mercoledì 18 settembre 2019

ECCO COME E’ MORTO DIABOLIK

“VIENI AL PARCO”, LA TRAPPOLA TESA DALL’AMICO FIDATO, POI L'ESECUZIONE. CON LUI, QUEL POMERIGGIO, C’ERA UNA SOLA PERSONA: L’AUTISTA CUBANO… 
INTANTO GAUDENZI DAL CARCERE LANCIA UN SOS DOPO AVER PARLATO DEL CONTRABBANDO D’ORO INSIEME A DIABOLIK: "HO PAURA, VOGLIONO UCCIDERE ANCHE ME"
Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia
Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa per il Messaggero

bruciata la panchina dove fu ucciso diabolikBRUCIATA LA PANCHINA DOVE FU UCCISO DIABOLIK
Per un istante forse l’ha percepito il rumore delle foglie e dei ramoscelli che si spezzano sotto il peso di un corpo che si avvicina. Ma non ha compreso, forse non ne ha avuto il tempo. Perché Fabrizio Piscitelli, 53 anni, è caduto in terra dopo che una pallottola, esplosa a distanza ravvicinata da una calibro 7,65, lo ha colpito alla nuca, all’altezza dell’orecchio sinistro.

È morto così “Diabolik”: lo scorso 7 agosto nel parco degli Acquedotti, a Roma, quando l’orologio ancora non segnava le 19. Chi ha firmato il suo omicidio non ha avuto timore: è entrato in azione quando il parco, con il sole ancora alto, era pieno di persone. Il killer, travestito da runner, con il volto coperto, non ha esitato, si è avvicinato e correndo ha sparato. Un colpo solo. Tanto è bastato per uccidere il capo della curva Nord, criminale in ascesa sotto l’aurea di Michele Senese.

fabio gaudenziFABIO GAUDENZI
Il Diablo era seduto su una panchina. Stava aspettando una persona con cui aveva un appuntamento ma la cui identità resta ignota, complice anche il “rebus” sui tre cellulari usati da Piscitelli e sequestrati poi dalla polizia che sono bloccati. Ad una società estera è stato affidato il compito di esfiltrarne i dati. Ad oggi, però, risulta impossibile decriptarli. Un omicidio eseguito su commissione. “Diabolik” da sempre guardingo e attento negli ultimi mesi a schermare quanto più possibile le telefonate - il livello di sicurezza imposto agli smartphone lo dimostra - è stato colto alla sprovvista. Non era un ingenuo. Tuttavia ignaro di quello che lo aspettava, si è fatto ammazzare mentre era seduto su una panchina, disarmato e con le spalle “scoperte”.
in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 18IN RICORDO DI DIABOLIK FOTO MEZZELANI 

Con lui, quel pomeriggio, c’era una sola persona: l’autista che da dieci giorni lo accompagnava, dopo che il suo storico guardaspalle se n’era andato in ferie. Un uomo, di origini cubane che Piscitelli aveva recuperato dentro le file della Curva perché parente di un ultrà che glielo aveva presentato. Il “cubano” poteva andare bene per il lavoro, aveva il profilo adatto: di corporatura robusta e di poche parole, per anni ha fatto il buttafuori in un locale sulla via Tiburtina.

L’AUTISTA CUBANO
funerali fabrizio piscitelli diabolik 82FUNERALI FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 82
Quel giorno come tutti gli altri dalla fine di luglio, il “cubano” aveva scorrazzato “Diabolik” in giro per la Capitale: il pranzo a ristorante, il passaggio nel primo pomeriggio nello studio di tatuatori in Prati “Eternal City Tattoo” che vede tra i proprietari un altro camerata ultrà Francesco Cuomo dove Piscitelli - per un macabro scherzo del destino - aveva deciso di farsi incidere sulla pelle l’immagine di un teschio. Il cubano era con lui anche al Parco degli Acquedotti. Gli era seduto a fianco e come lui, dava le spalle al sicario. Quando Piscitelli si è accasciato in terra lui si è girato ma il killer era già corso via. Non l’ha saputo riconoscere. Agli investigatori ha detto solo di aver visto un uomo con gli occhiali e una bandana che gli copriva il volto.
fabrizio piscitelli foto mezzelani gmt004FABRIZIO PISCITELLI FOTO MEZZELANI 

