venerdì 11 settembre 2020

TORNA L'INCUBO NUMERO UNO DEI GENITORI: LA DIDATTICA A DISTANZA; PER MOLTE SCUOLE CI SARÀ TUTTO L'ANNO, IN ALTERNANZA CON LE LEZIONI DAL VIVO.

 


DIDATTICA A DISTANZA PER TUTTO L'ANNO TEST, 13MILA POSITIVI

Lorena Loiacono per ''Il Messaggero''

 

Classi alternate tra lezioni sui banchi e lezioni online: lunedì, in molti casi, la scuola partirà così. E alle superiori questa alternanza potrà andare avanti anche per tutto l' anno scolastico. E' l' unica strada da percorrere per limitare i problemi legati alla necessità del distanziamento nel caso in cui la scuola, purtroppo, non può dare una risposta diversa.

 

Le aule aggiuntive non sono sufficienti e la mancanza di spazi potrebbe continuare a imporre i turni. Così si andrà avanti, alle superiori, come previsto nelle linee guida della didattica digitale integrata. Negli istituti alle prese con i problemi della ripartenza, infatti, si fa sentire la mancanza di aule, di banchi singoli che devono arrivare entro la fine del mese di ottobre e delle nomine dei docenti aggiuntivi che, incatenandosi con le procedure dei supplenti, arriveranno più in là rispetto alla prima campanella. E allora inevitabilmente molte scuole stanno dividendo le classi in gruppi per farli alternare tra la presenza e la didattica online: è così in molti istituti superiori e si sta verificando anche nelle classi prime, dove pure il governo l' aveva espressamente escluso.

 

lezioni virtualiLEZIONI VIRTUALI

LE MEDIE

Eppure sta accadendo, non solo: per questa prima fase, legata alle difficoltà della ripartenza, c' è anche chi adotta l' online alle scuole medie. Ma si tratta di una possibilità temporanea: quando poi le lezioni saranno avviate, la didattica a distanza sarà consentita solo tra i grandi, vale a dire tra quegli studenti che possono restare a casa da soli e che, difronte ad una lezione digitale, riescono a seguire. E così molte scuole si stanno preparando su questa strada sia, nella peggiore delle ipotesi, in vista di un eventuale nuovo lockdown sia per fare fronte alla quotidianità: molte scuole in questo modo tentano sia di snellire le classi sovraffollate sia di accorciare il tempo scuola, per evitare di stare troppe ore in presenza.

 

Ovviamente tutto deve essere regolamentato non solo dalle linee guida ma anche dalle singole scuole: «Abbiamo le linee guida che consentono la didattica digitale integrata alle scuole superiori spiega Mario Rusconi, presidente dell' Associazione nazionale dei presidi del Lazio ma a decidere nella singola scuola devono essere il consiglio d' istituto e il collegio dei docenti: si tratta di una tipica questione che riguarda la fase organizzativa e quella formativa. Voglio però dire che in questi casi è necessaria una attenta formazione dei docenti e degli studenti, servono delle verifiche puntuali sulla connessione e sulla disponibilità di dispositivi adeguati. Per intenderci: lo studente non può fare lezione con uno smartphone, deve avere uno schermo adatto e gli va fornito.

Inoltre bisogna pensare ad un codice di comportamento anche online, per il rispetto verso la scuola».

 

didattica onlineDIDATTICA ONLINE

In questa prima fase comunque tutte le scuole devono provvedere ad un piano per la didattica digitale integrata, comprese le scuole materne ed elementari.

Spiega il presidente nazionale dell' Anp, Antonello Giannelli: «Rientra nella fase di emergenza che stiamo vivendo e potrebbe tornare anche tra i più piccoli, qualora ce ne fosse bisogno: purtroppo sarà il virus a stabilire che cosa accadrà nei prossimi mesi».

