Gli analisti si chiedono se la recente impennata del greggio (che ora oscilla vicino ai 50 dollari al barile) sia semplicemente il risultato delle temporanee interruzioni della produzione o se l’eccesso di scorte si stia davvero riducendo.
Le attuali condizioni del mercato sembrano essere il risultato della convergenza di molteplici fattori, ciascuno dei quali potrebbe far cambiare l’andamento e frenare l’impennata del greggio.
1) La Domanda Estiva
Di solito, la domanda di greggio aumenta nei mesi estivi. Negli Stati Uniti, il consumo americano di benzina raggiunge il picco tra giugno ed agosto, in genere segnando 90.000 barili in più al giorno. L’Arabia Saudita è un paese piccolo, ma dipende in larga parte dal greggio per la fornitura energetica dei servizi basilari (il che spiega perché investe in energie rinnovabili come con ilnuovo accordo sull’energia eolica stipulato con la General Electric. Nella sola Arabia Saudita, la richiesta di energia per i condizionatori nei mesi estivi arriva a 0,9 milioni di barili di greggio in più al giorno. Questo aumento della domanda stagionale sembra essere coinciso con le numerose interruzioni delle forniture quest’anno.
2) Il Consumo di Greggio in Asia
La domanda di greggio da parte della Cina resta forte, ma non perché i consumi cinesi stiano continuando ad aumentare. La maggior parte dell’incremento sembra connesso al fatto che la Cina sta esportando una quantità maggiore di prodotti raffinati, specialmente gasolio. In altre parole, la Cina sta comprando greggio ad un prezzo conveniente, lo raffina e vende i prodotti raffinati ai partner commerciali regionali. Se questo nuovo business delle esportazioni possa continuare a supportare la domanda cinese di greggio dipenderà perlopiù dalle necessità dei suoi partner commerciali e potrebbe non essere sostenibile.L’India, invece, potrebbe essere sul punto di diventare il prossimo grande centro di produzione. Se la campagna governativa del “Produrre in India” avrà successo, la domanda di greggio e prodotti raffinati del paese potrebbe segnare un’impennata. L’AIE prevede che la domanda indiana salga dai 4 milioni di barili al giorno del 2015 a 10 milioni di barili al giorno nel 2040. L’OPEC sembra essere d’accordo e considera l’India una fonte dell’aumento futuro della domanda. Tuttavia, queste previsioni si basano sulla crescita vista in Cina nell’ultimo decennio e potrebbero non essere valide per l’economia indiana per via delle diverse condizioni politiche e sociali.
3) Le Scorte di Petrolio da Scisto
Rappresentano un grande punto interrogativo nell’equazione. Molti giacimenti di petrolio da scisto in Nord Dakota sono stati abbandonati per via degli alti costi di estrazione nella zona, mentre la produzione in Oklahoma e Texas va a gonfie vele. Il numero degli impianti di trivellazione è effettivamente salito negli Stati Uniti la scorsa settimana, per la prima volta in undici settimane. Tuttavia, non è ancora chiaro se questo nuovo aumento possa fare la differenza nel conteggio delle scorte globali. Allo stesso tempo, il numero delle compagnie nel settore del petrolio da scisto che hanno dichiarato bancarotta continua ad aumentare. Questo fatto si associa alle vendite di asset alle compagnie di private equity che non sono attrezzate per far funzionare gli impianti di trivellazione e pagano il minimo per mantenerli fino a quando non potranno rivenderli ottenendo un profitto. L’idea prevalente è che non appena il prezzo del greggio salirà, molti giacimenti torneranno in attività. Tuttavia, la realtà è più complicata. Il costo della produzione varia a seconda della compagnia, della posizione geografica ed addirittura all’interno di un determinato giacimento. Ci sono troppe variabili per prevedere con esattezza cosa succederà, in particolare con il prezzo del greggio che oscilla vicino al profitto.
4) Le Interruzioni delle Forniture Nigeriane
I Vendicatori del Delta del Niger stanno ancora creando scompiglio in Nigeria. Di recente hanno rifiutato le trattative con il governo nigeriano ed hanno attaccato un altro impianto della Chevron (NYSE:CVX). La Shell (NYSE:RDSa) ha fermato addirittura le riparazioni di un oleodotto che il gruppo aveva attaccato mesi fa. Non è chiaro a questo punto se i sabotatori si placheranno accontentandosi dei vecchi sussidi che il governo nigeriano una volta pagava per tenerli buoni. Visto che il governo non sembra capace o non vuole scontrarsi con loro militarmente, questo conflitto – e le conseguenti interruzioni delle forniture – sembrano destinati a persistere almeno per i prossimi mesi.
5) L’Aumento della Produzione Iraniana
D’altra parte, la crescita della produzione iraniana sembra compensare la riduzione di quella nigeriana. La produzione di greggio in Iran è vicina a 4 milioni di barili al giorno ed il paese ha reso noto che continuerà ad aumentarla nei prossimi mesi. Tuttavia, l’Iran non ha ancora ottenuto investimenti esteri concreti per gli asset di petrolio e gas. Il paese ha firmato dei memorandum d’intesa con l’Italia, la Corea del Sud ed il Giappone ma non ha ancora stretto gli accordi con le imprese. Questo principalmente perché il governo iraniano non ha ancora determinato definitivamente i termini per gli investitori esteri, un controverso problema politico in Iran.Il paese ha dichiarato che annuncerà i termini a giugno o luglio ma, a questo punto, chi può dirlo?
6) Le Speculazioni dei Mercati
Le azioni degli speculatori sembrano sempre amplificare l’andamento del mercato del greggio.
Il numero dei nuovi impianti di trivellazione terrà gli speculatori alla larga dai recenti massimi del greggio?
O la dichiarazione dell’OPEC secondo cui il mercato “sta tornando in equilibrio” sarà un nuovo importante fattore?
Oppure gli speculatori potrebbero approfittare del fatto che i magazzini di greggio sono ancora pieni, comportando un calo del prezzo. La stessa volatilità fa aumentare la possibilità per i traders di avere un profitto. Sia che i fondamentali indichino o meno che i prezzi potrebbero restare così alti ed aumentare ancora, gli speculatori hanno numerose ragioni per far oscillare i prezzi attuali.
Fonte: qui
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