Gli agenti della Squadra Mobile lo hanno ritrovato nascosto dietro uno dei tanti alberi del parco. Non ha saputo - o non ha voluto - dire altro. Così come in silenzio è rimasto lo storico autista di Piscitelli, che in quei giorni si trovava in vacanza. «Mi potete anche arrestare, ma io non vi dirò nulla», ha detto agli inquirenti che hanno provato con lui a ricostruire le frequentazioni di “Diabolik”.

L’ARRIVO DEGLI ULTRÀ
Sono le 18.50 quando la notizia inizia a circolare: hanno ferito “Diabolik” pare che sia morto. Il parco degli Acquedotti si trasforma. Sul posto, in via Lemonia all’altezza del civico 273, arrivano le volanti della polizia, quelli della Scientifica. Due solo i testimoni oculari che, pur non assistendo alla sparatoria, vedranno il killer descrivendolo poi come un uomo alto, non troppo robusto, vestito da runner con una maglietta verde.

Il sicario, da quanto ricostruito, sarebbe poi scappato a bordo di uno scooter. Girato l’angolo ci sarebbe stato, dunque, almeno un secondo uomo ad aspettarlo. A poco a poco, intorno a quella panchina, con il corpo di Piscitelli steso in terra e coperto da un lenzuolo, si accalcano anche gli ultrà arrivati alla spicciolata dalla sede storica degli “Irriducibili” di via Amulio.

Arriva il fratello di Piscitelli, pretende di vedere il corpo mentre dal lenzuolo sbuca solo la gamba destra di “Diabolik”. Il corpo viene portato via, trasportato al policlinico di Tor Vergata dove sarà poi condotta l’autopsia, mentre negli uffici della Questura inizia il via-vai di parenti e amici.

Tutti ascoltati, tutti inconsapevoli, tutti ignari del motivo che ci sarebbe dietro la morte del capo ultrà. Iniziano le indagini, i pm titolari dell’inchiesta parlano di un agguato di «stampo mafioso». La criminalità organizzata come mandate dell’omicidio di “Diabolik” oppure un conto in sospeso che l’uomo aveva maturato con qualcuno o l’aiuto dato - come rivelato da Fabio Gaudenzi, nuovamente minacciato di morte solo sabato scorso nel carcere di Rebibbia - a chi non doveva?

I FUNERALI
Fabrizio Piscitelli Diabolik Foto Mezzelani GMTFABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK FOTO MEZZELANI 
A poche ore dall’omicidio, tuttavia, l’attenzione si sposta su altro: sul funerale del capo della curva Nord. Famiglia e tifosi sono compatti nel pretendere pubbliche esequie.
fabrizio piscitelli diabolik 9FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 

















Già se lo immaginano il rito nella Basilica di Santa Maria Ausiliatrice e la camera ardente nella sede degli “Irriducibili” distante solo pochi metri. Il Questore di Roma Carmine Esposito però dice no: «Per motivi di sicurezza e ordine pubblico» viene imposto un funerale in forma privata nella cappella del cimitero di Prima Porta sulla via Flaminia. Inizia un braccio di ferro che si distenderà solo quando autorità e Questura convergono sul rito al Santuario del Divino Amore, fissato per il 21 agosto, con l’ingresso in chiesa contingentato e autorizzato solo a 100 persone. Ma questo tuttavia non vieterà lo sfogo di un “popolo” che risponde all’estremismo di destra e alla violenza.
fabrizio piscitelli diabolik 8FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 

“Diabolik” verrà celebrato con saluti romani e minacce ai cronisti, con la Curva che si ricompatta in un piazzale assolato sull’Ardeatina. Con volti noti alle autorità che sfileranno a bordo di suv e auto di grossa cilindrata, sfoggiando ai polsi rolex, bracciali tempestati di diamanti e vestendo le magliette con l’immagine di quegli occhi. Gli occhi di “Diabolik”.
(3 -continua)

