLA TESTA. ORMAI SIAMO IN MANO AGLI ESPERTI. A VENEZIA IL TURISMO È AZZERATO. TRA UN MESE CI SARÀ SOLO GENTE CHE PIANGE E LA CASSA INTEGRAZIONE SARÀ FINITA"

Manuela Pivato per La Nuova Venezia 

Allora? Allora non ci sarà nessun 18 maggio, né primo giugno; i fuochi resteranno spenti, i rotolini delle tovaglie di lino nell’armadio; mancheranno il mormorio delle stoviglie, il bisbiglio degli ospiti, perché l’Harry’s Bar resta chiuso.

arrigo cipriani harry's bar 1 arrigo cipriani harry's bar 
Inconciliabili, quasi offensive, le misure di distanziamento imposte dal coronavirus con l’anima del locale, fatta di sedie basse, tavoli piccoli, gomito a gomito. Arrigo Cipriani ha fatto due conti e ha proiettato “il Bar” direttamente nel dopo pandemia.

Impossibile riaprire, dunque?
«E’ semplice. Il piano terra ha una superficie di circa quaranta metri quadrati. Calcolando che ci devono essere quattro metri quadrati per ogni cliente, togliendo l’ingombro del banco e il sentiero dei camerieri, potrei avere al massimo sei o sette clienti per volta. Una follia».
Ha in mente un’altra data possibile per riprendere?
«Fino a quando dura il distanziamento tra le gente, noi restiamo chiusi. La nostra bandiera è l’ospitalità, l’arredamento sono i clienti. Siamo sempre stati improntati alla libertà, alla mancanza di imposizione. Impossibile immaginare camerieri con la mascherina e i guanti che raccolgono lo sporco dappertutto».

Potrebbe essere ancora lunga.
«Purtroppo ormai il virus è entrato anche nella testa. Ormai siamo in mano agli esperti».
Avete pensato al take away?
arrigo cipriani harry's bar 2 arrigo cipriani harry's bar 
«Per l’asporto ci vogliono almeno cinque persone, e comunque non andrebbe. Persino nel nostro locale di New York non funziona granché, mentre a Londra ha un discreto successo».

E l’Harry’s Dolci alla Giudecca?
«Lì è diverso, perché è all’aperto e comunque il Dolci non riaprirà prima di luglio. Stiamo cercando la quadratura del cerchio per il lavoro presunto, calcolando che il 60 per cento della nostra clientela è straniero. Ora ci chiediamo per chi riapriamo».
Come vede il futuro?
«Non credo che tutti si rendano conto di quello che è realmente successo. Qui il turismo è azzerato. Tra un mese ci sarà solo gente che piange e la cassa integrazione sarà finita».

E per Venezia?
arrigo cipriani harry's bar 3 arrigo cipriani harry's bar 
«La città ha una grande occasione per ripartire, e la base di partenza è la popolazione. Abbiamo già 6 mila studenti, che sono ipoteticamente 6 mila nuove famiglie. Bene. Ora bisogna andare dai b&b e convincerli a dare gli appartamenti ai giovani a prezzi calmierati. Se un ragazzo ha la fortuna di studiare a Venezia per qualche anno, state sicuri che non se ne va più».
E poi?
«E poi l’artigianato non deve pagare le tasse. Se ci sarà ancora l’Europa, qualche istituzione potrebbe aprire la sua sede in laguna. La cultura è l’altro pilastro. E poi via le bancherelle, i negozi di paccottiglia. Via anche il ticket. Al suo posto, una tassa sulla città. Come compensazione, ad esempio, i veneziani potrebbero non pagare l’immondizia».

Come ha passato la quarantena?
«Ho fatto qualche passeggiata e sono andato in barca a Torcello per vedere come stanno i miei carciofi».
E come stanno?
«Benissimo. Li stiamo raccogliendo e li mettiamo via con un metodo che ne conserva la freschezza».

