venerdì 2 agosto 2019

Ponte Morandi: per i periti, difetti esecutivi e poca manutenzione

Depositata la relazione sul quesito del primo incidente probatorio. Elevato grado di corrosione per i trefoli in acciaio. Prorogato lo stato di emergenza

Ansa - "Difetti esecutivi" rispetto al progetto originario e degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla "mancanza di interventi di manutenzione significativi". Lo scrivono i tre periti del gip Angela Nutini nella risposta al secondo quesito del primo incidente probatorio per il crollo del ponte Morandi. I periti hanno esaminato le condizioni di conservazione e manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti precipitate. I periti hanno analizzato i reperti, ma anche effettuato carotaggi e analisi sia sulle parti crollate (quelle della pila 9) che quelle rimaste in piedi. Per quanto riguarda il reperto 132 (l'ancoraggio dei tiranti sulle sommità delle antenne del lato Sud), considerata dalla procura la prova regina perché è il punto che si sarebbe staccato per primo, i periti hanno individuato nei trefoli "uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri e cloruri". I tre esperti, nella loro relazione, hanno analizzato i reperti, ma anche effettuato carotaggi e analisi sia sulle parti crollate (quelle della pila nove) che quelle rimaste in piedi (non solo la 10, ma anche le altre).
In particolare per quanto riguarda il reperto 132 (l'ancoraggio dei tiranti sulle sommità delle antenne del lato Sud), considerata dalla procura di Genova la prova "regina" perché è il punto che si sarebbe staccato per primo, i periti hanno individuato nei trefoli "uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri, derivanti dello zolfo, e cloruri". L'inchiesta vede indagate 71 persone, insieme alle due società Autostrade e Spea. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza del trasporti e falso.  I trefoli di acciaio dentro i tiranti della pila 9 del ponte Morandi, quella crollata il 14 agosto 2018, avevano un grado elevato di corrosione. E' quanto scrivono i tre periti del gip nella relazione del primo incidente probatorio. Il 68% dei trefoli del gruppo primario, situato all'interno del tirante, e l'85% dei trefoli situati più all'esterno, avevano una riduzione di sezione tra il 50% e il 100%.


"Per quanto riguarda la situazione dello strallo della pila 9 la relazione dei periti riporta soltanto la classificazione degli stati di corrosione dei fili di acciaio componenti i trefoli, classificazione determinata in modo sommario e quindi utilizzabile soltanto ai soli fini descrittivi. Tale classificazione consente comunque di escludere che sia stato lo strallo la causa primaria del cedimento". Lo afferma Aspi in una nota.



"Le percentuali di corrosione riportate nella tabella della perizia depositata confermano in che la capacità portante degli stralli era ampiamente garantita, come hanno dimostrato anche i risultati delle analisi compiute dal laboratorio Empa di Zurigo e dall'Università di Pisa. Quindi, l'eventuale presenza di una percentuale ridottissima di trefoli corrosi fino al 100% non può in alcun modo aver avuto effetti sulla tenuta complessiva del Ponte", lo afferma Aspi in una nota.

Intanto il Consiglio dei Ministri, nella riunione di ieri sera, ha deliberato la proroga di un anno dello stato di emergenza per il crollo del Ponte Morandi e della nomina del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a commissario delegato. "Siamo soddisfatti per la rapidità con cui il Governo ha accolto le nostre richieste, come ci avevano garantito nell'incontro a Palazzo Chigi di due giorni fa", ha dichiarato Toti. "Questo passaggio era fondamentale per proseguire il grande lavoro fatto fino ad oggi e dare al territorio tutte le risposte di cui ha bisogno, fino alla ricostruzione del nuovo ponte".  Sono state tutte abbattute le palazzine intorno al ponte. Manca solo il piano basso del civico 9 poi saranno tutte abbattute . In attesa della decisione sui detriti intanto prosegue l'attività dei demolitori che tra pochi giorni 'attaccheranno' l'ultima pila, la 2, quella più vicina alla collina di Coronata. A quel punto, la demolizione dell'ex viadotto Morandi potrà dirsi conclusa.