GAUDENZI DAL CARCERE: «HO PAURA, VOGLIONO UCCIDERE ANCHE ME»
Giuseppe Scarpa per www.ilmessaggero.it
fabio gaudenziFABIO GAUDENZI

«Minacce di morte sabato 14 ore 15.35. Mi trovo nella sezione B-12 piano terra, cella numero uno. Anche questa volta la polizia penitenziaria non è stata in grado di identificare l’autore. Sono asserragliato da 72 ore nella mia cella per paura». È un biglietto scritto di pugno da Fabio Gaudenzi. L'estremista di destra arrestato il due settembre per detenzione abusiva di armi. L'uomo teme ripercussioni per quello che ha raccontato agli investigatori.

Dopo i video postati su You Tube, dello scorso due settembre, in cui sostiene di essere a conoscenza dei mandanti dell'omicidio dell'ultras Fabrizio Piscitelli, 53 anni, assassinato da un killer il 7 agosto in una panchina al parco degli Acquedotti. Gaudenzi ha paura ed è convinto di essere anche lui potenzialmente vittima di un omicidio. Tuttavia, con molta probabilità, le minacce ricevute in carcere, provengono da qualcuno che lo ritiene un "infame" per il solo fatto che sta fornendo elementi (tutti da verificare) alle forze dell'ordine sul caso Diabolik.

fabrizio piscitelli diabolik 4FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 
Piscitelli e Gaudenzi condividevano la fede calcistica, ma anche quella politica. Si dichiaravano dei "fascisti". Gaudenzi, ma è una pista al vaglio degli inquirenti, sostiene che Diabolik sia stato ucciso per una questione collegata ad un grossa partita di oro, due quintali, acquistata in Africa e da far entrare in Europa. Una vicenda che coinvolgerebbe - sempre secondo quanto Gaudenzi ha riferito agli investigatori - Filippo Maria Macchi. Quest'ultimo avrebbe incassato i soldi da Gaudenzi «intorno al milione di euro», e poi sarebbe sparito con il metallo prezioso e il denaro.

di giannantonio dirigente omicidi foto mezzelani gmt004DI GIANNANTONIO DIRIGENTE OMICIDI FOTO MEZZELANI
Gaudenzi - questa la sua versione -  avrebbe richiesto l'aiuto prima di Maurizio Terminali e poi di Diabolik, vecchi amici camerati. Ebbene, il primo sarebbe morto per overdose a fine giugno, «l'avrebbero ucciso», afferma Gaudenzi mentre Piscitelli è stato assassinato con un colpo di pistola il 7 agosto. I due amici, nella narrazione di Gaudenzi, sarebbero stati fatti fuori dopo avergli detto dove si trovava Filippo Maria Macchi. Una versione degli fatti al vaglio della procura che, comunque, non la considera la principale pista da seguire per scoprire mandanti e assassino di Diabolik. Fonte: qui

DA TORPIGNATTARA A PONTE MILVIO, 21 ARRESTI NELLA CAPITALE, TRA LORO ESPONENTI DI SPICCO DELLA CRIMINALITA’
QUEL FIUME DI COCA CHE PORTA A DIABOLIK 
CLAN, DROGA E ORO: TUTTI I MISTERI DELL’OMICIDIO PISCITELLI: AVEVA FATTO UNO SGARBO AI CLAN? 
LA PISTA APERTA DA GAUDENZI "LO ZOPPO" E I TRAFFICI INTERNAZIONALI D’ORO 
Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia
Maria Elena Vincenzi per “la Repubblica”

fiori per diabolik foto mezzelani gmt011FIORI PER DIABOLIK FOTO MEZZELANI
Dalle principali piazze di spaccio della città a Fabrizio Piscitelli, l' ex capo ultrà della Lazio freddato il 7 agosto nel parco degli Acquedotti.

