martedì 5 gennaio 2021

IL MINISTRO DEI TRASPORTI HA FATTO SPALLUCCE SUL TEMA DELLA RIAPERTURA DELLE SCUOLE, SPIEGANDO AI COLLEGHI DI AVER APPRONTATO UN MODELLO ORGANIZZATIVO "SCOLLEGATO" DALLA DIMENSIONE SANITARIA, PERCHÉ È "IMPOSSIBILE SAPERE COME IL VIRUS SI DIFFONDE SU PULLMAN E BUS"


UN CONSIGLIO DEI MINISTRI FUORI DAL MONDO ...

Da www.liberoquotidiano.it

 

PAOLA DE MICHELIPAOLA DE MICHELI

Le scuole riapriranno(forse ...) l'11 gennaio e non più il 7, come previsto fino a poche ore fa. Questa la decisione di un infuocato Consiglio dei ministri andato in scena fino a tarda notte. Ma la situazione nel governo è di caos totale. Secondo indiscrezioni da Palazzo Chigi, il Pd è partito all'assalto della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, grillina e tra le poche ormai a difendere la riapertura degli istituti scolastici senza se e senza ma. Il collega della Cultura Dario Franceschini ha infatti proposto di tenere chiuse le scuole fino al 15 gennaio.

 

PAOLA DE MICHELI ROBERTO SPERANZAPAOLA DE MICHELI ROBERTO SPERANZA

Inaccettabile, per il M5s, e così si è arrivati alla mediazione-farsa dell'11 gennaio, sempre che nel frattempo non intervengano drammatiche accelerazioni nei bollettini Covid. "I contagi non sono imputabili alla scuola, non è quella la fonte dei focolai - avrebbe ribattuto la Azzolina, secondo l'agenzia Adnkronos - i nostri ragazzi hanno pagato sin troppo, basta chiedere loro sacrifici". E Teresa Bellanova di Italia Viva, una delle ministre renziane date in proncinto di dimettersi, ha incalzato gli alleati: "Al 4 gennaio non sapere ancora se i ragazzi rientreranno a scuola è davvero inaccettabile".

LUCIA AZZOLINA GIUSEPPE CONTE PAOLA DE MICHELILUCIA AZZOLINA GIUSEPPE CONTE PAOLA DE MICHELI

 

Ma la vera vittima sacrificale della nottata sarebbe stata Paola De Micheli, ministra Pd dei Trasporti. Il tema, come noto, è strettamente connesso alla questione scuola eppure la ministra dem ha fatto spallucce, spiegando ai colleghi esterrefatti di aver approntato un modello organizzativo "scollegato" dalla dimensione sanitaria, perché è "impossibile sapere come il virus si diffonde su pullman e bus", questo il succo del suo ragionamento secondo le indiscrezioni di Adnkronos. E qui sarebbe montata la polemica, violentissima, con Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia di M5s, in un clima di tutti contro tutti da fine impero. Fonte: qui


Parlano i documenti, De Micheli e Azzolina il prossimo lockdown è colpa loro


Guardatele bene, quelle due. Sono l’oggetto della contesa e la concausa dei nostri guai. La sinistra vuol fare fuori Lucia Azzolina senza dirlo troppo forte; i Cinque stelle rispondono col baccano contro Paola De Micheli. Il bocconcino su scuola e trasporti fa gola a tutti e pazienza se gli italiani dovranno beccarsi il lockdown prossimo venturo soprattutto a causa delle due ministre colabrodo. Impossibile dimenticare le comparsate televisive di Giuseppe Conte, da poco riemerso sui teleschermi. E indimenticabili i riferimenti del premier alle valutazioni dell’irriducibile comitato tecnico scientifico che ha chiamato a combattere il coronavirus con tanto di ricette per il governo che le tollera a fasi alterne. Ma proprio la Azzolina e la De Micheli sono state l’emblema del rifiuto a seguire le indicazioni scientifiche partorite per evitare danni. Ormai lo hanno capito tutti che il problema principale è la circolazione dei virus sui mezzi di trasporto e di qui alla scuola. Se ne sono fregate altamente.


Basta leggere che cosa ha detto ieri al Corriere della sera Agostino Miozzo, che del Cts è coordinatore: “Dal 18 aprile chiediamo di utilizzare ogni misura per ridurre i picchi di utilizzo del trasporto pubblico”. Serviva per le scuole, “a tenerle aperte e adattare il sistema a questa esigenza”. Siamo andati a leggerli, quei verbali e quello del 26 agosto andrebbe sventolato sotto le faccine di governo, che ancora adesso insistono nelle loro intollerabili prese di posizione. La Azzolina ha detto di tutto, ma ieri si è distinta Paola De Micheli, che ha assicurato che l’utilizzo dei trasporti pubblici, nell’ultima settimana, è sceso al 50 per cento della capienza. Una straordinaria miscela di ore di punta messe insieme a quelle in cui sui bus non sale praticamente nessuno. Non si rende conto, la ministra dei trasporti, che nemmeno il suo predecessore Danilo Toninelli sarebbe potuto arrivare a declamare frescacce del genere.


Eppure, bastava dar retta esattamente alle indicazioni del Cts. Proprio da aprile “il Cts rimarcò come l’intero sistema di trasporto pubblico – lo si ricorda nel verbale di fine agosto, carta canta e villan dorme… - dovesse essere considerato un contesto a rischio di aggregazione medio alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta, soprattutto nelle aree metropolitane ad alta urbanizzazione”. Va aggiunto altro? Questi i pericoli, dicevano gli scienziati che non hanno convinto i ministri: “Alto numero di persone concentrate in spazi limitati con scarsa ventilazione; mancanza di controllo degli accessi per identificare soggetti potenzialmente infetti; contatto con superfici potenzialmente contaminate in quanto comunemente toccate (distributori di biglietti, corrimano, maniglie ecc.)”. Fonte: IlTempo

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