Fonte: qui

IL CENTRO DI ROMA AL TEMPO DEL COVID E' DIVENTATO UN DESERTO INCANTATO - LA FUGA DEI TURISTI E LA CHIUSURA DEI LOCALI HANNO SVUOTATO IL CENTRO STORICO 

VUOTI I B&B, POCHI GLI ABITANTI (L'ETÀ MEDIA È LA PIÙ ALTA DI ROMA, 48 ANNI, E PER OGNI BAMBINO CI SONO 5,6 ANZIANI)...

Daniele Autieri per “la Repubblica – Roma”

centro di roma 6 
Una volta chiusi i registratori di cassa e abbassate le serrande, il centro storico di Roma si è scoperto al buio. L' altra faccia di questo lockdown imposto per arginare il contagio da coronavirus è quella di un deserto incantato, come la montagna di Thomas Mann, dove silenzio e solitudine hanno improvvisamente sostituito il chiasso del turismo e il viavai delle attività commerciali.

L' istantanea di questa crisi nella crisi la scatta Marcello, il gestore di alcune case vacanza a Trastevere specializzate nell' accoglienza per gli studenti d' Oltreoceano che frequentano le tantissime università americane presenti nella zona. «Da un giorno all' altro - racconta - le università hanno chiuso i corsi e i ragazzi hanno abbandonato gli appartamenti facendo ritorno negli Stati Uniti. Oggi, dopo oltre due mesi, la situazione non sembra destinata a migliorare e siamo costretti a lasciare molti di quegli appartamenti che avevamo in affitto».

La fuga dei turisti accompagnata alla chiusura dei locali ha fatto la tara tra l' immagine di un centro popoloso e la realtà di un territorio svuotato di abitanti e riempito di visitatori. Un fenomeno che avvicina Roma a Parigi e Barcellona, così come alle più importanti capitali europee del turismo, tutte alle prese con la fuga in massa dal centro storico.

A Roma i numeri corrono in soccorso delle impressioni: in un solo anno (il 2018) il I municipio (quello che riunisce quartieri come il Centro Storico, Trastevere, Testaccio e l' Aventino) ha perso oltre 10mila abitanti. Il censimento, l' ultimo realizzato dal Campidoglio, certifica un calo annuale della popolazione pari al 5,7% ( 170mila è il totale dei residenti del I municipio), che assume le dimensioni preoccupanti di un - 13,6% se si guarda all' andamento dell' ultimo decennio. Per molti fuggire dal Centro è un obbligo dettato dall' aumento dei prezzi e dalle difficili condizioni di vita (trasporti, parcheggi, offerta scolastica e formativa), per altri l' occasione di mettere a reddito la casa di famiglia, ma il risultato - in entrambi i casi - è l' impoverimento demografico e l' invecchiamento di un territorio prezioso per la città.
centro di roma 4 
L' età media degli abitanti del centro è la più alta di Roma (48 anni), e per ogni bambino ci sono 5,6 anziani. In cambio, i palazzi svuotati dai residenti storici si sono riempiti di visitatori occasionali e, in strada, alimentari, ferramenta, bar, sono stati sostituiti da ristoranti e locali notturni. Non stupisce allora che nel centro storico si concentri il 63,3% delle strutture ricettive di Roma. Hotel, affittacamere, b& b, case vacanza: il Comune ne ha conteggiate 12.306, ma il dato è solo parziale perché non tiene conto degli oltre 12mila appartamenti affittati tramite il sito Airbnb.

Proprio contro Airbnb sono esplose nei mesi scorsi proteste a Parigi come a Barcellona, che lamentavano una " colonizzazione" del centro responsabile di una serie di effetti indesiderati: peggioramento della qualità della vita; aumento dei costi della quotidianità; esplosione di fenomeni di degrado; perdita dell' anima storica di quartieri simbolo. Alle proteste di Parigi e Barcellona si sono aggiunte quelle di Amsterdam e Berlino, ma finora nessuna politica di protezione del centro storico è stata attuata a Roma, la città eterna condannata a sopravvivere alla fuga dei romani.