 

PULIZIE POST VOTO

Lunedì comunque si apre, per poi richiudere 5 giorni dopo per le elezioni e il referendum in tutta Italia: ieri il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto urgente per la pulizia e la sanificazione delle scuole sedi di seggio elettorale. Intanto continuano i test sierologici sui docenti: quasi il 50% del personale della scuola si è sottoposto all' analisi, pari a circa 500mila tra docenti e non docenti, e quelli risultati positivi corrispondono al 2,6%, circa 13mila persone.

lezioni virtuali3LEZIONI VIRTUALI

 

Si tratta di lavoratori che, fino all' esito negativo del tampone, non potranno tornare a scuola e quindi vanno sostituiti in corsa. In Campania il test è diventato obbligatorio, al contrario di quanto previsto dal Governo sulla volontarietà del test, e la Regione prevede anche multe fino a 3mila per i docenti che non lo faranno. Va per la sua strada anche la Regione Piemonte dove il presidente Cirio ha previsto la necessità di presentare un' autocertificazione, all' ingresso della scuola, sull' avvenuta misurazione della febbre: senza autocertificazione la temperatura verrà misurata a scuola.

 

 

«PER ALCUNI ISTITUTI SARÀ INEVITABILE PROSEGUIRE COSÌ FINO AL VACCINO»

Camilla Mozzetti per ''Il Messaggero''

 

«È una ripartenza difficoltosa, non poteva essere altrimenti e la didattica a distanza proseguirà, in molte scuole superiori, fino a fine anno». Non usa giri di parole il direttore dell' Ufficio scolastico regionale del Lazio Rocco Pinneri nel commentare la situazione che centinaia di istituti e migliaia di studenti e professori si apprestano a vivere. I problemi principali nel Lazio riguardano ancora tre aspetti: gli spazi per la didattica in presenza, la riapertura dei plessi e le cattedre scoperte. Ma è sul primo che si concentra l' attenzione: «La didattica a distanza proseguirà fino all' arrivo del vaccino», dice il direttore di quello che un tempo si chiamava provveditorato agli studi.

 

Direttore Rocco Pinneri, la didattica a distanza come e in che modo scandirà la quotidianità degli studenti?

lezioni virtuali 2LEZIONI VIRTUALI 2

«L' utilizzo della Dad non riguarda tutte le scuole, al momento ci sono 300 aule che mancano in tutta la Regione per gli istituti superiori e 200 per le scuole del primo ciclo (elementari e medie ndr).

Due mesi fa partivamo con 3 mila aule mancanti quindi è stato fatto molto ma sulle scuole superiori resteranno le difficoltà nel reperimento degli spazi perché è in queste realtà, e ho difficoltà a spiegare il motivo, che si concentrano maggiormente i problemi strutturali».

 

Il ricorso alle lezioni da casa sarà comunque temporaneo?

«Durerà per alcune scuole superiori che faranno i turni fino a quando non ci sarà un vaccino o una terapia efficace e ahimè questo significa probabilmente tutto l' anno».

Oltre alle ordinanze dei sindaci del Lazio, molte scuole stanno chiedendo di posticipare l' apertura perché ci sono i cantieri in corso: sia per recuperare spazi sia per colmare gravi situazioni.

 

«Non ho la facoltà di modificare il calendario scolastico ma ho detto ai presidi - che invece possono apportare variazioni sull' inizio in base a specifiche problematiche - di posticipare l' apertura in presenza di cantieri. In questi giorni ci sono all' incirca 200 cantieri di edilizia leggera quelli cioè che servono per abbattere tramezzi e ampliare gli spazi, alcuni termineranno nel weekend molti altri proseguiranno e per questo i presidi potranno decidere cosa fare. Non è saggio mandare a scuola i ragazzi con polvere e calcinacci».

 

Nel Lazio mancano ancora moltissimi docenti. Ci può fotografare la situazione?

«Ci sono 5 mila posti che non sono coperti perché non ci sono docenti assumibili per quelle materie. Si procederà con le nomine a tempo determinato, grazie anche alla novità delle graduatorie provinciali, ma ci vorrà molto tempo. Intanto le scuole potranno chiamare le cosiddette supplenze brevi». Fonte: qui

 

AZZ..OLINA CHE CAOS! 

LE SCUOLE RIPARTONO A SINGHIOZZO. 