LA CONCLUSIONE CHOC DEI PERITI SUL PONTE MORANDI: “C’ERANO MOLTI FILI COMPLETAMENTE CORROSI PRIMA DELLA ROTTURA” 
SCARSA MANUTENZIONE E DIFETTI DI COSTRUZIONE: IL VIADOTTO MORANDI ERA UNA BOMBA PRONTA AD ESPLODERE, MA AUTOSTRADE MINIMIZZA: “I DIFETTI NON C’ENTRANO CON IL CROLLO…”
Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

IL REPERTO 132 DEL PONTE MORANDI DI GENOVAIL REPERTO 132 DEL PONTE MORANDI DI GENOVA
«Il numero dei fili senza corrosione era praticamente trascurabile mentre vi erano molti fili completamente corrosi prima della rottura». Cioè, prima del crollo del ponte Morandi, 14 agosto 2018, 43 vittime e una città in ginocchio. Sono pesanti le conclusioni dei periti nominati dal giudice di Genova per analizzare le condizioni di conservazione e manutenzione del viadotto nell' ambito del primo incidente probatorio disposto dal gip Angela Maria Nutini (il secondo, sulle cause del disastro, è in corso). Soprattutto per quanto riguarda il reperto 132, considerato dalla procura il maggior indiziato del disastro, un po' la pistola fumante, già oggetto di valutazione da parte dei super esperti dei laboratori di Zurigo.

LA PERIZIA SUL PONTE MORANDI DI GENOVALA PERIZIA SUL PONTE MORANDI DI GENOVA
Si tratta della parte terminale di uno degli stralli, che aggancia nella parte superiore la pila crollata. Secondo i professori Gianpaolo Rosati, Massimo Losa e Renzo Valentini, che hanno firmato la perizia, un cavo su quattro di questa sezione è risultato completamente corroso. Mentre il 61% aveva subito una riduzione di spessore di almeno la metà. Solo «il 14% dei gruppi di fili primari e il 3% di quelli secondari sono risultati per nulla o poco corrosi».

Così, la prova regina. Almeno secondo la procura, che per il crollo sta indagando 71 persone e due società, Autostrade per l' Italia e Spea. «Lo stato di conservazione delle selle Gerber (altro elemento importante della struttura, ndr) è caratterizzato da un livello non trascurabile di degrado generalizzato, che interessa calcestruzzo, armatura e cavi di precompressione», proseguono i periti, precisando che «non sono presenti interventi atti ad arrestare i fenomeni in corso».

a sinistra della freccia si nota che lo spessore del cavo aumenta reperto ponte morandi genovaA SINISTRA DELLA FRECCIA SI NOTA CHE LO SPESSORE DEL CAVO AUMENTA REPERTO PONTE MORANDI GENOVA
Il sospetto di una carente manutenzione strutturale è al centro dell' indagine penale ed è richiamato più volte nelle 72 pagine della perizia. «Nessun intervento recente». L' ultimo significativo «risale a circa 25 anni fa, successivamente sono stati eseguiti interventi di presidio con l' installazione di reti per i distacchi .... che non intervengono sullo sviluppo del processo corrosivo».
reperto 132 dell'indagine sul crollo del ponte morandi di genovaREPERTO 132 DELL'INDAGINE SUL CROLLO DEL PONTE MORANDI DI GENOVA






Sono stati poi riscontrati «fenomeni di ossidazione e corrosione nelle parti metalliche dei dispositivi di appoggio, probabilmente correlabili alla vita utile trascorsa in assenza di lavori funzionali alla durabilità dell' opera». Insomma, la perizia bacchetta chi doveva eseguire gli interventi. Senza trascurare il fatto che ci fossero pure dei difetti di costruzione del ponte, inaugurato negli anni Sessanta. «Numerose fessure si sono sviluppate tra i cavi, alcune delle quali di notevole entità e probabilmente legate alla fase costruttiva».
frame del video della guardia di finanza sul crollo del ponte morandi di genovaFRAME DEL VIDEO DELLA GUARDIA DI FINANZA SUL CROLLO DEL PONTE MORANDI DI GENOVA


Corrosione, scarse manutenzioni ed errori di realizzazione, dunque. Per la procura il documento dei periti è un pilastro dell' accusa. Per gli esperti di Autostrade, invece, tutt' altro: «Non evidenzia situazioni di degrado che possano in alcun modo essere messe in relazione con una diminuzione della capacità portante del ponte.
il nuovo video del crollo di ponte morandi 4IL NUOVO VIDEO DEL CROLLO DI PONTE MORANDI














L' analisi delle parti crollate ha messo in luce alcuni difetti solo localizzati che non sono in alcun modo connessi alla funzionalità dell' opera. Le parti non crollate hanno superato positivamente le prove di carico».

BRUNO VESPA DANILO TONINELLI CON IL PONTE MORANDI CROLLATOBRUNO VESPA DANILO TONINELLI CON IL PONTE MORANDI CROLLATO

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