Secondo uno studio recente e completo della letteratura scientifica (1), l'EROEI (energy return on energy invested) medio della tecnologia fotovoltaica più comune (Silicio policristallino) è di 11-12.
Ben lontano dalla leggenda del “EROEI inferiore ad uno” che gira nel web.
Qualche tempo fa, un mio collega mi ha raccontato la storia di quando è stato responsabile dell'installazione di uno dei primi impianti fotovoltaici in Italia, nel 1984 (mostrato nella figura sulla destra). Mi ha detto che, poco dopo l'installazione, un politico di alto rango è venuto a visitare l'impianto. Come dimostrazione, il mio collega a collegato l'uscita dell'impianto ad una stufetta elettrica, scaldando le resistenze interne. Il politico ha rifiutato di credere che la stufetta fosse alimentata dall'impianto FV. “Dev'esserci un trucco”, ha detto, “questo non è possibile. Dev'essere un imbroglio”. Il mio collega ha cercato di descrivergli come funzionano le celle fotovoltaiche, ma immaginate di cercare di spiegare la meccanica quantistica ad un politico! Apparentemente, se ne è andato ancora non convinto.
Più di 30 anni sono passati dall'installazione di quel vecchio impianto, ma l'atteggiamento generale verso l'energia fotovoltaica non sembra essere cambiato molto. Non che si pensi che il fotovoltaico sia una truffa scientifica alla stessa stregua della innumerevoli proposte di cose quale “l'energia libera”. Ma sembra che molti di noi non riescano proprio a credere che quei piccoli aggeggi blu possano produrre energia in quantità significativa. Suvvia: per produrre energia serve un motore, una caldaia, una ciminiera, una turbina, qualcosa del genere ....
Infatti, gran parte dell'attuale discussione sull'energia fotovoltaica sembra girare intorno ad un qualche tipo di leggenda. La più recente sembra essere quella secondo cui il FV ha un ritorno energetico basso (EROI o EROEI), a volte si dice persino che sia inferiore ad uno. Se fosse vero, significherebbe che gli impianti fotovoltaici non producono energia, la consumano soltanto! Ma questo non è vero. E solo l'ennesimo esempio di confirmation bias(pregiudizio di conferma): scegliere i dati che confermano le proprie idee preconcette.
E' vero che si possono trovare alcuni studi (molto pochi) che sembrano seri (forse) e che sostengono che il Fv abbia un EROEI basso. Tuttavia, in uno studio recente, Bhandari et al. (1) hanno esaminato 231 articoli sulle tecnologie fotovoltaiche, scoprendo che, nelle condizioni medie i irraggiamento europee, l'EROEI medio della tecnologia FV più comune (Silicio policristallino) era di circa 11-12. Si è scoperto che altre tecnologie (per esempio CdTe) hanno EROEI migliori. Forse questi valori sono ancora inferiori a quelli di alcuni combustibili fossili, ma sicuramente non troppo inferiori (sempre che lo siano) e ben lontani dalla leggenda del “EROEI inferiore ad uno” che sta facendo il giro del Web.
Infatti, gran parte dell'attuale discussione sull'energia fotovoltaica sembra girare intorno ad un qualche tipo di leggenda. La più recente sembra essere quella secondo cui il FV ha un ritorno energetico basso (EROI o EROEI), a volte si dice persino che sia inferiore ad uno. Se fosse vero, significherebbe che gli impianti fotovoltaici non producono energia, la consumano soltanto! Ma questo non è vero. E solo l'ennesimo esempio di confirmation bias(pregiudizio di conferma): scegliere i dati che confermano le proprie idee preconcette.
E' vero che si possono trovare alcuni studi (molto pochi) che sembrano seri (forse) e che sostengono che il Fv abbia un EROEI basso. Tuttavia, in uno studio recente, Bhandari et al. (1) hanno esaminato 231 articoli sulle tecnologie fotovoltaiche, scoprendo che, nelle condizioni medie i irraggiamento europee, l'EROEI medio della tecnologia FV più comune (Silicio policristallino) era di circa 11-12. Si è scoperto che altre tecnologie (per esempio CdTe) hanno EROEI migliori. Forse questi valori sono ancora inferiori a quelli di alcuni combustibili fossili, ma sicuramente non troppo inferiori (sempre che lo siano) e ben lontani dalla leggenda del “EROEI inferiore ad uno” che sta facendo il giro del Web.
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