Scacco matto verrebbe da dire, la mossa cinese di ieri è la sintesi di una partita a scacchi nella quale Trump non avrà altra scelta se non quella di gettare in aria l’intera scacchiera o prendere atto di aver per il momento perso la partita…
Al summit del G20 a Osaka, in Giappone, il presidente cinese, Xi Jinping, presenterà all’omologo statunitense, Donald Trump, le sue condizioni per tornare al tavolo delle trattative per raggiungere un accordo sul commercio tra le due nazioni. Lo riporta il Wall Street Journal, citando funzionari cinesi. Condizioni che sollevano più di un dubbio sulla possibilità che i due Paesi ricomincino a trattare.Tra le condizioni che Pechino porrà a Washington, dovrebbe esserci la rimozione del divieto statunitense sulla vendita di tecnologia statunitense a Huawei, colosso cinese delle telecomunicazioni, sanzionata dall’amministrazione Trump perché considerata un pericolo per la sicurezza nazionale. La Cina dovrebbe poi chiedere agli Stati Uniti di rimuovere tutti i dazi e di rinunciare a chiedere a Pechino di acquistare più prodotti statunitensi. I termini dell’intesa dovrebbero essere discussi da Xi e Trump sabato 29, durante un pranzo di lavoro.…Poi il consigliere economico di Trump, Larry Kudlow, ha detto che nessuna precondizione è stata fissata in vista del summit tra i due leader e ha ribadito che lo spettro di nuovi dazi resta. Nel frattempo il South China Morning Post cinese ha scritto che le due nazioni hanno trovato una tregua i cui i dettagli verranno forniti prima dell’incontro di sabato tra i presidenti delle due nazioni nell’ambito del G20 di Osaka, in Giappone. (Sole24Ore)
Prepariamoci al no deal, al massimo ne uscirà un’altra inutile tregua, mentre i dazi stanno scavando la recessione globale. Una fonte sempre ben informata in Cina ricorda che due giorni prima di incontrare i presidente XI, Trump si vanta di aver in mano il piano B e minaccia nuove tariffe.
” Questa è una mossa molto scortese e avrà di sicuro un impatto negativo.”
Qui sotto un interessante grafico che testimonia come la California sia colpita duramente dalla guerra commerciale ma anche Arkansas, Illinois e Tenneseee se la stanno passando male…
Grossi problemi davvero nelle zone rurali, dopo l’aumento dei dazi cinesi dal 10 al 25 %, molti agricoltori hanno ipotecato le loro fattorie, secondo il quotidiano Politico…
“Migliaia di banche si trovano in quelle che chiamereste zone rurali”, ha dichiarato Mark Scanlan, vicepresidente senior dell’agricoltura e della politica rurale presso gli Independent Community Bankers of America.“Quando l’economia inizia a rallentare, le colpisce perché non si tratta solo di prestiti agricoli, ma anche di quello che vendono agli agricoltori”
I prestatori di banche agricole che si specializzano in agricoltura stanno stringendo gli standard di credito.
Il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione è cresciuto ieri ai massimi da sette settimane.
Nel frattempo brutte notizie dalla revisione finale ( salvo revisioni possibili nei prossimi trimestri ) del GDP primo trimestre con una crescita al 3,1 % ma con una discesa della spesa dei consumatori non prevista, passata dal 1,3 % a soli 0,9 %, con un aumento degli investimenti fissi non residenziali e una piccola ripresa degli investimenti residenziali.
In sintesi solo grazie alla crescita delle scorte che ha contribuito per lo 0,55 % e alle esportazioni nette (0.94 %) il trimestre è salito sopra il 3 % Escludendo sia le scorte che le esportazioni nette, il PIL è salito solo dell’1,6% nel primo trimestre con un calo di 5 decimi rispetto al quarto trimestre. Attenzione al calo del principale propulsore della crescita economica USA, ovvero i consumi, scorte e esportazioni incideranno negativamente sul prossimo trimestre.