C' è tutto questo nell' indagine Lucifero2017 che ieri ha portato in carcere 19 persone e ad altre due ha imposto l' obbligo di firma. Coordinata dal pm Nadia Plastina della Dda e condotta dalla squadra mobile, l' inchiesta dipinge una città in cui la droga scorre a fiume e con metodi sempre più sofisticati. Ecco così che, oltre ai carichi " scortati" da uno scooter per assicurarsi che arrivino a destinazione, compaiono giovani aspiranti spacciatori che si ispirano ai vecchi boss della mala cittadina (uno di loro, in omaggio al " Tartaruga" si faceva chiamare " Tartarughino") che effettuano i servizi in taxi per eludere i controlli delle forze dell' ordine.

in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 17IN RICORDO DI DIABOLIK FOTO MEZZELANI

Da Torpignattara ad Acilia, da La Rustica all' Infernetto, da Fonte Nuova alla Marranella, passando per Tiburtino e Ponte Milvio. Ed è qui, a pochi passi dal Tevere, che gli investigatori hanno trovato il legame con Diabolik che, secondo gli inquirenti, è stato il capo della " batteria di Ponte Milvio". Il collegamento è Davide Barberis, formalmente personal trainer, di fatto spacciatore di livello e molto vicino a Dorian Petoku, nipote di Arben Zogu e vicino a Piscitelli. Petoku, attualmente detenuto in Albania in attesa di estradizione e accusato essere in " narcoaffari" con Salvatore Casamonica, era un personaggio noto nella vita notturna della capitale.

Frequentava i locali più noti di Roma Nord e di via Veneto, spendendo cifre blu per la sua "Dolce Vita". Da gennaio, circa, però, ha lasciato la città. E che le cose fossero cambiate lo aveva capito anche Barberis il quale si era allontanato dagli albanesi « con i quali - scrive il gip Costantino De Robbio - era in costante rapporto sin dall' inizio dell' indagine». D' altronde, viene intercettato mentre, parlando con un suo socio in affari dice: «Inizi a dare fastidio quando te la fai con gente più pesante».
fabrizio piscitelli foto mezzelani gmt002FABRIZIO PISCITELLI FOTO MEZZELANI

L' indagine nasce proprio dal gruppo dell' Europa dell' est ma apre nuovi scenari, svelando un mondo del narcotraffico in cui si affiancano vecchie e nuove figure della criminalità in un spartizione scientifica del territorio.

Ci sono Fabrizio Capogna appartenente alla famiglia Capogna e Gaetano Giuseppe Mazza, siciliano, residente in Colombia per gestire da vicino gli illeciti traffici di droga, tuttora ricercato. Per la consegna dello stupefacente era stato collaudato anche un sistema ( ribattezzato " metodo Capogna") che avveniva attraverso la " staffetta" dell' auto che trasportava la droga: lo stesso Capogna accompagnava personalmente tutte le consegne di stupefacente seguendo l' auto condotta da complici che di volta in volta remunerava con denaro senza mai " toccare" lo stupefacente in modo da fugare eventuali arresti da parte delle forze dell' ordine.
Fabrizio Piscitelli Diabolik Foto Mezzelani GMTFABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK FOTO MEZZELANI

Ulteriore contatto di Barberis è stato il pregiudicato campano Egidio Longo detto "Gino Crodino", collegato alla camorra, che riforniva la zona del litorale romano.
Poi ci sono gli emergenti sognano un futuro da Narcos. Uno di loro su Facebook, da Londra, scrive: «Compro droga».

MAFIA, DROGA E ORO: I SEGRETI DIETRO LA MORTE DI PISCITELLI
Giuseppe Scarpa per il Messaggero

Il colpo di scena porta la data del due settembre. Un uomo incappucciato, con una pistola in pugno, in pantaloncini e con indosso una felpa grigia dice di essere a conoscenza dei mandanti dell' omicidio di Fabrizio Piscitelli, 53 anni. È a volto coperto ma declina le sue generalità: «Mi chiamo Fabio Gaudenzi, sono nato a Roma il 3 marzo 1972». Alle spalle una foto, un gruppo di ultras fuori dallo stadio San Siro a Milano e la scritta Opposta Fazione. È la frangia neonazista del tifo giallorosso.
FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIKFABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK

È un video delirante. Gaudenzi, soprannominato lo Zoppo, ben conosce la mala romana, è stato condannato per usura a 2 anni e 8 mesi nell' inchiesta mondo di mezzo. Amico e tirapiedi di Massimo Carminati è in ottimi rapporti anche con Piscitelli. Con loro condivide la fede politica, di estrema destra. Ciò che dice a tratti è farneticante: «Apparteniamo al gruppo storico dei fascisti di Roma Nord».

