L'ALTRO IERI HA CHIUSO DEFINITIVAMENTE “CAMPO ROJA”, IL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI VENTIMIGLIA, MA I MIGRANTI NON SONO SPARITI DALLA CITTÀ.
ANZI! SONO PIÙ DI DUECENTO E SONO ARRIVATI SIA DALLA ROTTA BALCANICA CHE DAL MARE.
VORREBBERO ANDARE IN FRANCIA, MA A MENTONE LA GENDARMERIE LI PRENDE E LI RIMANDA INDIETRO…
Fabio Albanese per ''la Stampa''
Il cancello del «Campo Roja» da ieri è chiuso. Definitivamente. Il centro di accoglienza aperto a Ventimiglia nel 2016, quando centinaia di migranti restarono accampati per settimane sugli scogli dei Balzi Rossi alla frontiera con la Francia, ha cessato la sua attività.
Erano rimasti solo una ventina di richiedenti asilo, dopo che a maggio era stata data la disposizione di non far entrare più nessuno, complici il lockdown e l' emergenza sanitaria. Così è stato.
MIGRANTI BIVACCANO A VENTIMIGLIA
E da oggi la Croce Rossa, che lo ha gestito in questi anni, porterà via le sue cose. La città di confine non ha più un posto dove accogliere i migranti ma qui sono in pochi a dolersene. Anzi. Il sindaco Gaetano Scullino dice che «il campo ci risulta chiuso per questioni inerenti il Covid-19 ma era un campo provvisorio e deve essere chiuso. Quello che non è accettabile, sia da un punto di vista umano che per questioni di igiene, ordine, pulizia e sicurezza che ci siano bivaccamenti per la città. Scriverò al ministro».
E infatti il campo chiuso non ha fatto sparire i migranti: «Al momento ce ne sono circa duecento, arrivati sia dalla rotta balcanica sia da quella via mare - dice Simone Alterisio del progetto Open Europe per la Diaconia valdese - vagano per la città, dormono nelle case abbandonate o sotto i ponti alla foce del fiume Roja».
I ponti del Roja. Scendervi è precipitare in un abisso: rifiuti, fango ed escrementi. E loro, i migranti, divisi per nazionalità. Gli afghani si nascondono dentro buchi a metà ponte. Alle tre del pomeriggio però il caldo è torrido, alcuni sono seduti sul greto, due di loro si lavano nel fiume, tra i sassi un paio di biglietti del treno, uno da Trieste, l' altro Venezia.
MIGRANTI AL CONFINE CON LA FRANCIA
Vengono dalla rotta balcanica: «Vogliamo andare in Francia, ci hanno respinti, ci riproveremo», dicono al mediatore culturale sudanese che era un migrante come loro e a Ventimiglia ci era arrivato per andare oltre confine ma poi è rimasto. Mentone, la Francia, l' obiettivo unico di chi arriva fin qui, con il treno o con i bus, per poi tentare di bucare la frontiera, quasi sempre grazie a «passeur».
Da dove lo dice il denaro: ci vogliono 250-300 euro per attraversare il confine in auto, la metà per scarpinare e rischiare la vita sulle montagne attraverso il passo della Morte. C' è anche chi chiede denaro per indicare un treno alla stazione, una truffa. La polizia francese lo sa, a volte controlla con attenzione, altre volte chiude un occhio.
Solo che poi a Mentone la Gendarmerie scova i migranti e li «restituisce» all' Italia.
«Domenica scorsa ne hanno rispediti indietro 146 - dice Alterisio - tre volte la media giornaliera» .Loro, come nel gioco dell' oca, tornano a Ventimiglia, ma pronti a riprovarci. Sotto un' altra arcata del ponte ci sono due ragazzini:hanno 14 e 15 anni, vengono dalla Tunisia e sono arrivati fin qui da Lampedusa.«Abbiamo fatto la quarantena nel centro di accoglienza poi siamo andati in Francia. Siamo qui da due giorni».
Raccontano che erano riusciti ad arrivare fino a Nizza ma li hanno scoperti e rimandati indietro. Non avrebbero potuto, perché i minorenni hanno diritto a essere tutelati, in Francia come in Italia. Invece pare che nessuno si sia posto il problema. Sotto un' altra arcata ci sono un tunisino e un nigeriano, sono distesi per terra in mezzo ai rifiuti . Sono scalzi. Sono arrivati dal Cara di Bari ma anche il loro sbarco è avvenuto a Lampedusa. Il più giovane è il nigeriano, ha 20 anni e zero richiesta di asilo: «Cos' è, devo fare qualcosa? A noi nessuno ci ha mai chiesto nulla».
Sulla strada delle Gianchette ci sono quattro giovani sudanesi. Sono smarriti, hanno fame. Vengono dal campo della Croce Rossa, che hanno trovato chiuso. Chiedono dove poter mangiare qualcosa. Potranno farlo solo l' indomani mattina, alla Caritas, il posto dove ormai si è concentrata l' attività di accoglienza portata avanti assieme agli stessi valdesi e ai milanesi di We World. Hanno zainetti di plastica che dicono del loro viaggio in Italia. Su uno c' è scritto Città di Taranto, su un altro il nome di una ditta di Messina.
MIGRANTE E DONNA INCINTA ARRESTATI DALLA POLIZIA FRANCESE A MENTONE
Tre sono sbarcati a Lampedusa un paio di settimane fa, il quarto era sbarcato a Malta: «Ma poi ho preso la nave per Pozzallo e da Catania il treno per arrivare fin qui». Nessuno si è accorto di lui, nè in uscita da Malta né in ingresso in Italia. Sulla spiaggia, lì dove c' è la foce del Roja, altri migranti sono in attesa. Di chissà cosa.
MIGRANTI AL CONFINE VENTIMIGLIA
«Prima però arrivavano solo giovani uomini - spiega Simone Alterisio - ora anche donne, famiglie, da maggio ne abbiamo contate 36, tutte con bimbi piccoli; non possono restare qui sotto i ponti». Qualcuno a Ventimiglia si impietosisce, qualche famiglia è stata accolta in casa; il parroco di San Nicola ieri ha aperto le porte della sua piccola chiesa. Ma in città la chiusura del campo della Croce Rossa piace a molti. Tanto, sotto i ponti del Roja non ci guarda nessuno. Fonte: qui
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