Frequentare il data base dell'Ocse è sempre piacevole, quanto si deve analizzare qualche dato, ed è anche molto pratico perché in un unico sito sono raccolte moltissime informazioni economiche di un gran numero di Paesi, senza impazzirsi a cercarle in ogni singolo stato.
Qualcuno, evidentemente perfetto analfabeta economico, in occasione dell'aggiornamento del consueto grafico dell'andamento del PIL dei paesi del G7 (il grafico è quello che vedete alla fine dell'articolo), ha dubitato della metodologia di costruzione del grafico.
In particolare, ha osservato che partire dal 2008 è fuorviante, in quanto, rispetto ad altri paesi considerati, l'Italia ha subito una doppia recessione (e quindi? mica è colpa mia). Questo, evidentemente, a suo parere, dal 2014 (anno in cui l'Italia è uscita dalla recessione), inficia il confronto con altri paesi considerati nel grafico. Insomma, il lettore, evidentemente poco abituato a vedere le cose come stanno, sembrerebbe affermare che la latente crescita dell'Italia sia un'illusione ottica, più o meno.
Allora, anche per aggiornare un grafico precedentemente proposto in questi pixel, sono andato alla scoperta di quello che si sapeva già (lo so, direte che ho tempo da perdere, ma non è così) ed è uscito fuori il bel disegnino che vedete:
I paesi considerati sono quelli desumibili del database dell'Ocse, eccetto alcuni (Irlanda e Islanda, ad esempio) per i quali non sono stati ancora aggiornati i dati dell'ultimo trimestre 2016. Il grafico analizza la crescita del PIL dal 2014 (anno in cui l'Italia è uscita dalla recessione) a tutto il 2016, e si evince che la crescita del nostro paese è stata assai modesta. Nel periodo considerato solo Finlandia e Grecia hanno fatto peggio dell'Italia.
Giova ricordare che, in questo arco temporale, sono esistite delle condizioni esterne estremante favorevoli che l'Italia non ha colto né sfruttato, se non in modo assai parziale.
Il basso prezzo del petrolio, i tassi di interessi allo zero, la forte svalutazione dell'euro sul dollaro, la BCE fortemente espansiva e la buona crescita globale hanno creato una finestra di opportunità irripetibile per l'Italia, che avrebbe dovuto esprimere tassi di crescita decisamente più elevati.
Ciò non è avvenuto. E fatto assai preoccupante è che le condizioni esterne si stanno via via attenuando e si faranno sempre meno favorevoli.
L'azione del Governo Renzi, purtroppo, non si è concentrata su quella che era (ed è) la vera priorità dell'Italia, ossia la crescita economica. Si è preferito fare deficit di pessima qualità (che pagheremo presto) al fine di irrobustire il consenso politico e ci si è concentrati su altre su altre questioni (il referendum, ad esempio) che hanno deteriorato il quadro politico e quindi anche la capacità del governo di varare misure (condivise sia all'interno della maggioranza che nell'opposizione) più incisive per l'economia.
Fonte: qui
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