Fonte: qui


A OLTRE UN MESE DALLA SUA NASCITA, ALTRE CINQUE DONNE NELLA TASK FORCE DI COLAO, CHE ERA NATA TUTTA AL MASCHILE: PROFESSORESSE, UNA DIRIGENTE D'AZIENDA, LA PRESIDENTE DEL WWF

MA SI E' CAPITO A CHE SERVONO QUESTE TASK FORCE?

A TROVARE DEI CAPRI ESPIATORI PER I FALLIMENTI DEL GOVERNO IN QUESTA EMERGENZA

Francesco Cramer per www.ilgiornale.it

Allora siamo a posto. Arriva una nuova infornata di esperte (che siccome finisce con la «e» e non con la «i» sono più brave, belle ed efficienti) al già corposo esercito di cervelloni che dovrebbero risolvere tutti i problemi.

LINDA LAURA SABBADINI
LINDA LAURA SABBADINI
 
Nella task force guidata da Vittorio Colao entrano cinque nuove donne, che si affiancano alle quattro già nel team di venti esperti totali. Nel Comitato tecnico-scientifico, finora composto di 20 uomini su 20, ne arrivano invece sei. Totale: 11 in più. Nell'equipe di Colao debuttano Enrica Amaturo, professoressa di sociologia; Marina Calloni, professoressa di Filosofia politica che si occupa di contrasto alla violenza domestica; Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell'Istat; Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia; Maurizia Iachino, dirigente di azienda.
VITTORIO COLAO
VITTORIO COLAO
 
Fantastico: già 450 cervelloni non stanno aiutando molto a far partorire uno straccio di decreto che infatti rimane impelagato nei torbidi corridoi di palazzo Chigi. Aggiungiamone una dozzina che male non fa. Anzi, siccome portano la gonna, Conte forse pensa che nel giro di poche ore il Dl Rilancio decollerà come un caccia da guerra. Forse pensa che basti la manciata di consulenti in più - purché sia «rosa» - che la burocrazia si scioglierà come neve al sole; e che i dispettucci tra i partiti della sua raffazzonata maggioranza finiranno domani mattina. Illusioni dettate dall'ideologia o dal più bieco boldrinismo.

Non che le donne non siano in gamba per questione di genere, per carità. È che il sesso, qui, non c'entra un fico secco. Qui c'è un Paese da aiutare subito; ci sono commercianti e artigiani che non sanno se apriranno; ci sono famiglie che vedono i loro risparmi andare in fumo. E chissenefrega se l'ennesimo inutile carrozzone è più grande e più rosa.


DA SUPERMANAGER A CAPRI ESPIATORI
Estratto dall'articolo di Stefano Folli per ''la Repubblica''
IL TESTO INTEGRALE: QUI

(…) C'è poi il caso di Vittorio Colao, il più noto dei manager chiamati a offrire il loro contributo d'esperienza per definire tempi e modi della "ripartenza".

Ieri il suo nome è tornato a circolare perché il presidente del Consiglio, incalzato da Laura Boldrini ed Emma Bonino, ha deciso di arricchire con cinque donne i componenti del comitato guidato dall'ex amministratore della Vodafone.

DONATELLA BIANCHI
DONATELLA BIANCHI
 
È una mossa a effetto che poteva essere decisa prima e che cambia poco nella sostanza. Infatti la vera domanda è: a cosa serve quel comitato, il più importante dei 15 o 16 che sono stati messi in piedi? Nessuno sa esattamente quali siano i suoi compiti o a che punto sia nell'attuazione del suo programma, se ne esiste uno. Sembra quasi che Conte, dopo averlo insediato, abbia preferito lasciarlo nell'ombra. Forse, nel caso, lo userà come capro espiatorio.

Certo, a distanza di qualche settimana risulta ancora più evidente che Colao, per sopravvivere e avere un ruolo, avrebbe dovuto chiedere un profilo politico: ministro senza portafoglio o anche sottosegretario a Palazzo Chigi. Sarebbe stato impossibile per chiunque spingerlo nelle nebbie.

Fonte: qui


 


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