CACCIA AL KILLER, ANCORA NON È NOTA L’IDENTITÀ DELLA VITTIMA CHE SAREBBE MORTA SUL COLPO. L'OMICIDIO DELL'UOMO POTREBBE ESSERE INSERITO NELLO SCONVOLGIMENTO DEGLI EQUILIBRI CRIMINALI LEGATO ALLO SPACCIO DI STUPEFACENTI, INIZIATO CON L’OMICIDIO DI ‘DIABOLIK'
Valerio Renzi per roma.fanpage.it
Un uomo è stato freddato con diversi di pistola attorno alle 23.00 di ieri, sabato 25 gennaio, in via Gabrio Casati all'altezza del civico 103 nel quartiere di Nuovo Salario, periferia Nord-Est di Roma. Ancora non sono note le generalità della vittima che è stato uccisa sotto la sua abitazione: il proiettile l’ha raggiunto in pieno viso mentre scendeva dalla sua automobile. A dare l'allarme una giovane coppia che è passata casualmente per la via poco dopo l'omicidio.
Secondo quanto si apprende si tratta di un pluripregiudicato di nazionalità albanese di circa 43 anni e l’omicidio potrebbe essere legato a un regolamento di conti legato allo spaccio di stupefacenti. L'uomo si trovava in stato di semi libertà e stava uscendo di casa per tornare nel carcere di Rebibbia dopo aver saluto i propri familiari.
Sul posto è giunta la polizia scientifica per i rilievi e gli agenti del Commissariato Fidene che hanno trasportato via la salma dopo l’autorizzazione del magistrato di turno. Gli inquirenti sono ora sulle tracce di un commando: almeno due i killer entrati in azione per portare a termine quello che è un agguato in pieno regola.
L'omicidio dell'uomo potrebbe essere inserito nello sconvolgimento degli equilibri criminali legato allo spaccio di stupefacenti, iniziato con l'assassinio lo scorso 7 agosto di Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli. In particolare gli inquirenti puntano a capire se il gruppo criminale a cui era legato l'uomo avesse pestato i piedi ai gruppi che gestiscono le piazze di spaccio di San Basilio ma anche del Tufello. Fonte: qui
L'omicidio dell'uomo potrebbe essere inserito nello sconvolgimento degli equilibri criminali legato allo spaccio di stupefacenti, iniziato con l'assassinio lo scorso 7 agosto di Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli. In particolare gli inquirenti puntano a capire se il gruppo criminale a cui era legato l'uomo avesse pestato i piedi ai gruppi che gestiscono le piazze di spaccio di San Basilio ma anche del Tufello. Fonte: qui
Roma, detenuto in permesso premio ucciso in strada a colpi di pistola
Un detenuto di 43 anni, G. K., sottoposto al regime di semilibertà, è stato ucciso con quattro colpi di pistola in strada nella tarda serata di ieri mentre era in permesso premio. La vittima, colpita al torace e alla testa, è morta sul colpo. È successo intorno alle 23 in via Gabrio Casati al Tufello.
Ipotesi regolamento di conti
A quanto riferiscono fonti di polizia, la vittima è di origini albanesi, con precedenti per droga, furto e ricettazione. Al momento dell'omicidio, secondo quanto ricostruito, era andato a trovare la moglie, poi aveva salutato la famiglia e stava per rientrare a Rebibbia. È stato ucciso a pochi metri dal portone. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c'è quella che il 43enne sia stato ucciso a causa di un regolamento di conti legato a questioni di droga. Sull'omicidio sono in corso indagini dei poliziotti della Squadra mobile di Roma. Fonte: qui
L'OMICIDIO DEL PUSHER GENTIAN KASA, FREDDATO AL NUOVO SALARIO, FA PARTE DI UN REGOLAMENTO DI CONTI TRA CLAN ALBANESI
LO HANNO ASPETTATO SOTTO CASA E LO HANNO FREDDATO CON PROIETTILI IL CUI CALIBRO E’ LO STESSO USATO PER UCCIDERE "DIABOLIK" PISCITELLI
I LEGAMI TRA LE COSCHE CALABRESI E GLI ALBANESI SPAVENTANO GLI INVESTIGATORI: “E' UNA MISCELA DEVASTANTE”
Marco De Risi per “il Messaggero”
Un regolamento di conti fra potenti clan albanesi legato alla droga, ma non si tratterebbe di dosi o di chili, bensì di esportazioni di cocaina dalla cornice internazionale. Un'esecuzione pianificata quella di sabato sera a ridosso del Tufello del pregiudicato albanese in semilibertà. Gentian Kasa, 45 anni, è stato aspettato sotto casa, in via Gabrio Casati, a Nuovo Salario, da un killer che l'ha finito a colpi di pistola. Gentian, ha capito un attimo prima che stava finendo in un agguato e ha provato ad attraversare la strada, ma non ne ha avuto il tempo.
