Il 12 settembre, Netanyahu è volato a Sochi: una sua idea a scopo elettorale secondo i media israeliani, essendo noto che in Israele esiste la forte minoranza russofona, che tende a votare per Lieberman. Per Putin sarebbe stata un’ottima occasione di chiarirgli che Mosca non accettava le aggressioni aeree israeliane in Siria. Questo messaggio è mancato. Vero è che Putin l’ha fatto attendere in anticamera per tre ore; ma dopo non solo l’ha ricevuto Bibi, ma ha anche auspicato la sua rielezione. E senza nemmeno criticare la dichiarazione di Bibi di voler annettere la Cisgiordania con i milioni di palestinesi, e nemmeno un verbo sull’aviazione israeliana e le sue incursioni in Siria. “Ma parlava solo per se stesso. Il ministro della difesa Sergei Shoigu e degli Esteri Lavrov hanno resa nota a Netanyahu la loro posizione. Il punto è che nel resoconto ufficiale dell’incontro emanato dal Cremlino, i due non appaiono né nelle foto né nel testo, come non fossero stati presenti”.
Chi lo rivela? Attenzione, è John Helmer: giornalista australiano, anni 73, laureato ad Harvard, corrispondente in Usa durante la presidenza Carter che vive a Mosca dal 1989 – e dai servizi occidentali, ritenuto una spia del Kgb reclutata negli anni ’80. Insomma un personaggio molto ben informato, forse anche troppo, delle segrete cose del Cremlino.L’ostilità di Shoigu e di Lavrov è giustificata: secondo lo stesso Jerusalem Post del 14 settembre, “Mosca ha recentemente impedito tre attacchi aerei israeliani su tre avamposti siriani – giungendo a minacciare che qualsiasi jet che tentasse un simile azzardo sarebbe abbattuto, dai caccia russi e dagli S-400 … Una situazione simile si è verificata due volte, e in agosto Mosca ha bloccato un attacco aereo su un avamposto siriano a Qasioun, dove è piazzata una batteria missilistica di S-300”. Secondo il Jerusalem Post, Putin ha duramente criticato Netanyahu – che voleva far passare la sua visita come un rafforzamento dei suoi “buoni” rapporti con Mosca e “cercare di farsi perdonare da Putin le sue incursioni in Siria” (sic) – e la visita è stata “un fallimento”.
Invece, per Helmer, c’è stato un energico diverbio “fra Putin e la Stavka” – usando il termine che indicava il comando supremo militare in epoca sovietica, oggi diremmo lo Stato Maggiore (ma qualcosa di più politico). E alla fine si è deciso che prima, “la Stavka” avrebbe consegnato a Netanyahu il suo messaggio, e solo poi Putin avrebbe ricevuto l’israeliano.
Il messaggio della Stavka deve essere stato qualcosa di più duro di quello che già Shoigu inviò agli israeliani il 23 settembre 2018, quando la contraerea siriana abbatté l’aereo di sorveglianza elettronica Iliushin-20 dietro ai quali si nascondevano i caccia sionisti. 15 morti dell’equipaggio. Anche allora il ministero della Difesa smentì duramente sia la versione israeliana del’errore innocente, parlando di “negligenza criminale” – sia le dichiarazioni concilianti di Putin, e rese noto ai giudei che “le perdite di militari russi sono una linea rossa”. Ai generali russi prudono le mani ad ogni nuova incurisone israeliana.
Secondo Helmer, l’abbattimento dell’Iliushin ha segnato una “perdita di fiducia della Stavka verso il comandante in capo”, e cita anonime fonti che dicono: “Putin commette errori con Netanyahu, come li ha commessi con Erdogan” (quando il turco abbatté il Su-20 ), i suoi consiglieri civili stanno commettendo errori”, frase con cui, secondo Helmer, viene accusato il consigliere per la politica estera Yri Ushakov.
Fatto sta che questo contrasto fra i militari e Vladimir, prima a malapena dissimulato, è venuto in piena luce.
Il comunicato del Cremlino riporta questo saluto finale di Putin a Bibi: “Signor Primo Ministro, so che il suo paese è alla vigilia dei principali eventi politici interni, credo alle elezioni per Knesset del 17 settembre. È risaputo che più di 1,5 milioni di ex cittadini sovietici vivono in Israele. Li abbiamo sempre considerati il nostro popolo, i nostri compatrioti. Naturalmente, non siamo indifferenti nei confronti dei futuri parlamentari israeliani, lasciatemi essere sincero su questo. Speriamo che saranno politici responsabili che lo faranno certamente manterrà tutti i recenti risultati nelle relazioni bilaterali e andrà avanti con noi nello sviluppo di legami russo-israeliani “.
Un discorsetto che si poteva fare a uno statista amico e normale, non ad un criminale che ti ha abbattuto egli aerei e continua a bombardare posizioni siriane, gettando nel fangoil prestigio russo.
Un appoggio e una cordialità che non è affatto piaciuta a Lavrov. Infatti il ministro degli esteri s’è affrettato a emanare un suo comunicato, distinto, con la sua versione dell’incontro col il sionista: “Abbiamo messo un accento particolare sulla necessità – e in questo senso, gli israeliani sono pienamente d’accordo con noi – a rispettare la sovranità della Siria e l’integrità territoriale in pratica, piuttosto che solo a parole. In in questo senso, abbiamo alzato la posta chiedendo assistenza alle autorità siriane e ai siriani in generale nel tornare alla vita pacifica. È stato sottolineato che le sanzioni, che gli Stati Uniti e i paesi europei avevano introdotto contro il governo legittimo della Siria, erano interamente controproducente.”
“Shoigu e Lavrov”, commenta Helmer, “sanno perfettamente che gli israeliani non “concordano pienamente con noi”. È un’ironia diretta a Putin e alla sua dichiarazione “abbiamo posizioni assolutamente identiche”.
E non basta. Nelle foto ufficiali sull’incontro fra Putin e Netanyahu, il Cremlino ha tagliato Lavrov e Shoigu, che erano sicuramente presenti. Come ai tempi dell’Unione sovietica, quando Trotsky scomparve da foto in cui lo si vedeva a fianco di Lenin…. Solo che si vede la punta di una scarpa nera che appartiene ad uno dei due ministri azzerati nella foto.
Se Helmer dice il vero, il conflitto fra Putin e Shoigu, la Stavka e Lavrov, è una cosa seria e sempre più evidente. Vladimir ha perso prestigio e credibilità agli occhi dei suoi generali. Gli effetti possono essere enormi.
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