IL LAZIO DIVENTA UN CASO: I SINDACI NON RIAPRONO 

LE MAGGIORI CRITICITÀ IN PROVINCIA DI LATINA. ANCHE RIETI E VITERBO PER IL RINVIO  

AL SUD SI PARTE DOPO LE REGIONALI 

LA AZZOLINA BLOCCA IL SUO PREDECESSORE BUSSETTI CHE A MILANO CHIAMA I SUPPLENTI DALLE GRADUATORIE DI ISTITUTO, MA NEL LAZIO LO COPIANO

Lorena Loiacono per www.leggo.it

LUCIA AZZOLINALUCIA AZZOLINA

 

Sta succedendo di tutto, sulla scuola: a 48 ore dalla prima campanella, scoppia anche la lite sulla convocazione dei precari. Le scuole aspettano ancora di coprire le cattedre rimaste vacanti: molti istituti continuano ad avere problemi nel convocare i supplenti, alle prese con gli errori contenuti nelle Gps (le graduatorie provinciali dei supplenti, digitalizzate dalla ministra Lucia Azzolina).

A Milano, ad esempio, sono arrivare 112mila domande di iscrizione e quindi un super lavoro per gli uffici, tra questi inserimenti sono circa 3mila quelli su cui il personale ha chiesto rettifiche e aggiustamenti. Gli uffici scolastici di Milano, così come in tutta Italia, sono quindi alle prese con un tour de force da capogiro. 

 

Nel frattempo però il tempo scorre e a poche ore dalla prima campanella i dirigenti scolastici fremono per avere il maggior numero di cattedre coperte per il primo giorno di scuola: lunedì 14 settembre.

 

marco bussettiMARCO BUSSETTI

E così ieri, come raccontato da Leggo, il direttore dell'ufficio scolastico provinciale, Marco Bussetti (ex ministro all'istruzione e predecessore dell'attuale ministra, Lucia Azzolina), ha diramato una nota rivolta ai dirigenti scolastici in cui consiglia di chiamare i supplenti dalle graduatorie di istituto, come previsto dall'art. 41 del CCNL, il contratto collettivo nazionale di lavoro, proprio per fare fronte alle necessità e alle urgenze in vista della riapertura delle scuole. 

 

Tanti presidi hanno quindi iniziato ad utilizzare le vecchie graduatorie: già ieri e questa mattina sono stati contattati numerosi precari. Ma dal ministero di viale Trastevere è giunto il veto: tutto bloccato, bisogna aspettare le Graduatorie provinciali dei supplenti. Per ora l'ufficio scolastico non ha rettificato ma lo farà in giornata.

 

Nel frattempo però la stessa indicazione arriva dall'ufficio scolastico regionale del Lazio che, sempre citando l'art. 41 del contratto nazionale, indica alle scuole di utilizzare le graduatorie di istituto per coprire i posti rimasti scoperti, fino all'arrivo dell'avente diritto.

 

GIUSEPPE CONTE LUCIA AZZOLINA PAOLA DE MICHELIGIUSEPPE CONTE LUCIA AZZOLINA PAOLA DE MICHELI

Inevitabilmente le chat dei dirigenti in queste ore sono roventi, il tam tam da Milano a Roma è stato immediato: come devono comportarsi le scuole, oggi, per avere le cattedre coperte lunedì? Possono convocare dalle graduatorie di istituto o devono aspettare, rischiando di aprire senza maestre?

 

Da una grana all'altra, scoppia anche il caso termoscanner in Piemonte: per il ministero dell'istruzione la febbre non va misurata a scuola, all'ingresso, ma a casa. L'idea non piace alla Campania, che ha provveduto ad acquistare i termoscanner per gli istituti, e alla Regione Piemonte che ha deciso invece di chiedere l'autocertificazione alle famiglie dell'avvenuta misurazione della temperatura. Senza il documento, la febbre viene misurata a scuola con il termoscanner.

