Incrociando i dati Inps sulle richieste di reddito di cittadinanza e quelli Istat sulla disoccupazione, emerge che solo il 32,5% dei disoccupati riceve il sussidio
Solo il 32,5% dei disoccupati o, se si preferisce, uno su tre. Questa la quota di persone che, al 15 luglio hanno chiesto ed ottenuto il reddito di cittadinanza. Per calcolarlo, Wired ha incrociato i dati relativi a questa misura forniti dall’Inps con quelli sulla disoccupazione raccolti dall’Istat.
Il risultato è che appunto poco più del 30% dei disoccupati percepisce questa misura di sostegno al reddito. Non solo: appena il 50,8% di chi cerca un lavoro ma non lo trova ha fatto richiesta per il sussidio introdotto dal governo Lega-Movimento 5 Stelle. E poco meno del 64% delle domande presentate è stata accolta dall’Istituto nazionale per la previdenza sociale.
Ora, che il numero di domande sia inferiore alle aspettative è ormai assodato. Così come il fatto che i soldi risparmiati hanno permesso al governo di chiudere il contenzioso con l’Unione europea sul debito. I numeri di Inps ed Istat permettono però di effettuare una valutazione anche su base provinciale.
La mappa mostra la percentuale di senza lavoro che hanno chiesto il reddito di cittadinanza, calcolata incrociando il numero di disoccupati su base provinciale nel 2018 censito da Istat con quello relativo alle domande presentate al 15 luglio 2019 reso noto dall’Inps. I territori in arancione sono quelli con un risultato superiore alla media nazionale del 50,85%.
Come si può notare dalla mappa, non è vero che il reddito di cittadinanza è una misura che sta interessando soprattutto il Sud. Ben quattro province lombarde hanno una percentuale di richieste superiore alla media nazionale. Tra queste c’è anche Milano, dove il 52,25% di chi non ha un lavoro ha chiesto il sussidio. Su un ipotetico podio restano però tre città del Mezzogiorno, ovvero Vibo Valentia (79,31%), Palermo (78,2%) e Caltanissetta (77,82%), subito seguite da Livorno (77,7%).
Resta invece decisamente sbilanciata a Sud la percentuale di domande accolte sul totale di quelle presentate. A livello nazionale si tratta del 63,89%. Ma, con poche eccezioni, è nel Mezzogiorno che si registra la più alta percentuale di riscontri positivi da parte dell’Inps.
Ovviamente, i numeri forniti dall’Inps non permettono di spiegare per quali ragioni il tasso di accoglimento delle domande sia più elevato nelle regioni meridionali. Dicono solo che ad Enna tre richieste su quattro sono state accolte (74,46%), mentre a Pordenone meno della metà (46,41%).
Resta da definire l’impatto reale del provvedimento. Ovvero la percentuale di disoccupati che, al 15 luglio, hanno vista accolta la domanda di reddito di cittadinanza. E quindi ricevono, o riceveranno dal mese prossimo, il sussidio. A livello nazionale, come detto, si tratta del 32,49%.
La mappa è molto simile a quella che dava conto della percentuale di disoccupati che hanno presentato domanda. Per quanto risenta del fatto che il tasso di accoglimento delle istanze sia maggiore nelle regioni del Sud. Per fare un esempio: il 67,91% dei disoccupati che vivono in provincia di Reggio Emilia ha chiesto il reddito di cittadinanza. Ma i funzionari Inps di questo territorio hanno accolto meno della metà delle domande, così che solo il 32,64% di chi non ha lavoro in questa zona percepisce il sussidio.
Un dato comunque superiore alla media nazionale. E che ovviamente non spiega come mai il provvedimento simbolo di quell’abolizione della povertà annunciata dal vicepremier Luigi Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi stia in realtà aiutando solo un disoccupato su tre.
Fonte: qui
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