Di questa sigla non c' è alcuna traccia. Ad ogni modo è chiaro che voglia essere arrestato. Ha in pugno un' arma e promette vendetta: «Ricordatevi tutti che lo Zoppo non dimentica». In poco tempo la polizia gli piomba a casa, finisce in manette e poi a Rebibbia in attesa di essere sentito dai pm della Dda Giovanni Muasarò e Nadia Plastina. Lui dice di voler parlare solo con Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro e storico conoscitore della ndrangheta.

LE MAFIE 
Lo Zoppo, in questo modo sembra, implicitamente, suggerire una pista che porta alla mafia calabrese. Un' ipotesi, a dire il vero, che gli investigatori stavano già battendo così come quella della camorra. Di fatto l' assassinio compiuto con quella modalità è tipico della criminalità organizzata, tant' è che i magistrati avevano, da subito, deciso di aprire il fascicolo per omicidio con l' aggravante mafiosa. Come accade nei posti in cui la mafia è di casa, anche attorno all' omicidio Diabolik, si alza un muro di omertà.

roma, ucciso fabrizio piscitelli alias diabolik 3ROMA, UCCISO FABRIZIO PISCITELLI ALIAS DIABOLIK 
Nessuno parla con gli investigatori, tutti stanno zitti soprattutto gli amici negli ambienti ultras che più di tutti, a parole, chiedono giustizia. Nessuno si presenta in procura, nemmeno i familiari, per cercare di costruire nei dettagli i rapporti di amicizia di Piscitelli. Il suo storico autista agli agenti della squadra mobile dice: «Arrestatemi, io non so niente».

Muto insomma. E in silenzio rimangono anche i tre cellulari di Diabolik, nessuno fornisce un minimo aiuto per decriptarli. Eppure nelle ultime chiamate potrebbe nascondersi il nome dell' uomo che lo ha tradito facendolo cadere nella trappola che gli è costata la vita: l' appuntamento al parco degli Acquedotti. La procura, perciò, è costretta ad affidare gli smartphone ad una società estera nella speranza di riuscire ad esfiltrare i dati.

D' altro canto un omicidio così brutale e plateale fa paura a molti e porta con sé un duplice messaggio, oltre ad eliminare un soggetto ingombrante che ha compiuto uno sgarbo, rappresenta anche una prova di forza che può avere questo significato: non provate a reagire siamo forti. Un assassinio che solo un' organizzazione criminale ben strutturata poteva pianificare ed eseguire, un killer travestito da runner che spara e corre via tranquillo. Tanto più che la zona del parco degli Acquedotti, dove Diabolik è stato freddato alle 18.50 del 7 agosto, è una fetta di territorio su cui la camorra esercita il controllo. Perciò, ragionano gli investigatori, l' omicidio forse si sarebbe consumato quanto meno con l' assenso dei napoletani.
fabrizio piscitelli diabolik 5FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 

Anche se una prima smentita arriva dal capoluogo campano. In città, il padre di Michele Senese, l' anziano Vincenzo, piange la morte di Diabolik. D' altro canto Michele o' pazzo era l' uomo, secondo i rapporti del Gico della finanza e del Ros dei carabinieri, con cui era in affari Diabolik. Piscitelli, in un rapporto di subalternità, si interfacciava con un boss di spessore della camorra. Il punto, però, è che il 27 giugno 2013 Senese veniva arrestato. Quattro mesi dopo finiva in cella anche Diabolik con l' accusa di importare hashish dalla Spagna. Tuttavia Michele o' pazzo finiva in carcere, rinchiuso in regime di 41 bis, con la previsione di uscirne in un tempo indefinito. Mentre Piscitelli, a luglio del 2017, era un uomo libero, ma con meno agganci robusti, rispetto a prima, a Roma.

La Capitale è una giungla i cui equilibri criminali cambiano velocemente, nell' arco di mesi. Di tutto può essere accaduto nei 4 anni passati da Diabolik tra domiciliari e carcere.