GLI SPARI IN STRADA
Quattro colpi in rapida successione l'hanno raggiunto al torace. Poi, il colpo fatale, alla testa. Proietti 7.65, non un grosso calibro, ma che in mano a un sicario sono andati tutti a segno. Gli investigatori della polizia stanno seguendo più piste, ma quella che sembra la più probabile è che si tratti di un'azione della temibile mafia albanese, radicata in vari quartieri romani: a Ponte Milvio, a Primavalle, a Ostia, a San Basilio. Gentian Kasa, stava finendo di scontare una pena per droga a Rebibbia.
Il magistrato gli aveva assegnato la semilibertà. L'albanese viveva a casa con la moglie in via Gabrio Casati e poi, ogni giorno, alle 23 doveva tornare a dormire in carcere. Gentian ha fatto la stessa cosa anche sabato sera: ha salutato la moglie ed è sceso in strada per tornare a dormire in carcere. Ma qualcuno aveva saputo della sua nuova condizione e dei suoi spostamenti: il suo assassino.
I PRECEDENTI
Gentian era stato arrestato prima a Roma e poi ad Ancona nel 2014 per droga. L'ultima cattura parla chiaro: l'albanese era tra le file del traffico internazionale e portava chili di droga dalla Grecia. Non un qualsiasi pusher, quindi, ma un corriere di alto livello. Ed ecco che le certezze che escono dalle inchieste sulla 'ndrangheta in Calabria si materializzano anche a Roma: la mafia calabrese va stabilmente a braccetto con quella albanese. E proprio nei territori di spaccio del Tufello e San Basilio le inchieste hanno appurato come questo binomio sia ormai una realtà ben rodata: malavitosi della capitale in affari con potenti e feroci boss albanesi.
Gli albanesi sono spuntati fuori, almeno come possibili killer, anche per l'esecuzione di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik ucciso con un solo colpo alla testa mentre era seduto su una panchina di via Lemonia. Un omicidio considerato eccellente e che ancora non trova risposta. Dopo pochi mesi un'altra esecuzione, quella dell'albanese di sabato sera.
LE INDAGINI
C'è anche un'altra prospettiva usata dagli inquirenti per decifrare il delitto. Il killer ha sparato qualche giorno dopo gli arresti a San Basilio sul narcotraffico: in manette sono finiti i fratelli Marando, dell'omonima cosca calabrese, e i loro sodali. Le inchieste indicano come anche gli albanesi abbiano messo radici salde a San Basilio. Allora, l'esecuzione di Gentian Kasa si potrebbe leggere anche come il frutto di delicati rapporti scompaginati dagli arresti. Solo supposizioni. Un altro scenario: quello di Primavalle e Casalotti.
Una famiglia potentissima scompaginata dai carabinieri, quella del clan Gambacurta era, appunto, alleata con albanesi potenti e feroci. «Una miscela devastante sottolinea un investigatore . Gli uomini delle mafie tradizionali, soprattutto quella calabrese, unendosi con la ferocia dei boss albanesi, raggiungono una dimensione ancora più devastante. Ad esempio riescono a far commettere un'esecuzione da un soggetto albanese ed è così più difficile risalire ai mandanti».
Fonte: qui
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