IL FASCICOLO NON IPOTIZZA PIÙ SOLTANTO I REATI DI TRUFFA ED ESTORSIONE, MA ANCHE ABUSO D' UFFICIO, CORRUZIONE, RICICLAGGIO E AUTORICICLAGGIO
LA CRESTA SULLE COMMISSIONI PER GLI AFFARI DEL VATICANO «I SOLDI FINIVANO A DUBAI»
Fabrizio Massaro e Fiorenza Sarzanini per il ''Corriere della Sera''
L'inchiesta del Vaticano sul palazzo di Londra e i fondi della Segreteria di Stato, che ha travolto anche il cardinale Giovanni Angelo Becciu, punta decisamente su presunti giri di denaro fra tre protagonisti dell'affare londinese: il finanziere Raffaele Mincione, il gestore Enrico Crasso - ex Credit Suisse, poi Sogenel/Az Swiss, quindi fondo Centurion - e il funzionario della Segreteria Fabrizio Tirabassi, il laico che per vent' anni ha seguito gli investimenti riservati del Vaticano.
L'ipotesi è che si sarebbero spartiti per anni denaro proveniente dalle commissioni pagate dalla Santa Sede per le operazioni finanziarie. È una svolta avvenuta dopo la collaborazione alle indagini di monsignor Alberto Perlasca, ex braccio destro di Becciu, e del broker Gianluigi Torzi, che aveva presentato un ampio memoriale prima della sua scarcerazione a giugno.
FABRIZIO TIRABASSI ENRICO CRASSO GIANLUIGI TORZI
Ed arriva nel giorno in cui Papa Francesco impone una rivoluzione nelle finanze della Santa Sede, ordinando che vengano trasferiti all'Apsa entro tre mesi tutti i fondi della Segreteria - che così resterà senza capacità autonoma di spesa - e che venga venduto il palazzo di Londra e liquidato il fondo maltese Centurion, per i «rischi reputazionali». I magistrati vaticani citano tre testimoni chiave, coperti dagli alias Alfa, Beta e Gamma (uno è Perlasca): «Tirabassi... mi ha raccontato che tramite Andrea Negri venivano incassate delle commissioni» su una società a Dubai, «che poi questa provvedeva a suddividerle tra Crasso e Tirabassi», riferisce Alfa.
CARLINO DI RUZZA MAURIELLO TIRABASSI SANSONE
«Sempre a detta di Tirabassi, ad un certo punto Mincione non ha più versato queste commissioni alla società di Dubai ed anche per questa ragione sarebbe sorto il problema di interrompere i rapporti con Mincione». Sempre Alfa racconta che «un ruolo fondamentale nelle commissioni da elargire a Tirabassi lo svolse Filippo Notarcola del fondo Azimut», mentre per la vicenda di Londra «era stato demandato» il professore Renato Giovannini.
Per il testimone Beta, Tirabassi avrebbe indirizzato gli investimenti «in una certa direzione ricevendo commissioni», mentre per Gamma avrebbe chiesto commissioni anche per far partecipare la Segreteria a un nuovo fondo. Per questo motivo ieri Guardia di Finanza e Gendarmeria hanno effettuato perquisizioni di uffici, domicili, auto e cassette di sicurezza, e sequestri di documentazione cartacea digitale a Crasso, Tirabassi e Mincione.
GIANLUIGI TORZI PAPA BERGOGLIO
Li ha disposti il pm di Roma Maria Teresa Gerace su rogatoria dei promotori Gian Piero Milano e Alessandro Diddi. Perquisite anche le abitazioni di altre persone «non indagate» come Giovannini, i figli e la compagna di Crasso, il padre e la moglie di Tirabassi e le società Interfinium, San Filippo di Genova e Wrm Services, di Mincione il quale in una nota dichiara che «le verifiche confermeranno» la sua «totale estraneità». Anche Giovannini, «non indagato, ribadisce la propria estraneità a qualsivoglia fatto illecito», dice il legale, Giorgio Amato.
«COSÌ MINCIONE PAGAVA LE MAZZETTE IN VATICANO»
Valentina Errante per “il Messaggero”
Il finanziere Raffaele Mincione, l' uomo che ha gestito l' operazione vaticana del Palazzo di Londra, avrebbe pagato mazzette ai fidatissimi della Santa sede attraverso una società con sede a Dubai. L' accordo avrebbe condizionato gli investimenti dissennati della Segreteria di Stato. Si allarga l' inchiesta sullo scandalo del palazzo di Sloane Avenue, secondo le indagini, Enrico Crasso, ex Credit Suisse poi a capo della fiduciaria Sogenel, per 27 anni gestore del patrimonio riservato della Segreteria di Stato, e Fabrizio Tirabassi, per oltre venti anni responsabile amministrativo della Segreteria di Stato, sarebbero stati pagati da Mincione, che ha gestito l' operazione, costata al Vaticano circa 500milioni di euro. Ieri i militari della Guardia di Finanza di Roma e Milano, su rogatoria, hanno perquisito ufficio e abitazioni di Crasso, Tirabassi e Mincione.
LA LETTERA DI ENRICO CRASSO A ANGELO BECCIU
Il fascicolo non ipotizza più soltanto i reati di truffa ed estorsione, per i 40 milioni pretesi da Mincione per uscire dalla gestione del palazzo, ma anche l' abuso d' ufficio, la corruzione, il riciclaggio e l' autoriciclaggio. Perquisizione anche per Renato Giovannini, preside della Facoltà di Giurisprudenza dell' Università Guglielmo Marconi di Roma che non sarebbe indagato.
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Fonte: qui
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