"SO CHI È IL MANDANTE DELL'OMICIDIO DIABOLIK"
"NON SIAMO MAFIOSI MA FASCISTI. MI STO CONSEGNANDO AL QUESTORE E PARLERO' SOLO COL MAGISTRATO GRATTERI DEL MANDANTE DELL'ASSASSINO DI PISCITELLI PERCHÉ QUESTA È LA MAFIA VERA"
IN UN SECONDO VIDEO GAUDENZI FA ANCHE UNA LISTA DI NOMI DI PERSONE CHE "SUBIRANNO LA VENDETTA DEL DIAVOLO SE..." – VIDEO
Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia
FEDERICA ANGELI per repubblica.it
"Mi chiamo Fabio Gaudenzi, la polizia sta venendo ad arrestarmi e mi consegnerò come prigioniero politico. Dal 1992 appartengo a un gruppo elitario di estrema destra denominato "I fascisti di Roma nord" con a capo Massimo Carminati e di cui fanno parte Fabrizio Piscitelli, Luca e Fabrizio Caroccia, Maurizio Boccacci, Riccardo Brugia e Massimo Carminati".
Inizia così uno dei due video postati su Youtube da Fabio Gaudenzi, col volto travisato da un passamontagna e con in pugno una pistola. Seduto su una sedia davanti a una parete bianca, con solo dietro un quadro di "Opposta Fazione", Gaudenzi, già condannato nel processo Mafia Capitale a 2 anni e 8 mesi con rito abbreviato, si filma mentre sa già che la polizia andrà ad arrestarlo per possesso di armi. E promette rivelazioni sull'omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, ex capo ultrà della Lazio ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto scorso al Parco degli Acquedotti.
Potrebbe sembrare il messaggio di uno squilibrato, ma non lo è, almeno secondo gli inquirenti che lo hanno acquisito. "Vorrei essere processato e condannato per banda armata, come dovrebbero esserlo Carminati e Brugia (entrambi in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, ndr). Non siamo mafiosi ma fascisti, lo siamo sempre stati e lo saremo sempre. La mafia e la droga ci fanno schifo. Mi sto consegnando al questore e parlerà solo col magistrato Gratteri del mandante dell'assassino di Piscitelli perché questa è la mafia vera". Così ha concluso l'intervento video Fabio Gaudenzi.
La polizia ha arrestato Gaudenzi dopo che un vicino di casa aveva avvertito di aver sentito due spari provenire dal suo appartamento. Quando gli agenti sono arrivati oltre al revolver 357 che impugnava durante il video, hanno sequestrato anche una mitraglietta ritrovata in un armadio.
Nel secondo video sequestrato dalla polizia, che dura due minuti e 40 secondi, Gaudenzi fa anche una lista di nomi di persone che "subiranno la vendetta del diavolo se non lasceranno Roma". Tra questi quello di un carabiniere in servizio che, a dire del braccio destro di Carminati, "non è degno di indossare la divisa. Fonte: qui
DIETRO L’OMICIDIO DI 'DIABOLIK' CI SAREBBE IL BUSINESS DEL CONTRABBANDO DI ORO DALL'AFRICA
NELLO STESSO AFFARE FINITO MALE COINVOLTO ANCHE FABIO GAUDENZI CHE INTERCETTATO AI TEMPI DI MONDO DI MEZZO", SPIEGÒ LE SUE PREOCCUPAZIONI PER IL DENARO CHIESTO IN PRESTITO ANCHE A CARMINATI E BRUGIA: IO DEVO PAGARE, ALTRI QUESTI MI AMMAZZANO
Michela Allegri e Camilla Mozzetti per il Messaggero - Roma
Fabio Gaudenzi aveva paura. Dopo essersi indebitato «con soggetti appartenenti ai circuiti malavitosi della Capitale», compresi il boss del Mondo di Mezzo, Massimo Carminati, il suo braccio armato Riccardo Brugia, e «gli amici di San Giovanni», i fratelli Bracci, aveva capito che lui e il suo socio, Filippo Maria Macchi, non sarebbero riusciti a restituire il denaro.
L' affare in cui avevano investito, un giro di contrabbando di oro dall' Africa, avrebbe dovuto fruttare milioni, e invece si era risolto in un buco nell' acqua. Gaudenzi era terrorizzato: «Io devo pagare, questi mi ammazzano, qui non c' è da giocare, io devo sistemare queste cose, in un modo o nell' altro», dice intercettato.
Carminati era solo la punta dell' iceberg, e Gaudenzi, oggi, racconta di essere spaventato ormai da anni. Proprio quell' affare, ha detto ai pm della Dda, sarebbe costato la vita a Fabrizio Piscitelli, ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto nel parco degli Acquedotti. A suo dire, avrebbe cercato di aiutarlo. Proprio come Maurizio Terminali, un altro militante dell' estrema destra morto a Brescia. Circostanza sulla quale gli inquirenti stanno indagando. I dettagli di quell' affare finito male sono negli atti dell' inchiesta Mondo di Mezzo. Intercettazioni, verbali, testimonianze.
IL PRESTITO Tutto parte nell' aprile del 2014, quando Macchi propone a Gaudenzi l' operazione il cui costo complessivamente era di 500 mila euro.
Macchi aveva trovato quasi tutta la cifra, mancavano solo gli ultimi 60 mila euro. Proprio grazie all' intermediazione di Gaudenzi, la somma era stata messa a disposizione per metà da Raffaele Bracci e per il restante da Carminati e Brugia. Ottenuto il denaro, Gaudenzi e Macchi partono (è il 30 aprile 2014) dall' aeroporto di Ciampino con aereo privato della società Livingstone diretto in Africa.
Il viaggio sarebbe dovuto durare poco, invece si protrae fino ad agosto. E in 4 mesi il prestito ottenuto non viene restituito nonostante il patto con Carminati: restituire i 30 mila euro entro un mese, più altri 10 mila euro. Una volta rientrati in Italia, però, Macchi vola in Brasile e Gaudenzi resta solo. Vani i tentativi di recuperare il denaro. Denaro che, in parte, doveva essere restituito anche all' ex moglie del Nero, Romana Rizzo. Gaudenzi si sfoga con Macchi: «Se va male qualcosa, a me qualcuno non è che me posso avere contro pure loro, cioè sennò sono morto in partenza».
E Macchi commentava: «Loro sono quelli che non devi proprio mai avere contro». Ma loro stavano iniziando a perdere la pazienza. Intercettato il 18 agosto 2014, Carminati parlando con Brugia, dice: «Parto de martello come non porta i soldi a Romana». Le scadenze si fanno sempre più fitte:
«Mi servono i soldi Filì continua in un' altra telefonata Gaudenzi ma arriva questo bonifico? Io devo pagare, questi mi ammazzano». E ancora pochi giorni dopo: «Bisogna trovare una soluzione, dobbiamo dare i soldi a Raffaele e Riccardo entro il 30 settembre» perché dice ancora Gaudenzi «non posso avere nemici Riccardo da una parte e Raffaele dall' altra, significa essere morti a Roma». A ottobre Gaudenzi crolla e incontra Raffaele Bracci dicendogli che Macchi non riusciva a restituire il denaro e che Brugia gli ha concesso una proroga.
Il 15 novembre 2014, Gaudenzi chiama un parente di Macchi chiedendo notizie: dice che è all' estero da tre mesi e che lui ha bisogno che torni in Italia, «sta cosa non finisce bene, cioè lui mi deve dare i soldi e soprattutto agli amici miei, lo sa che persone sono». Fonte: qui
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