GAUDENZI 
In questo clima di omertà è appunto Gaudenzi a spiazzare tutti.
fabrizio piscitelli diabolik 8FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 
Una deposizione che non ha convinto del tutto gli inquirenti.
Quando l' uomo si siede di fronte ai pm fornisce una teoria che nessuno, fino a quel momento, aveva ipotizzato: «Non si tratta di droga», sottolinea sicuro. «È una questione di oro». In realtà questa vicenda veniva trattata marginalmente nell' inchiesta mondo di mezzo, senza che la figura di Piscitelli venisse lambita. Lo Zoppo, però lo tira dentro. E spiega di averlo coinvolto lui in questo affare dopo essere stato imbrogliato da Filippo Maria Macchi.

Gaudenzi si sarebbe esposto per recuperare parte del denaro, prestato dagli amici camerati, Massimo Carminati, Riccardo Brugia e i fratelli Bracci, per acquistare nel 2014 tre quintali d' oro in Africa. Macchi sarebbe scomparso con il metallo prezioso e i soldi, lasciando Gaudenzi in un mare di guai. Gli unici ad aiutarlo sarebbero stati due camerati Maurizio Terminali e Fabrizio Piscitelli.

Il primo gli avrebbe detto che Macchi si trovava a Siena, salvo poi morire per overdose a fine giugno, «assassinato» per Gaudenzi. Mentre Diabolik gli avrebbe comunicato che il suo uomo era ad Anzio, salvo poi essere sparato. Questa insomma la versione dello Zoppo. Per ora l' unico che ha parlato, nella speranza che altri coraggiosi si facciano avanti per disvelare il mistero dell' omicidio di Diabolik.
fabrizio piscitelli diabolik 9FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK
Giuseppe Scarpa (4 - fine).

Fonte: qui

CHI HA AMMAZZATO "DIABOLIK"? C’È UNA PISTA CHE PORTA ALL’ASSE TRA CASAMONICA E ALBANESI 
QUEI VERTICI NEL PARCO IN CUI E’ STATO UCCISO PISCITELLI CHE POTREBBE AVERE PESTATO I PIEDI ALLA PERSONA “SBAGLIATA”. 
E NELLA GEOGRAFIA CRIMINALE ROMANA, ORFANA DI MICHELE SENESE... 
INTANTO GAUDENZI, ‘LO ZOPPO’, L'UOMO CHE RITIENE DI ESSERE A CONOSCENZA DEI MANDANTI, INSISTE SULLA PISTA DELL’ORO: “UN BAMBINO AFRICANO ERA STATO SEQUESTRATO PERCHÉ…”


Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia
Alessia Marani per “il Messaggero”

bruciata la panchina dove fu ucciso diabolikBRUCIATA LA PANCHINA DOVE FU UCCISO DIABOLIK
Davide Barberis, il personal trainer dell’Infernetto arrestato martedì dall’Antidroga della Squadra Mobile aveva contatti molto stretti con gli albanesi amici di Diabolik. In particolare con Dorian (“Dori”) Petoku, il quarantenne nipote di Arben Zogu, “Ricky”, leader della batteria di Ponte Milvio al soldo dei napoletani di Senese e di cui Dori, stando agli inquirenti, aveva preso il posto dopo l’arresto dello zio (in un blitz contro i “nuovi” casalesi ad Acilia).Con Petoku, Diabolik aveva sicuramente una cosa in comune: il dover tutelare i suoi affari, qualunque essi fossero, rendendo inaccessibile e indecifrabile il contenuto dei suoi tre telefonini, tutti rinvenuti dopo l’omicidio ma muti di fronte agli inquirenti.

fabrizio piscitelli diabolik 9FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK
«UNO CHE PRENDE E SPARA»
Telefoni criptati dello stesso tipo erano in dotazione anche a elementi di spicco della mala romana, come Salvatore Casamonica (arrestato dai carabinieri nel luglio 2018) di cui si riforniva proprio tramite Petoku. Una circostanza emersa dalle attività investigative della Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione Brasile low cost che, a gennaio, ha spedito in carcere Dori e il montenegrino Tomislav Pavlovic,un passato come paracadutista, pilota di elicotteri, nonché rapinatore. Proprio parlando di quest’ultimo con Brugia, Massimo Carminati, lo descriveva come un soggetto «brutto forte», «che prende la pistola e  spara».

