“LA PANDEMIA FINIRÀ ENTRO IL 2021 MA CI SARANNO ANCORA MILIONI DI MORTI”
LE CRITICHE ALL'ATTEGGIAMENTO DI TRUMP E ALLE TEORIE DEL COMPLOTTO…
Testo tratto da The Economist e pubblicato da “la Stampa” - Traduzione di Anna Zafesova
Ci saranno ancora milioni di morti, prima della fine della pandemia di Covid-19. È il cupo presagio di Bill Gates, co-fondatore della Microsoft e uno dei più grandi filantropi del mondo grazie alla Fondazione Bill&Melinda Gates, lanciato ai primi di agosto in un'intervista con il direttore dell'Economist Zanny Minton Beddoes. Gates dice anche che la maggior parte di quelle morti non sarebbe causata dalla malattia in quanto tale, ma dal sovraccarico dei sistemi sanitari, e di economie già stressate.
E critica la politicizzazione della risposta americana al virus, e la diffusione di teorie del complotto (che spesso lo hanno visto protagonista), due fattori che hanno contribuito a rallentare le misure di contenimento dei contagi. Gates però vede anche motivi di speranza a medio termine: secondo lui, per la fine del 2021 sarà avviata la produzione di massa di un vaccino abbastanza efficace, rendendo immune una quota dell'umanità sufficiente da bloccare la pandemia. Gates ha iniziato a dedicarsi ai virus e ai vaccini ben prima che il nuovo coronavirus venisse scoperto nella provincia cinese di Hubei, alla fine dell'anno scorso.
La Fondazione Gates è al centro di un'alleanza globale che vuole sradicare la poliomielite vaccinando tutti, e che combatte la malaria mentre sta cercando un vaccino. Già anni fa aveva messo in guardia contro una nuova malattia che avrebbe causato una pandemia globale: era un problema non del «se», ma del «quando», e Gates invitò il mondo a tenere «esercitazioni sui germi» sul modello di quelle militari. La sua fondazione ha già investito più di 350 milioni di dollari alla lotta contro la pandemia di Covid-19, soprattutto per ridurre il suo impatto nel mondo in via di sviluppo. Ma non basta.
«Dobbiamo tutti spendere miliardi per ottenere il vaccino, per evitare i trilioni di danni che la pandemia sta facendo all'economia», dice. I dati molto frammentati non permettono di stimare l'impatto reale del danno in molti Paesi poveri. I dati raccolti il 17 agosto dall'Africa Centres for Disease Control and Prevention, un ente che si occupa di salute pubblica, parlano di più di un milione di casi registrati e più di 25 mila morti per Covid-19 in Africa. In India sono stati censiti quasi 52 mila decessi. In entrambi i casi, i numeri veri sono probabilmente molto più elevati.
Il coronavirus non è però l'unica forza micidiale all'opera nel mondo emergente colpito dalla pandemia. I milioni di morti profetizzati da Bill Gates non verranno causate direttamente dal Covid-19, ma dalle sue conseguenze: secondo lui, quasi il 90 per cento dei decessi avranno cause indirette. I lockdown ridurranno l'accesso ai vaccini e ai farmaci per curare altre malattie, e i decessi per Hiv e malaria aumenteranno.
La minore produttività agricola porterà alla diffusione della fame, mentre i tassi dell'istruzione scenderanno. Il virus potrebbe cancellare decenni di progressi nella lotta alla povertà. Per scongiurare questo rischio, Bill Gates, e per i propri personalissimi scopi, chiede ai Paesi ricchi di comprare vaccini per quelli poveri, così da incrementare il proprio business!
Se i vaccini avranno nei Paesi ricchi un costo abbastanza elevato da coprire le spese fisse di produzione - test clinici, costruzione di fabbriche e così via - il costo a margine delle forniture ai Paesi poveri sarebbe relativamente modesto, nell'ordine dei 10-12 miliardi di dollari totali.