 

lucia azzolina alla camera 1LUCIA AZZOLINA ALLA CAMERA 

Su questo punto però è intervenuta la ministra Azzolina che, rivendicando la decisione di far verificare la temperatura prima di uscire di casa, ha replicato: “Potremmo impugnare il decreto della Regione Piemonte. Il ministero ha detto che le temperature vanno prese a casa perché non è giusto che studenti contagiati utilizzino i mezzi di trasporto per arrivare a scuola. E non si può a 4 giorni dall'apertura cambiare le regole del gioco. E' una questione di rispetto per le famiglie e per i dirigenti scolastici. Non escludiamo la possibilità di aprire un contenzioso con la Regione Piemonte e impugnare il decreto del presidente Cirio».

 

Cristiana Mangani per il Messaggero

 

Riapriranno a macchia di leopardo, con classi dimezzate o all' aperto: mancano le aule, vanno organizzati meglio i trasporti e il numero dei docenti è insufficiente. Si avvicina l' ora X e sarà un lunedì di fuoco. Le regioni hanno risposto in ordine sparso, e ognuna ha scelto un calendario di inizio diverso: Alto Adige e Vò Euganeo, una delle prime zone rosse d' Italia per Covid-19, hanno ricominciato dal 7 settembre.

 

Dal 14, invece, riprenderanno le lezioni inEmilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte,Toscana, Umbria, Valle d' Aosta e Veneto. Anche in Sicilia la data prevista di ripartenza delle scuole è il 14 settembre ma i singoli istituti, anche quelli non sede elettorale, potranno fare richiesta, per comprovati motivi, di posticipare al 24 settembre, secondo quanto stabilito da una delibera firmata dal governatore Nello Musumeci.

 

azzolina scuola mascherinaAZZOLINA SCUOLA MASCHERINA

IN REGOLA InFriuli Venezia Giulia la scuola riprenderà il 16 settembre e in Sardegna il 22. Mentre hanno deciso di riaprire dopo le elezioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia e Campania, dove ogni giorno, il presidente De Luca alza il tiro, imponendo sempre nuove regole.

 

Si parte, ma azzoppati. E il Lazio diventa un caso, perché se a Roma molti istituti stanno facendo le corse per tentare di arrivare in tempo, le province hanno già deciso che non è possibile ricominciare in queste condizioni.

 

Scuole chiuse fino a dopo le elezioni a Rieti e a Viterbo. Latina e dintorni, stessa situazione: da Lanuvio a San Felice Circeo, a Formia, c' è chi lamenta la scarsità di aule, chi di docenti.

scuolaSCUOLA

E proprio riguardo agli insegnanti, il fronte è ancora aperto.

 

Diverse scuole, infatti, hanno comunicato di non avere a disposizione il personale sufficiente, perché molti non hanno risposto alla convocazione. La ragione viene spiegata con il fatto che si tratta perlopiù di supplenti che, molto spesso, devono muoversi dal meridione per raggiungere il centro o il nord d' Italia. Magari anche solo per una sostituzione di qualche giorno. E allora, con l' emergenza legata al Covid, la maggior parte sceglie di non rispondere.

 

scuolaSCUOLA

Ragione per cui, ieri, da diversi istituti italiani, e soprattutto romani, sono partite comunicazioni che dicevano più o meno così: «Pur avendo la scuola organizzato i modi, i tempi, gli spazi e i servizi per garantire l' apertura il 14 settembre, si rende nota l' impossibilità di offrire un servizio in sicurezza, considerato il limite di nominare i docenti necessari a una organizzazione che tenga conto della situazione emergenziale (si precisa che sono stati convocati 30 docenti dalle nuove graduatorie e non ha risposto nessuno). Pertanto l' apertura è rinviata».

