L’accusa italiana sulle verifiche: affidate alla romena Arca per risparmiare un milione
E critica duramente la gestione della missione da parte dell'Esa. L'attacco è affidato a Enrico Flamini, planetologo e capo del team scientifico dell'Asi. In un articolo pubblicato su AirPress, rivista specializzata in aerospazio, Flamini ricostruisce le ultime fasi della missione ExoMars e individua precise responsabilità nell'incidente.
Nel racconto di Flamini tutto fila liscio fino al distacco del lander Schiaparelli dal Trace Gas Orbiter. Quest'ultimo resta in orbita intorno a Marte, dov'è tuttora e dove raccoglie dati da inviare verso Terra. Schiaparelli invece si tuffa nell'atmosfera marziana a una velocità di 21mila chilometri orari. La pur rarefatta "aria" del Pianeta Rosso frena la sonda fino 1650 chilometri orari, quando viene aperto il paracadute che dovrebbe rallentare ulteriormente il volo. Per l'ultima decisiva frenata Schiaparelli accende i retrorazzi. Ma qui qualcosa non funziona.
Secondo i tecnici dell'Asi, con l'apertura del paracadute e man mano che l'atmosfera diventava più densa, Schiaparelli ha preso a oscillare come un pendolo impazzito. Un movimeto fuori controllo che ha mandato in tilt i sistemi magnetici di localizzazione. "In quel momento" dicono dall'Asi "al computer di bordo sono arrivate informazioni contrastanti: l'altimetro segnava correttamente 2000 metri di quota, mentre i giroscopi segnavano addirittuta -10, come se Schiaparelli fosse sotto il suolo marziano". Il computer di bordo deve aver creduto ai giroscopi e ha spento i motori dopo appena 3 secondi. Condannando allo schianto Schiaparelli.
Exomars, la discesa finale di Schiaparelli verso Marte
Ma non si poteva prevere? Sì, secondo Flamini, se solo l'Esa avesse fatto un test fondamentale e più volte richiesto dagli italiani: un prototipo di Schiaparelli avrebbe dovuto essere lanciato da un pallone stratosferico sulla Terra, per verificare il comportamento della sonda, del paracadute e dei retrorazzi alle prese con l'attraversamento dell'atmosfera.
Le industrie coinvolte nella costruzione della sonda avevano suggerito che la prova venisse affidata a un'azienda esperta di lanci stratosferici, la Swedish space corporation. Invece l'Esa, c'è chi dice per risparmiare un milione di euro, l'ha assegnata a "un'organizzazione non dotata di competenza specifica sufficiente" come scrive Flamini: la romena Arca. Il test è stato lungamente preparato, ma poi, quando ci si è accorti che Arca non era in grado di allestirlo, l'Esa ha rinunciato accontentandosi delle simulazioni al computer elaborate da una società inglese. "Ma proprio su questi test cruciali" conclude Flamini "si è evidenziata la scarsa esperienza del project team dell'Esa".
di LUCA FRAIOLI
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Fallimento galattico della sonda su Marte. Imbarazzo degli scienziati, quanto è costata
Mezzo miliardo di Euro buttati dall'Italia
Imbarazzo degli esperti chiamati a rispondere del destino della sonda Schiaparelli atterrata su Marte ma della quale si sono persi i segnali 50 secondi prima dell'atterraggio. Il lander Schiaparelli, spiega Andrea Accomazzo, capo delle operazioni planetarie dell'Esa, "è entrato nell'atmosfera marziana. Il suo scudo termico ha funzionato propriamente. Ha aperto il paracadute alla altitudine corretta. Poi i dati indicano un comportamento non esattamente come ci aspettavamo. Ma tutto l'hardware del lander si è comportato correttamente". A domanda specifica, ovvero se la sonda sia tutta intera, Jan Worner, direttore generale dell'Esa, ha rispost: "Non lo sappiamo". Quella dello Schiaparelli "era una manovra molto complessa, che comprendeva la separazione dalla nave madre e una discesa totalmente automatica nell'atmosfera. Ripeto che l'Idm (il lander, ndr) era un test. Come sempre avevamo molti sensori per monitorare cosa faceva. I dati di questi sensori sono stati ricevuti. Ci sono ancora domande aperte".
Il costo dell'intera missione ExoMars si aggira intorno a un miliardo e mezzo di euro. L'Italia ha partecipato al 35 per cento della spesa totale.
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