IL SISTEMA
Nel febbraio 2018, in un summit al caffè Trussardi di Milano Casamonica incontra un infiltrato della Finanza, “lo svizzero”, per organizzare l’arrivo a Roma di 7 tonnellate di cocaina dal Sudamerica; al suo fianco appaiono Petoku e Pavlovic, una «triade», scrive il pm,che forma «un vero e proprio sodalizio, stabile e dotato di mezzi d’avanguardia».
in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 18IN RICORDO DI DIABOLIK FOTO MEZZELANI

Casamonica, nell’occasione, infatti, consegna allo svizzero un telefono cellulare criptato con premura di illustrargliene le caratteristiche: «Nessuno può entrare nel nostro sistema...perché è a uso  militare...se tu lo accendi qua è un telefono normale... invece tu lo devi accendere così per usare il nostro sistema... adesso possiamo dirci quello che vogliamo, nessuno controlla, non è rintracciabile niente... impossibile. Questo telefono si paga 1500 euro ogni sei mesi.. i messaggi si cancellano dopo 7 giorni in automatico... io con questo parlo in tutto il mondo (...) non puoi lavorare se non hai questi telefoni...». Il telefono fornito allo svizzero era un dispositivo modello BQAquaris, utilizzato - riportano gli inquirenti -dalle organizzazioni criminali più agguerrite in quanto ritenuto sicuro per via di una  modifica apportata al kernel (fulcro del sistema operativo).
fabrizio piscitelli diabolik 4FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 

Attraverso una particolare combinazione di tasti si attiva un sistema operativo parallelo dal quale poi si accede a una chat crittografata nascosta. In alcuni casi da questi apparecchi vengono rimossi fotocamera, microfono e porta Usb; non è possibile associare la sim all’account e un allarme anti-intrusione controlla che i file non siano manomessi. Insomma,un telefono  come quelli trovati in uso a Diabolik.

SUMMIT A GROTTAFERRATA
in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 17IN RICORDO DI DIABOLIK FOTO MEZZELANI 









Ma chi li riforniva al sodalizio? Ci pensava l’albanese, come risulta chiaro da un precedente incontro, avvenuto il 12 dicembre 2017 a Grottaferrata (la città di Fabrizio Piscitelli) in cui Casamonica, Dori, “il francese” (un altro uomo sotto copertura),un non meglio identificato Massimiliano e un ulteriore soggetto rimasto agli atti sconosciuto, concordano il piano per l’arrivo dello stupefacente. Una riunione stabilita da tempo, la cui preparazione era sfuggita ai radar degli investigatori, segno che era stata organizzata con sistemi alternativi a quelli tradizionali.
Registrato dalle ambientali, Casamonica chiedeva più volte a Petoku se gli avesse portato un telefono: «A Do’ ciao! M’hai portato il telefono?». «No perché lo devo andare a prende domani però...».
funerali fabrizio piscitelli diabolik 7FUNERALI FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 

Le frequentazioni degli slavi con Casamonica, non erano occasionali. Il 12 aprile 2017 sia Pavlovic che Salvatore vengono geolocalizzati in un’area molto prossima (se non la stessa) al parco degli Acquedotti, il luogo dove Diabolik è stato ucciso, probabilmente attirato in trappola da una persona di fiducia la cui identità resta “criptata” nei telefonini. Chi ha ammazzato Diabolik?

