Nuova follia targata UE: La proposta di Bruxelles, una tassa di 50 euro per tutti coloro che entrano in Europa sia per lavoro che per turismo, per finanziare il “migration compact” ossia un piano per fermare i flussi migratori del costo di 15 mld di euro proposto dal governo Renzi con investimenti nei Paesi africani.
Intanto per l’Italia e Roma, città già invasa da centri d’accoglienza che ospita clandestini, più che “migration compact” si dovrebbero eseguire sgomberi ed espulsioni.
Ora, per la Capitale d’Italia, il turismo è una risorsa importantissima e già la tassa giornaliera applicata ai visitatori della Capitale non riscuote simpatia per coloro che la esigono. Inoltre, penalizza gli albergatori e i titolari delle strutture d’alloggio. E’ bene ricordare poi che l’euro non è certo un fattore che aiuta l’export italiano e quindi anche l’industria del turismo italiano ne risente, specie se in competizione con Paesi extra UE che godono di una moneta molto più flessibile di quella unica europea. Le sanzioni alla Russia e l’attacco speculativo-politico sul rublo hanno fatto crollare il flusso turistico russo in Italia fino al 35% dal 2015. Pertanto in questo quadro, una tassa da 50 euro per ogni turista che viene a Roma e/o in Italia, rappresenterebbe una mazzata all’economia di Roma e nazionale per quanto riguarda la voce turismo. Quindi per non diminuire i flussi turistici, penalizzati da questa tassa europea, gli stipendi del settore si ritroverebbero più leggeri per non perdere competitività, già penalizzata dalla moneta unica.
Il costo del progetto per respingere il flusso di “profughi” sarebbe di 15 mld, a livello europeo, ma basti pensare che solo l’Italia ha speso 60 mld dal 2011 in fondi salva Stati per salvare banche tedesche e francesi in credito con quelle greche e spagnole.
In aggiunta, il governo tedesco avrebbe potuto contribuire a questo piano per arrestare i flussi migratori, attingendo dagli enormi surplus commerciali, superiori a quelli cinesi ed oltre la soglia consentita dall’UE, ottenuti grazie all’euro che difatti ha bloccato la rivalutazione di quello che sarebbe stato il Marco tedesco, cosa inimmaginabile per Berlino che si è rifiutata anche di finanziare questo progetto con l’emissione di bonds europei.
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