Brutte notizie arrivano anche dall’immobiliare australiano che vede ormai un crollo dei prezzi che riporta indietro, l’Australia sino alla crisi immobiliare americana del 2008 con il 130 % dei mutui ipotecari in rapporto al pil in pancia le banche australiane sono condannate.
Attenzione agli investimenti sul mercato azionario australiano.
Non so in quanti siano pronti per un insuccesso al G20, non importa se qualcuno venderà un finto accordo come la fine della guerra commerciale, ormai non c’è più tempo il destino è segnato, questo è il tempo della qualità, via da tutto ciò che non è bene rifugio.
Fonte: qui
TRUMP XI E L’ACCORDO FANTASMA!
Giusto per comprendere il livello di serietà che oggi esiste nel mondo dell’informazione economico/finanziaria, ma non solo anche nel mondo dei gestori, questo è quello che è successo all’improvviso ieri quando è uscita questa notizia che ha fatto volare i mercati…
(Reuters) – Il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin ha detto che l’accordo sul commercio fra gli Stati Uniti e la Cina è fatto “circa al 90%”, secondo la Cnbc.
Una notizia fatta uscire ad arte, manipolando il pensiero del segretario al tesoro americano Mnuchin, infatti nel pomeriggio, subito la rettifica…
Appunto correzione! Mnuchin ha semplicemente detto che erano ad un passo dall’accordo, avevano ottenuto un accordo solo sul 90 % dei contenuti, peccato che in quel 10 % c’era l’intera essenza dell’accordo.
Chi è intelligente sa che non ci sarà alcun accordo e sa che l’accordo tra Cina e USA se tutto fosse andato bene era al massimo sul 30 % delle questioni, le due superpotenze restano lontane mille miglia da un accordo.
thanks to Zero Hedge.
Niente, il livello di manipolazione nell finanza è tale che per ripulire questa bisca clandestina da bari e manipolatori, bisognerebbe chiudere tutto a partire dalle banche centrali e rifondare la finanza su basi limitate.
Sembra che le stesse dichiarazioni di Draghi a Lisbona fossero fake news, ovvero dichiarazioni non concordate con i suoi colleghi, vedremo in luglio cosa accadrà.
Intanto a luglio ci sarà una riduzione del tasso ufficiale da parte della Fed, forse meglio due visto che Powell a breve farà le valigie se non ascolterà il suo maggiore elettore, il suo azionista di maggioranza.
Nel frattempo in questi giorni, pessimi dati in arrivo dall’America, davvero pessimi soprattutto quelli che riguardano il mercato immobiliare…
Come ben sapete stiamo iniziando a focalizzare l’attenzione sullo scoppio della bolla del COMMERCIAL REAL ESTATE, la seguiremo da vicino nei prossimi mesi, ma intanto qui sotto avete una panoramica di come si muovono storicamente le vendite di case esistenti e nuove in America, mese per mese…
Vedremo nei prossimi mesi se nella stagione migliore le vendite continuano a scendere.
Ieri anche altre brutte notizie dalla bilancia commerciale americana, che non faranno certo piacere a Donald Trump, deficit salito a 74,5 miliardi di dollari a maggio con un aumento sensibile di ben 3,6 miliardi con esportazioni in aumento di 4,1 miliardi ma importazioni volate a 7,8 miliardi, un dato negativo per il Pil e soprattutto per le ambizioni di Trump in tema di riequilibrio della bilancia commerciale e del commercio mondiale, che nel frattempo prosegue nella discesa.
Nel frattempo dopo quello che vi abbiamo raccontato sul cento anni Austria emesso nel settembre del 2017, l’Austria ci riprova ad un tasso del 1,2 %…
Il successo non è stato solo di chi ha emesso il bond a 100 anni, ma anche di coloro che lo hanno sottoscritto visto che in soli due anni circa il rendimento in conto capitale ha raggiunto il 53 % nelle scorse settimane.
Noi siamo pronti a ripetere un simile exploit, la verità è figlia del tempo e della deflazione da debiti! Stay tuned!
Fonte: qui
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