“GIUSEPPI” VUOLE FAR GIURARE MANFREDI E AZZOLINA AL PIÙ PRESTO, MA PER SPACCHETTARE IL MIUR CI VUOLE UN DECRETO PER CREARE DUE BILANCI E SEPARARE LE COMPETENZE
I 5 STELLE NON HANNO GRADITO IL COLLOQUIO CON “REPUBBLICA” SULLE AMBIZIONI POLITICHE DELLA POCHETTE CON LE UNGHIE, CHE SOGNA IL QUIRINALE.
MA LA STRADA PER IL COLLE È MOLTO AFFOLLATA…
Marco Antonellis per Dagospia
Il Presidente del Consiglio va di fretta e proprio in queste ore d'accordo con il Quirinale sta scrutando il calendario per scegliere la prima data utile per il giuramento dei neo ministri Manfredi e Azzolina: l'input che trova concordi sia Palazzo Chigi che il Quirinale è di chiudere la pratica possibilmente prima della riapertura dei lavori parlamentari.
Il problema però è che per procedere al giuramento serve preliminarmente un decreto per lo "spacchettamento" dell'attuale ministero (Miur) e per la creazione di due bilanci (e ministeri) separati. E per farlo, spiegano fonti bene informate sul dossier, serve un apposito decreto della presidenza del consiglio dei ministri (Dpcm). Il che potrebbe inevitabilmente allungare i tempi. La strategia, spiegano le medesime fonti, è di sgombrare il terreno da tutte le questioni in sospeso per concentrarsi al meglio sugli appuntamenti di gennaio.
Ma ci sono anche altre tensioni in vista per l'avvocato del diavolo. Già, perché dalle parti dei 5Stelle non hanno gradito affatto i contenuti del colloquio con Repubblica di stamattina: "Sbagliati tempi e modi" si fa notare , ma "quel che è peggio è che così si rischia di indebolire il governo proprio mentre Salvini dichiara di essere pronto per Palazzo Chigi". Insomma, nel Movimento di queste dichiarazioni ne avrebbero fatto volentieri a meno tanto più perché danno la stura ("ci sono mille modi per partecipare alla vita politica e dare un contributo al proprio Paese") alle voci di un suo possibile interessamento per il Quirinale in vista del dopo Mattarella, vero sogno nel cassetto di "Giuseppi". Peccato però che dovrà vedersela con degli avversari estremamente agguerriti: Franceschini, Prodi, Veltroni ma soprattutto Mario Draghi. Auguri.
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