In questo thriller che arrovella gli inquirenti c’è una pista che porta a screzi insuperabili. Piscitelli che è descritto come «uno che se aveva i cinque minuti andava fuori di testa ed era prepotente», potrebbe avere pestato i piedi alla persona “sbagliata”. E nella geografia criminale romana, orfana di Michele Senese condannato a due ergastoli, non avrebbe più avuto paracaduti.
fabrizio piscitelli diabolik 7FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK 

GAUDENZI E IL TRAFFICO DI ORO: «RAPITO ANCHE UN BAMBINO»
Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

«Un bambino africano era stato sequestrato perché non stavano consegnando l'oro», è Fabio Gaudenzi, soprannominato lo Zoppo, che parla agli investigatori. È l'uomo che ritiene di essere a conoscenza dei mandanti dell'omicidio Diabolik. Una versione, però, tutta da riscontrare da parte dei pm. Ad ogni modo lo Zoppo, nel suo interrogatorio del 9 settembre, aggiunge un dettaglio perché, questo il senso della sua rivelazione, il gruppo di persone che hanno organizzato il contrabbando di metallo prezioso sono disposti a tutto: sequestrare un bambino e quindi capaci anche ad uccidere. Pertanto avrebbero la forza di eliminare uno come Fabrizio Piscitelli, assassinato con un colpo di pistola alla nuca il 7 agosto al parco degli Acquedotti.
fabrizio piscitelli foto mezzelani gmt003FABRIZIO PISCITELLI FOTO MEZZELANI 

IL SEQUESTRO
Ma andiamo con ordine, per ricostruire quella che è una vicenda intricata e su cui gli inquirenti hanno diversi dubbi. In pratica Gaudenzi spiega che, nei giorni in cui si stava concludendo l'affare, è l'estate del 2014, qualche cosa va storto. Perciò, il gruppo che doveva comprare l'oro, decide di forzare la mano. Sequestrare un bambino di 9 mesi, figlio di un notabile africano, per farsi consegnare il metallo prezioso. Il blitz produce il suo effetto perché - sempre stando a quanto affermato dallo Zoppo - i 300 chilogrammi di oro grezzo vengono consegnati e il bimbo, dopo una settimana, è di nuovo tra le braccia della madre.

L'IMBROGLIO
Dopodiché Gaudenzi viene tagliato fuori dall'affare. Viene lasciato in un mare di guai, dopo essersi esposto con personaggi, suoi amici neofascista, del calibro di Massimo Carminati, Riccardo Brugia e i fratelli Bracci. A loro, infatti, erano stati chiesti i soldi per finanziare parte della spedizione. Il viaggio era stato lungo e dispendioso: 4 mesi in giro per il Burundi, Congo, Kenya a bordo di un jet privato e un investimento intorno al milione e mezzo di euro.
FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIKFABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK

Intanto, nei cinque anni che passano dal viaggio africano, fino al due settembre scorso, giorno in cui Gaudenzi decide di voler parlare con gli inquirenti, accade di tutto. Deflagra l'inchiesta mondo di mezzo che trascina a fondo Carminati e Brugia, con sentenze per associazione a delinquere di stampo mafioso. Nella rete dei carabinieri del Ros finisce Gaudenzi che incassa una pena per usura a due anni e otto mesi, proprio per i soldi (una piccola parte) prestati a strozzo a uno dei registi del contrabbando di oro, Filippo Maria Macchi.

Lo Zoppo, nel frattempo, deve scontare anche un obbligo di dimora a Roma. Una misura che gli impedisce di andare a cercare gli autori dell'imbroglio, tra cui Macchi. È in mezzo alle difficoltà che Gaudenzi, sempre secondo la sua versione, si rivolge ai due amici camerati. Il primo è Maurizio Terminali, il secondo Piscitelli. Terminali trova Macchi a Siena e poi lo comunica allo Zoppo. Salvo poi morire a fine giugno per un'overdose, ma Gaudenzi crede sia stato ammazzato.

Fabrizio Piscitelli Diabolik Foto Mezzelani GMTFABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK FOTO MEZZELANI
Entra in gioco allora Diabolik che si mette sulle tracce dell'uomo e lo trova ad Anzio. Dopo poco viene assassinato. Le sue parole sono ora al vaglio degli inquirenti che dovranno stabilirne l'attendibilità o peggio capire se si tratta di deposizioni volte a depistare le indagini. Infatti il video che ha postato su YouTube Gaudenzi, il due settembre, a tratti è poco chiaro, come se volesse inviare dei messaggi a qualcuno. Fonte: qui

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