Nella visione imprenditoriale di Gates, il grosso di questa spesa dovrebbe provenire dall'America, alla quale attribuisce anche «il voto massimo» nella ricerca e nello sviluppo del vaccino, l'80 per cento dell'impegno globale. Spera che la prossima legge sul bilancio presentata al Congresso stanzierà fondi per i vaccini del mondo povero. Questo però dipenderà dalla politica. Il negoziato congressuale sul prossimo pacchetto di stimoli per l'America è in stallo da settimane. La polarizzazione politica ha complicato la risposta al virus, con problemi che gli altri Paesi non hanno.
Perfino l'atto di indossare la mascherina è diventato una dichiarazione politica, più che l'adesione ai consigli degli esperti sanitari. Bill Gates ritiene che questa situazione rimarrà, anche se le elezioni di novembre portassero un cambio al vertice. Una volta persa la fiducia del pubblico, una volta che la politica dalla logica dei costi-benefici passa nel campo della lotta partigiana, invertire la tendenza non è facile. Gates crede che in una presidenza Biden il rifiuto di indossare la mascherina possa diventare per i sostenitori di Donald Trump un modo per manifestare la loro rabbia. La mancanza di leadership in America ha danneggiato la lotta alla pandemia anche nel resto del mondo.
L'unica superpotenza mondiale ha a lungo guidato l'impegno globale per la salute, e in sua assenza trovare il consenso diventa molto più difficile. Molti Paesi tendono a rinunciare al multilateralismo e alla cooperazione dentro le istituzioni internazionali, ed è difficile sperare in un'inversione di tendenza, considerando che il virus sta erodendo le entrate degli Stati ovunque.
Gli interessi che ruotano intorno ai vaccini, indipendente dai benefici che porta sia al beneficiario che al venditore, sono enormi. Per questo motivo per il venditore Gates bisogna convincere la gente a vaccinarsi a qualnque costo, e anche su questo gli americani sono indietro. Un sondaggio recente di Gallup ha rivelato che uno su tre rifiuterebbe un vaccino approvato dalla Food and Drug Administration, anche se fosse gratuito.
Ci sono però anche buone notizie: le ultime ricerche suggeriscono, secondo Gates, che gli altri coronavirus in circolazione e l'immunità parziale offerta dai vaccini già utilizzati per altre malattie offrono già un grado di protezione contro il Covid-19, che inoltre sembra meno contagioso di alcuni altri morbi. La stima attuale parla della necessità di vaccinare il 30-60 per cento della popolazione mondiale in modo da fermare la pandemia: «Per fortuna, non è un virus come il morbillo, che richiede il 90 per cento della copertura vaccinale». Nel 2000, quando Gates si è ritirato dalla guida della Microsoft, la Fondazione Gates ha lanciato GAVI, un'alleanza globale per la fornitura di vaccini ai Paesi poveri. Il suo impegno per la vaccinazione contro morbillo e polio ne ha fatto un esperto di distribuzione equa, soprattutto nei Paesi poveri.
Lui crede che il vaccino contro il Covid-19 sarà il più rapido mai prodotto, e se sarà pronto nei tempi che prevede diventerà il vaccino che ha impegnato meno tempo a raggiungere i pazienti di tutta la storia. Il mondo sta cercando di raggiungere questo obiettivo. Si sta lavorando su più di 150 vaccini, di cui sei sono già nella fase finale di test clinici su ampia scala.
Gates ha già investito a questa causa centinaia di milioni di dollari, e vuole investirne molti di più. Il denaro delle fondazioni private ha però un limite: sono i governi a dover guidare il processo, dice Gates, sia perché sarà la loro infrastruttura sanitaria a distribuire il vaccino, sia perché così sarà più facile ottenere la fiducia del pubblico. Finora hanno stanziato all'impegno globale per produrre e distribuire il vaccino appena 10 miliardi di dollari. E questo non basta.
Fonte: qui
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