 

i banchi singoli con le rotelleI BANCHI SINGOLI CON LE ROTELLE

A questo si aggiunge che nelle ultime ore sta montando anche la protesta degli studenti, i quali denunciano che si «è fatto troppo poco» e che scenderanno in piazza. Sono tante, d' altra parte le incognite, a partire dall' arrivo di banchi e mascherine (con il commissario Arcuri che ha assicurato che tutte le scuole le hanno), ma anche la questione dei tamponi, «E, seppure molte scuole sarebbero anche pronte - spiega Mario Rusconi, presidente dell' Associazione nazionale presidi del Lazio -, anche nel loro caso le attività riprenderanno a scartamento ridotto».

scuolaSCUOLA

 

LA PROTESTA Nel frattempo, la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, ha annunciato che sono stati stanziati 50 mln per i congedi di quarantena dei genitori. Sebbene tutto questo continui a non rassicurare gli studenti: «A qualche giorno dalla riapertura ancora troppo poco è stato fatto dal governo - ha insistito l' Unione degli studenti -: mancano i trasporti, i lavori di edilizia leggera non bastano, la dispersione scolastica è alle stelle e il numero dei docenti è insufficiente. Per questo scenderemo in piazza il 25 e il 26 settembre», da soli e con la manifestazione nazionale di Roma a cui parteciperanno anche i sindacati.

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Ma tra chi polemizza e chi posticipa, c' è chi cerca di pianificare con la maggiore attenzione possibile. E infatti, in Toscana, si sta decidendo di far finire i compiti in classe in quarantena: i quaderni dovranno essere toccati con i guanti per evitare il passaggio di carta tra studenti e insegnanti. All' istituto superiore Galilei di Bolzano, è stato deciso di metterli in uno scatolone per 48 ore, e dopo verranno corretti. Altri due giorni di quarantena prima di finire nelle mani dei ragazzi. Anche al Liceo Mario Cutelli di Catania è prevista la stessa procedura (sanificazione degli armadietti e custodia per 72 ore dei compiti in classe).


Fonte: qui

I PROTOCOLLI ANTI-COVID PER LE SCUOLE SI RIVELANO GIA' UN DISASTRO 

IL RACCONTO DELL'ATTRICE CLAUDIA ZANELLA: ''MIA FIGLIA HA AVUTO UN PO' DI TOSSE, È STATA ISOLATA E MANDATA A CASA. 

PER TORNARE NON SERVIVA UN TAMPONE MA SOLO UN CERTIFICATO, PECCATO CHE NESSUN PEDIATRA SI PRENDA LA RESPONSABILITÀ DI DIRE CHE UN BIMBO STA BENE SENZA TAMPONE. COSÌ SIAMO ANDATE ALL'OSPEDALE BAMBIN GESÙ E… 

SE CONTINUA COSÌ, SARÀ UN ANNO MOLTO COMPLICATO''

Dal profilo Instagram di Claudia Zanella:

PENELOPE BRIZZI FIGLIA DI CLAUDIA ZANELLAPENELOPE BRIZZI FIGLIA DI CLAUDIA ZANELLA

 

Ciao a tutti! Ieri Penelope ha avuto la tosse a scuola e per il protocollo anti Covid, e’ stata prima isolata e poi e’ tornata a casa. La scuola, per tornare non ha richiesto un tampone, ma solo un certificato che dicesse che Penelope sta bene. Il problema però è’ che NESSUN Pediatra si prende la responsabilità di dire che un bimbo sta bene senza tampone. Quindi ieri pomeriggio siamo andate al pronto soccorso del Bambin Gesu’ per fare il tampone. I medici sono stati bravissimi e dolci. Ma il punto è’ un altro. Oggi ci hanno detto che il tampone di Penelope e’ negativo.

rodolfo corsato claudia zanella foto di baccoRODOLFO CORSATO CLAUDIA ZANELLA FOTO DI BACCO

 

Ha preso solo freddo al mare. Spero che troveranno presto una soluzione, perché non si può sottoporre al tampone una bimba senza febbre solo con qualche colpo di tosse. Personalmente credo che le strade siano due: o faranno a tutti i bimbi a scuola il tampone ( magari quello con la saliva), almeno siamo tutti tranquilli, oppure ci vogliono più sintomi per far scattare l’allarme. Altrimenti Cosa accadrà? A ogni starnuto noi saltiamo un giorno di lavoro per andare a fare il tampone ai nostri figli? Passiamo una giornata al pronto soccorso con il rischio di prenderci il virus davvero? E a novembre e a dicembre cosa succederà’ ? Sarà un anno molto complicato.

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