IL PROBLEMA DELLA CURVA VERSO SAVONA PROGETTATA CON LA MEDESIMA CURVATURA DEGLI ANNI '60, CHE CON LE NORME DI SICUREZZA INTRODOTTE NEL 2001 È RITENUTA TROPPO STRETTA.
IL GUAIO ERA NOTO PRIMA DI INIZIARE LA RICOSTRUZIONE MA È STATO IGNORATO DI PROPOSITO
Benedetta Vitetta per Libero Quotidiano
Un ponte nuovo di zecca, realizzato in tempi record ma su cui si viaggerà quasi a passo di lumaca. Ecco il nuovo Ponte di Genova (l' ex Morandi) che, ancor prima del collaudo previsto nelle prossime ore e dell' imminente inaugurazione, parte già male. Anzi, malissimo. Visto che non rispetta le ultime norme in fatto di viabilità.
E a risentirne saranno i viaggiatori che dovranno percorrerlo a una velocità molto più bassa rispetto al passato.
Perlomeno stavolta la colpa non è attribuibile ad Aspi. E i Benetton non c' entrano nulla visto che l' errore nasce in partenza, dalla progettazione dell' infrastruttura stessa.
E così ora ci ritroviamo con un' infrastruttura nuovissima, concepita da un archistar del calibro di Renzo Piano, ma il cui tracciato non è in regola. Per questo sul ponte si viaggerà - anzichè a 90 km orari come accadeva fino al crollo del Morandi - a 80 km/h in direzione Genova e addirittura a 70 km/h per chi viaggia verso Savona.
La criticità riguarda proprio la curva verso Savona che è stata progettata con la medesima curvatura degli anni '60, che però ora è ritenuta troppo stretta. A dettare le nuove regole infatti è intervenuto il Dm Infrastrutture del 5 novembre 2001 che ha fissato precisi parametri sulla lunghezza dei rettilinei e sui raggi delle curve contigue per far sì che i primi non siano troppo lunghi e le seconde siano molto dolci. Indicazioni che hanno l' intento di favorire chi è alla guida.
Ciò che lascia straniti è che soltanto ora si scopre che gli addetti ai lavori conoscevano la situazione fin dal principio. Ossia da quando i monconi del Morandi, rimasti in piedi dopo il crollo di quel maledetto 14 agosto 2018, non erano ancora stati demoliti. Ma la fretta di realizzare il nuovo ponte in tempi record e la voglia di non alimentare altre polemiche e aprire nuovi contenziosi con il concessionario hanno avuto la meglio. E così non s' è provveduto a risistemare il tracciato del viadotto adeguandolo alle normative vigenti.
Perchè fosse a norma, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore, si sarebbe dovuto scavare per un centinaio di metri nell' attuale galleria Coronata, per raccordarla meglio alla curva in questione. E nel medesimo punto si era anche pensato di installare un "bypass"per cambi provvisori di carreggiata. Ma alla fine nulla di tutto ciò è stato fatto.
E se queste anomalie erano sfuggite al progetto di Renzo Piano, ad autodenunciarle al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici già nel febbraio 2019 era stata Italferr, la società incaricata del progetto esecutivo del nuovo ponte.
La stessa, il mese successivo, tirò fuori la questione anche davanti ad Aspi in conferenza di servizi. Alla fine fu il Consiglio che scelse di non prendere posizione limitandosi a prescrivere un asfalto ad alta aderenza e la presenza di un controllo fisso di velocità. E ora con l' accordo siglato giorni fa tra governo e Aspi, quest' ultima - in attesa del collaudo e del via libera di Anas - ha deciso che non chiederà la manleva per incidenti provocati dal tracciato.
E ieri Italferr è tornata sulla questione e in una nota ha precisato che «la progettazione del Ponte è stata fatta nel pieno rispetto delle normative vigenti». Fatto sta che si viaggerà a passo di lumaca. Fonte: qui
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